Comenius, liceo in rete per esperimenti di chimica, biologia e fisica
La creazione di un circuito con accensione di un piccolo led utilizzando agrumi, l’estrazione del Dna da una banana, la determinazione del ph dell’olio extravergine di oliva e la produzione di sapone utilizzando lo stesso olio d’oliva: sono solo alcuni dei non semplici esperimenti che i 15 ragazzi italiani del Liceo Scientifi co Albert Einstein hanno proposto nell’ambito del Comenius. Si tratta di un progetto biennale, fi nanziato con fondi europei, che istituisce una sorta di rete tra quattro scuole europee: è previsto che i ragazzi di ciascuna scuola si rechino nelle altre tre, occupandosi di esperimenti di chimica, biologia e fi sica secondo il tema “food and nutrition in experiments”. Il progetto ha dunque una fortissima valenza formativa, innanzitutto per i contenuti trattati e poi per le abilità che permette di acquisire, sia nell’esecuzione degli esperimenti sia nell’utilizzo creativo delle nuove tecnologie. Ancora, consente un perfezionamento della lingua inglese (una certa scioltezza deve essere già posseduta dagli alunni partecipanti, dal momento che si cerca normalmente di scegliere le eccellenze della scuola) con arricchimento anche del lessico tecnico scientifi co. Tuttavia la validità dell’esperienza non si ferma qui. Come ogni esperienza di scambio interculturale, comporta un arricchimento a livello umano: stabilire un contatto con l’altro, spesso diverso sotto molti aspetti, interiorizzare le diff erenze, notare poi con piacere tutto ciò che invece costituisce terreno comune. Mettersi in gioco nel conoscere più persone possibili, superando ogni ostacolo, e magari stringere, come racconta una delle partecipanti italiane, una relazione molto solida con la propria ospite,aiutati dal fatto che la si reincontrerà nel prossimo viaggio. Naturalmente non sempre le esperienze umane si rivelano positive, soprattutto perché i ragazzi sono stati ospitati dalle famiglie e hanno a loro volta accolto i ragazzi nelle loro case. Spesso la convivenza forzata può causare problemi non indiff erenti, tuttavia anche una esperienza negativa resta una esperienza di arricchimento, in cui si sviluppa la propria capacità di adattamento e il proprio senso di responsabilità. Ancora, uno scambio multilaterale di questo genere permette di interiorizzare la presenza di una realtà europea, ponendo le basi per una solida e fraterna collaborazione internazionale. Nell’ambito del Comenius sono previste poi anche visite guidate dei luoghi nei quali i ragazzi si recano, il che costituisce una ulteriore possibilità di arricchimento. In particolare, nella prima sessione, svoltasi in Polonia presso il V Liceum di Cracovia nel dicembre dello scorso anno, i ragazzi hanno avuto modo di vedere con i propri occhi la dura realtà del lager: una esperienza che raccontano esser stata spiazzante, anche perché la visita è stata fortuitamente accompagnata da una raggelante tempesta di neve. Inoltre, i ragazzi ospitati in Polonia hanno visitato le miniera di sale più grande d’Europa e hanno goduto della visione di diversi spettacoli teatrali. Anche gli studenti stranieri, recatisi in Italia, hanno avuto modo di accrescere il proprio bagaglio culturale attraverso la visita del Duomo di Molfetta e della città di Ostuni. Inoltre hanno potuto godere delle degustazioni off erte presso l’Ipssar (istituto alberghiero) e presso la Factory del gusto, che hanno permesso loro si avvicinarsi alle tradizioni culinari pugliesi e specifi catamente molfettesi. Le altre due sessioni saranno tenute nel corrente anno scolastico presso il Max-von Laue Gymnsasium di Coblenza nel mese di ottobre e presso il Lycèe Denis Diderot di Marsiglia in aprile. Certo per quanto divertente ed entusiasmante si stia sicuramente rivelando questa esperienza, essa comporta comunque un serio impegno da parte di tutto il gruppo partecipante: accanto ai quindici ragazzi, il Dirigente Scolastico, prof. Giuseppe Cannizzaro (che ha accompagnato i ragazzi in Polonia e intende accompagnarli anche nelle due future sessioni), la prof.ssa Mariella Maizza, la prof.ssa Rosa de Pinto, la prof.ssa Jane Sabini e il prof. Giacomo de Ceglie. Con la guida del gruppo docente, i ragazzi lavorano prima delle sessioni per informarsi adeguatamente sull’argomento e per acquisire i termini tecnici utili nell’esposizione, conciliando ovviamente questo impegno con lo studio. I vari viaggi che i ragazzi stanno aff rontando sono comunque abbastanza brevi (circa cinque giorni) da non interferire in modo dannoso con l’attività scolastica regolare. Una volta in azione, gli studenti italiani si stanno poi rivelando del tutto all’altezza della situazione; hanno anzi addirittura, come racconta il preside, elevato lo standard di diffi coltà degli esperimenti, costringendo gli altri ragazzi ad adeguarsi. Entrando più nel dettaglio, una volta arrivati i ragazzi stranieri in Italia, sono stati creati tre gruppi in ognuno dei quali dovevano essere presenti 5 ragazzi per ogni nazione. I ragazzi italiani di ciascun gruppo hanno dunque spiegato ai loro amici gli esperimenti che riguardavano tre prodotti inerenti all’area mediterranea: l’olio, gli agrumi e alcuni vegetali. I partecipanti sono comunque incentivati a dare il meglio di sé: alla fi ne di ogni sessione si produce del materiale, informatico e cartaceo, col quale si traggono le conclusioni del proprio lavoro; esistono infatti controlli piuttosto rigidi, dal momento che sono stati stanziati ben 20.000 euro per fi nanziare il progetto. Ci auguriamo allora che i ragazzi italiani continuino a mostrare il loro valore nelle prossime sessioni, ma anche che a questo progetto ne seguano altri in grado di promuovere un confronto su sfondo europeo e anche mondiale, nella speranza di incrementare lo spirito di collaborazione tra nazioni, così importante in un momento di crisi come il nostro.