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Concluso il progetto alternanza scuola-lavoro sul giornalismo ai Licei Classico e Scientifico
15 giugno 2018

Che l’alternanza scuola-lavoro potesse diventare un’occasione di rilancio anche per gli studi classici e dei licei in genere in pochi sarebbero stati pronti a scommetterci. Ma i ragazzi del liceo Classico Leonardo da Vinci e Scientifico Albert Einstein di Molfetta in collaborazione con il giornale “Quindici” da tre anni ormai, hanno dato prova del contrario, portando avanti questo progetto voluto dalla dirigente scolastica Margherita Bufi. Infatti l’alternanza con il giornale locale era incentrata sull’inserire i ragazzi nel mondo dell’attualità e vederla con occhi critici per poi renderla fruibile ad un lettore adolescente. I primi due anni, con il tutor esterno il giornalista economico della “Gazzetta del Mezzogiorno” Felice de Sanctis, direttore di “Quindici” e il tutor interno prof. Giovanni Pappagallo, sono serviti per impartire una prima stesura sulle tecniche di scrittura di un articolo e come funziona la redazione di un giornale, mentre nel terzo anno non si è svolta solo tra le mura della redazione di “Quindici”, gli studenti hanno avuto reali esperienze di alternanza scuolalavoro toccando dal vivo aziende editoriali esterne, ma nel contempo nell’istituto si sono svolti incontri in una sede operativa con apparecchiature proprie. Gli studenti sono stati anche impegnati a seguire avvenimenti locali e a fare interviste in città. Dalle scelte di queste ultime classi liceali è dipesa l’identità culturale dell’impresa di giornalismo. Per questo è stato necessario anche documentarsi, studiare, specializzarsi. La penultima delle iniziative, infatti, ha visto noi studenti protagonisti di una vera esperienza sul campo. Li ha accolti la struttura del Museo della stampa di Marine a Lecce, orgoglio di molti maestri tipografi leccesi. Il Museo è nel 2010 da un’idea di Vincenzo Gilenardi già tipografo e amante di quest’arte, che ha accompagnato noi studenti nella visita. La tipografia didattica permetteva utilizzare le antiche macchine, realizzando un attestato di partecipazione con le antiche tecniche di composizione a caratteri mobili, stampa a torchio del 1878, termo rilievo, rilievo a secco, foglia oro. La storia dei caratteri mobili e dei metodi di stampa medievali è stata spiegata con la visione di un breve film coinvolgente che da un’infarinatura generale di quelli che sono stati i vari passaggi dei metodi sempre più veloci ed efficaci utilizzati dalle redazioni e ha spiegato come la stampa non sia da attribuirsi ad un solo uomo se pur vede in Gutenberg l’inventore dei caratteri mobili in metallo e il primo ad aver trascritto la Bibbia, ma ad un lento processo di maturazione dipendente dalla contingenza storica e dalle necessità che man mano si presentavano. Le antiche macchine non soltanto permettono ai visitatori di immergersi in un mondo senza tempo e senza ticchetti di telefonini, ma si possono utilizzare e apprendere le diverse tecniche come la composizione a caratteri mobili, il termorilievo, il rilievo a secco e la doratura a caldo. Tra le particolarità che davvero hanno lasciato noi a bocca aperta, la stampa tipografica, un bellissimo torchio a stella e una raccolta di oltre 200 pietre litografiche sapientemente incise. La litografia è una tecnica di riproduzione meccanica delle immagini. Dimostrazione di eccezionale bellezza e fascino è sicuramente quella dell’uso della compositrice automatica “linotype”, prima macchina per la composizione tipografica automatica e consentì notevoli aumenti di produttività. Dalla tipografia antica a quella moderna: gli studenti hanno potuto visitare nell’ultima lezione, accompagnati dal dott. Felice de Sanctis, una moderna società editoriale, la Sedit nella zona industriale di Bari, dove hanno trovato ad accoglierli Mimmo Gallo, funzionario dell’azienda che ci ha fatto visitare la sede facendoci vedere la rotativa (che stampa il “Corriere della Sera” e “La Gazzetta dello sport”) e le macchine per la stampa dei libri, mentre il giornalista Dionisio Ciccarese, direttore del Settimanale InWeek erede del quotidiano Epolis Bari, ci ha illustrato il lavoro del giornalista oggi, rispondendo anche alle nostre domande. Anche questa una bella esperienza da ricordare. © Riproduzione riservata

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