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Con l'Ensamble Calixtinus e la notte il Pulo incontra Dante
13 luglio 2009

MOLFETTA - E' un Dante nuovo quello che scende nel Pulo di Molfetta, nella serata dello spettacolo d'apertura della rassegna “Nel grembo della Grande Madre - I pleniluni raccontano il Pulo”. E' un Dante solo, immensamente solo con la sua anima, senza neanche la spalla di un Virgilio di bianco vestito a fargli da sostegno. Unica compagna, la musica che fornisce note ai propri pensieri, attingendo alla più eterogenea cultura italiana, prodotta da strumenti altrettanto eterogenei, etnici, provenienti da luoghi e tempi diversi. E' un Dante solo, e quando si trova a varcare la porta dell'Inferno, lo fa calpestando le pietre e attraversando le colonne nude di ciò che una volta, nel Pulo, si chiamava Pergolato, ma adesso sembra creato apposta per essere una soglia Infernale, verso un altrove. C'è la genialità di cogliere gli spazi ambientali nella loro armonia con la storia, anzi, con la Storia (la Divina Commedia merita la maiuscola) alla base de “L'amor che move il sole e l'altre stelle - Il viaggio di Dante” dei Calixtinus, prima tappa della lunga estate del Pulo by night. La selva oscura, beh, potrebbe esserci selva migliore di quella che pulsa sul fondo della dolina? Oscura lo è totalmente: nello spirito della manifestazione, e così come è avvenuto nei due giorni di visite notturne che hanno preceduto lo spettacolo, ad illuminare pietre e natura vi sono solo le fiamme delle fiaccole, quasi fuochi fatui testimoni delle anime perdute che Dante incontrerà nel suo percorso. Tutto funziona. La sensazione che lo spettacolo lascia, dopo aver riascoltato le parole tante volte ascoltate, lette e studiate, è quasi che la millenaria storia di questo luogo si sia svolta, giorno dopo giorno, per raccordarsi a questo: ad essere l'Inferno, poi il Purgatorio, poi il Paradiso, per un viaggiatore illustre immerso nel sogno. Le parole sono state pronunciate da Salvatore Marci. A dare un suono alla sua narrazione sono stati Giovannangelo De Gennaro con la viella, l'organistrum e la sua voce, Nicola Nesta con il liuto e l'oud, Pippo D'Ambrosio con riff, duff, darbukka e tabor, Massimo Lazazzera con faluto diritto e traverso, duduk e ciaramello, e Gabriella Schiavone con la sua voce. Sono i Claixtinus, e hanno portato la Divina Commedia al Pulo di Molfetta: adesso sembra che ci sia stata da sempre.
Autore: Vincenzo Azzollini
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