Comitato Seagull Molfetta: occorre chiarezza sulle navi mercantili iscritte nel registro-bis per evitare frodi a danno dello stato
MOLFETTA - "Il naufragio della nave della Costa Crociere, come cita un comunicato del Comitato Seagull di Molfetta, ha messo a nudo i numerosi e gravi problemi del settore marittimo: quello della sicurezza soprattutto ma anche quello della composizione degli equipaggi della navi iscritte nel registro-bis, come la CONCORDIA.-
Questioni sino ad oggi ignorate o perfino negate dal Ministero competente (si veda la interrogazione parlamentare dell' On. Zazzera del 05.10.2010) e dai sindacati confederali e finanche da Confitarma: proprio il dott. D'Amico presidente degli armatori italiani (SOLE24ORE del 10.10.2011) affermava l'esistenza di una grave crisi nel settore e paventava il passaggio delle navi dal registro-bis alla bandiera estera, per effetto della riduzione della agevolazioni fiscali nel settore; gli facevano eco i sindacati confederali (cfr. comunicato stampa del 07.11.2011) e perfino il sig. Fabio Marante della CGIL tornava sull' argomento nell' intervista al Secolo XIX del 03.01.2012.-
Silenzio assoluto di tutti invece -tranne del delegato CISL-UIL genovese settore crociere sig. Gaggiano, che avrebbe fatto meglio a tacere- su come si vive la medesima situazione da parte dei lavoratori marittimi italiani: stiamo parlando di circa 40 mila addetti che sono rimasti senza lavoro perché gli armatori italiani imbarcano personale estero.
Eppure dobbiamo chiarire che la legge nr. 30/1998 -che istituiva il registro internazionale- fu emanata proprio per tutelare e garantire il lavoro dei marittimi italiani che imbarcano o sarebbero stati imbarcati sulle navi che dall' estero tornavano sotto bandiera italiana, ed appunto quella legge prevedeva (artt. 4-6) agevolazioni fiscali per gli armatori, i quali non versano l' IRPEF per i marittimi imbarcati, e non pagano neanche i contributi assistenziali e previdenziali che sono messi a carico dello Stato, cioè dei cittadini italiani.-
Queste agevolazioni ed esenzioni erano e sono previste -si ribadisce- con lo specifico scopo di tutelare e garantire il lavoro dei marittimi italiani, riservate solo al "personale avente i requisiti di cui all' art. 119 del Codice della Navigazione", cioè ai marittimi di nazionalità italiana iscritti nelle matricole della Gente di Mare: quindi le esenzioni fiscali e contributive non riguardano i marittimi stranieri che pure possono essere imbarcati sulle navi iscritte nel registro internazionale.-
Le stesse agevolazioni ed esenzioni sono poi concesse -proprio per le navi da crociera- a coloro che a bordo delle navi gestiscono il settore camera, cucina, alberghiero e trattenimento, con personale che non costituisce l' equipaggio in senso tecnico del termine, cioé non sono marittimi; comunque le stesse società armatrici che danno in appalto a terzi tutti gli altri servizi della nave, possono stipulare contratti in assoluta franchigia e condizioni di favore.-
Questo il quadro legislativo: ma abbiamo la netta impressione che esso sia stato più volte eluso dagli armatori perché le agevolazioni ed esenzioni sono state indebitamente estese al personale straniero che invece dovrebbe essere assoggettato al pagamento dei contributi e dell' IRPEF perché il loro lavoro è svolto in territorio italiano, essendo le navi italiane territorio dello Stato a tutti gli effetti.-
Intendiamo fare luce su questi fatti -senza pulsioni xenofobe- chiamando a rispondere il Ministero della Finanze, l' Inps e l' Inail; da ultimo, ribadiamo la necessità della istituzione del Ministero della Navigazione che abbia competenze sui trasporti marittimi, aerei, fluviali e lacuali e soprattutto che si occupi della sicurezza e della salvaguardia della vita umana in mare, raggruppando tutta la complessa materia in un unico corpo legislativo".