Congresso del Partito Democratico e polemiche. Questo avviene in un partito libero, dove non c’è un padrone che decide per tutti e si confrontano le diverse anime e componenti interne in modo dialettico. Ma non ci è piaciuto il ritorno ai signori delle tessere voluto in pratica da Matteo Renzi con le sue regole che prevedevano la possibilità di iscrizione un minuto prima del voto. Si sono riviste vecchi metodi, vecchie reminiscenze democristiane e socialiste, la parte peggiore di quei due partiti che ricorrevano alle tessere pagate da qualche esponente per orientare il voto e spostare consensi e maggioranze a proprio favore, attraverso le “truppe cammellate” allineate e coperte. Nessuna sorpresa ha suscitato l’elezione a segretario cittadino del Pd di Molfetta dell’avv. Giulio Calvani (vedi l’intervista in altra pagina). La sua elezione, come già anticipato da “Quindici” è avvenuta per acclamazione essendo candidato unico del partito. Si tratta di una elezione raggiunta dopo un lungo dibattito con i renziani che fanno capo ad Annalisa Altomare e a un gruppo di giovani riuniti intorno ad Antonio Di Gioia, che ieri hanno smentito di voler prendere il partito, ma hanno confermato di sostenere la candidatura di Calvani, frutto di un articolato dibattito interno. Resta in dissenso una minoranza del partito che non ha condiviso la scelta di un candidato unico, ma non unitario. Insieme a Giulio Calvani sono stati eletti anche Lino Renna come vice segretario e un gruppo composto da molti giovani: Erika Cormio, Domenico Lunanuova, Paola Marzocca, Annamaria Altomare, Antonio Di Gioia, Raffaella Altamura, Mimmo Casamassima, Titti Bartoli, Michele Gadaleta, Leo Amato, Annalia Solimini, Corrado Minervini, Caterina Ciccolella e Alessandro Sinisi. Ma quello che ha scandalizzato di più gli iscritti al partito (quelli storici, non quelli dell’ultim’ora) è stata la massiccia partecipazione all’iscrizione al Pd per poter votare per il congresso provinciale: ci sono state code bibliche con la richiesta di nuove iscrizioni di oltre 300 persone. Malumori e polemiche si registravano ieri sera davanti alla sede del Pd di Molfetta in via Margherita di Savoia, dove veniva considerato scandaloso che la componente del partito che fa capo a Piero De Nicolo fosse riuscita a mobilitare tanta gente. Il ritorno dei “signori delle tessere” avvenuto a Molfetta come in altri Comuni della provincia di Bari è stato mal digerito, soprattutto perché il regolamento nazionale delle elezioni del Pd ha lasciato larghe maglie alle iscrizioni consentendo anche a chi aveva sostenuto la campagna del centrodestra, di iscriversi al principale partito del centrosinistra. Piero De Nicolo, che pure ha condiviso l’elezione di Calvani, per la segretaria provinciale dando il sostegno a Vito Antonacci: 354 voti (71,80%), è riuscito ad incassare ben 8 delegati, che hanno partecipato all’assemblea per l’elezione del segretario provinciale del Pd. Meno consensi ha ottenuto Adalisa Campanelli (riferimento Guglielmo Minervini): voti 91 (18,45%) con 2 delegati, anche se lo stesso assessore regionale ha lasciato liberi i suoi amici di votare, senza schierare truppe cammellate. Infine, magro bottino per la nuova componente che ha come riferimento Matteo Renzi che ha sostenuto Ubaldo Pagano con 48 (9,73%) voti e l’elezione di 1 solo delegato. I risultati definitivi in provincia di Bari hanno dato la vittoria a Ubaldo Pagano sponsorizzato da sindaco Michele Emiliano, seguito da Antonacci sostenuto da cuperliani e da Mario Loizzo, al terzo posto la Campanelli spinta dalla mozione “rompiamo gli ormeggi” di Guglielmo Minervini ed Enzo Lavarra. Dopo le polemiche relative al tesseramento per il congresso del Partito Democratico, lo stesso Pd è intervenuto con una nota con la quale si sottolinea che «le polemiche di queste ore sui numeri del tesseramento al Partito Democratico per poter eleggere il nostro segretario provinciale non possono essere ignorate e meritano una risposta chiara e ferma, che tuteli innanzitutto lo spirito di servizio, la passione e l’entusiasmo dei tanti militanti ed iscritti di Molfetta che, nello scorso week-end, hanno partecipato con convinzione e coscienza politica al congresso locale del PD e, dopo due giorni caratterizzati da un sano e proficuo dibattito, hanno eletto il nuovo gruppo dirigente cittadino». «Purtroppo – continua la nota del Pd –, dopo settimane in cui la stampa regionale e nazionale ha denunciato gravissimi fenomeni di distorsione nel tesseramento che hanno interessato tantissime sezioni in tutta Italia, l’allarme per certi versi drammatico lanciato nei giorni scorsi dal segretario regionale Sergio Blasi sul rischio che anche in Puglia il congresso si trasformasse, a tutti i livelli, in “primarie tra notabilati, sotto la regia di locali mercenari della politica” è rimasto inascoltato. Abbiamo dovuto prendere atto con rammarico che le regole lacunose ed insensate decise nel corso della Direzione nazionale del 27 settembre scorso, consentendo la partecipazione al voto anche agli iscritti dell’ultimo minuto, con un tesseramento continuo anche ad urne aperte, non hanno fatto altro che aggravare questo rischio e hanno determinato, in tutta la Provincia di Bari ed anche a Molfetta, un tesseramento obiettivamente anomalo che non può certo giustificarsi con l’interesse suscitato nei cittadini dal dibattito tra le mozioni presentate dai diversi candidati alla carica di segretario provinciale del PD. Se – come era stato opportunamente suggerito da autorevoli esponenti del nostro partito – si fosse chiuso il tesseramento in tempo utile per poter garantire un ordinato e trasparente svolgimento dei congressi nei circoli, il PD non avrebbe dato di sé una immagine ancora una volta opaca e respingente, poco in linea con la passione e lo spirito di servizio che anima, fino in fondo, la stragrande maggioranza dei suoi militanti autentici. Noi crediamo che questa sia stata una grande occasione persa, che, però, non deve offuscare in alcun modo il percorso iniziato a livello locale. Siamo ancora più convinti, infatti, che (contrariamente a quanto avvenuto a livello provinciale) il percorso avviato e portato a termine per l’elezione del gruppo dirigente del circolo PD di Molfetta, sia stato il più giusto e il più condiviso, una sintesi autentica di molteplici storie e sensibilità, che ha portato all’affermazione di una piattaforma politica chiara che ha avuto nel coraggio di innovare e nel ricambio generazionale i suoi due fondamentali pilastri, e che proprio per questo ha ottenuto il più vasto e convinto consenso possibile. Ora spetterà a tutti noi rispettare gli impegni assunti con la vasta comunità del Partito Democratico di Molfetta per non tradire le tante aspettative che sono state generate e per realizzare davvero il PD che vogliamo ». Anche L’associazione politico-culturale “Adesso! Molfetta”, gruppo di riferimento dei sostenitori molfettesi di Matteo Renzi, ha commentato l’esito e lo svolgimento del congresso cittadino del Partito Democratico. «Innanzitutto l’ottimo risultato del gruppo renziano che, costituito solo da pochi mesi, è riuscito ad inserire nel direttivo del PD molfettese ben quattro dei propri membri – dice la nota –. Il vento nuovo del sindaco fiorentino spira forte anche sulla città di Molfetta, ove i renziani hanno deciso di dare fiducia al neo segretario Giulio Calvani, cui va l’augurio di buon lavoro, con l’auspicio che le sue parole di rinnovamento, collegialità e trasparenza vengano presto riscontrate dai fatti. Un primo segnale del rinnovamento, che “Adesso! Molfetta” ed i propri aderenti sono già riusciti ad inoculare nella sezione locale del PD, è dato dalla nomina, accanto al segretario, di un direttivo giovane, competente e caratterizzato dalla presenza di numerosi volti nuovi. Tra i neoeletti facciamo i migliori auguri di buon lavoro ai soci: Titti Bartoli, Domenico Casamassima, Antonio Di Gioia e Raffaella Altamura. Altro bel risultato che va messo in evidenza è l’elezione del nuovo segretario provinciale Ubaldo Pagano, sostenuto dalla rete di associazioni “Adesso” e dal Sindaco Emiliano , a riprova di un cammino di rinnovamento che inizia ad affacciarsi a tutti i livelli del Partito Democratico. Alla sua elezione ha dato il proprio contributo anche il gruppo molfettese dei renziani, ottenendo l’elezione a delegato nel congresso provinciale di Gaetano Turturro. Questo risultato sarebbe stato ancor più roboante se, a fronte dello stile e della limpidezza nella partecipazione dei tesserati renziani alle elezioni, ve ne fosse stata altrettanta da parte di altri pezzi del partito, che invece hanno deciso di dare sfoggio della loro capacità di raccattare votanti qua e là, dinanzi agli sguardi inermi dei maggiorenti del Pd molfettese nonché del “garante provinciale” (garante “di cosa”, verrebbe da chiedersi!). Il congresso cittadino era stato, infatti, sino a quel momento, un interessante luogo di incontro e dialettica politica, nel corso del quale erano stati proposti, dai neo iscritti, militanti e simpatizzanti, interessanti spunti di riflessione e confronto su temi locali e nazionali. Giunti, poi, alle operazioni di voto, quasi 300 persone hanno chiesto di tesserarsi e di votare, “veicolati” da esponenti ben noti della politica locale. Improvviso sussulto di partecipazione democratica o solita, vecchia, nauseante logica delle tessere comprate? Quanto accaduto rende ancor più urgente il profondo rinnovamento del più importante partito italiano, che non riesce ancora a liberarsi dei “signori delle tessere”. L’azione di controllo e di contrasto di “Adesso! Molfetta” e di tutti i renziani molfettesi sarà costante ed è appena iniziata».