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Come nasce un natante da pesca di 20 metri IX parte
15 ottobre 2012

La trave che costituisce il paramezzale, così come la chiglia, è costituita in più pezzi. In questo caso due, uniti insieme attraverso un incastro particolare (tipo parella). Qui l’esigenza deriva anche dal fatto che tutta la trave, lunga circa 16 metri, dovrà essere infilata, dalla zona prodiera, all’interno dello scafo; è la ragione per la quale le ordinate di prora non sono ancora state montate. L’operazione di inserimento del componente è particolarmente faticosa e complicata, perché, anche se in due parti, parliamo di due travi di azobè della lunghezza di circa otto metri l’uno e piuttosto pesanti. Si procederà sospendendo ciascun pezzo componente il paramezzale, per mezzo di paranchi a catena appesi alle travi dei bagli e facendoli scorrere all’interno dello scafo. I pezzi, una volta sistemati nello scafo, saranno assemblati ed incollati fra di loro, attraverso la specie di incastro a parella (vedi foto 1a e 1b). Quando il paramezzale sarà sistemato in posizione sulle ordinate, su di esse saranno formate delle scanalature entro le quali si incastrerà la trave. Posizionato esattamente sulla mezzeria delle ordinate, in corrispondenza della chiglia, il paramezzale viene provvisoriamente assicurato molto saldamente in posizione con stringenti a vite e giri di catena (foto 2) . Si procede quindi a forare l’insieme paramezzale, ordinata, chiglia e bloccare il tutto con delle viti d’acciaio del diametro di 22mm (foto 3). Terminata questa operazione, l’insieme chiglia-ordinate-paramezzale costituirà praticamente un pezzo unico, che assicurerà alla costruzione una solida rigidità longitudinale (foto 4). La costruzione prosegue con il montaggio delle ultime ordinate di prora che daranno la forma definitiva allo scafo. In particolare le ordinate corrispondenti al bulbo e quelle montate sul dritto di prora, avranno forme molto rastremate (foto 5), per seguire il modello del piano di costruzione. La foto 6 mostra l’aspetto della costruzione, quando tutte le ordinate sono state montate. Si incomincia già ad avere un’idea della forma definitiva dello scafo, anche se tutte le ordinate sono ancora assicurate fra di loro solo attraverso dei longheroni inchiodati provvisoriamente. Adesso si procederà ad incatenare definitivamente fra loro le ordinate. Ad altezze prestabilite, sulla faccia esterna di ciascuna ordinata, seguendo l’andamento delle linee di scafo, verranno formate delle scanalature della dimensione di 150 x 50 mm. L’operazione deve essere fatta con molta attenzione e rispettando le forme esterne che avrà lo scafo. L’importanza del perfetto posizionamento dei longheroni incassati nelle ordinate, è dato non solo dall’esigenza di legare definitivamente e stabilmente fra di loro le ordinate, ma anche dall’esigenza di predisporre l’appoggio dei pannelli del fasciame che, come vedremo in seguito, sarà fissato con collante e viti inox, non solo sulla parte esterna delle ordinate, ma anche in corrispondenza dei longheroni . Nella foto 7, si può apprezzare la precisione nella preparazione della scanalatura sull’estrema prora. La foto 8 mostra la rifinitura della scanalatura che deve contenere esattamente il longherone che sarà incollato ed inchiodato. Completato il posizionamento delle ordinate, si procede a bloccare fra di loro, alla giusta distanza, anche i bagli (sui quali poi verrà realizzato il ponte di coperta). Questa operazione darà solidità al piano della coperta dell’imbarcazione. E’ un lavoro particolarmente faticoso, perché è necessario posizionare i longheroni nella parte inferiore dei bagli (foto 9), inchiodandoli in posizione. In questo caso non verrà fatta alcuna scanalatura sui bagli, per evitare di indebolire il baglio medesimo. Si parte da un longherone centrale che, realizzato in più pezzi collegati fra di loro, corre da poppa verso prora. Alla distanza di circa due metri, su ogni lato, se ne monta un altro, con lo stesso procedimento. In corrispondenza dei futuri compartimenti interni dello scafo, sono disposti dei candelieri*. La foto 10 fa vedere due ordini di longheroni longitudinale ed il candeliere. All’estrema poppa, all’interno del vano formato dallo specchio di poppa, il dritto di poppa con le ordinate, sui due lati del dritto, diagonalmente vengono montati due travi delle dimensioni di 300 x 100 mm, lunghe quanto il vano, che sono assicurate alle ordinate per mezzo di un certo numero di viti filettate (chiavette) da 22 mm.. In gergo, queste travi sono chiamate mustacci ed hanno lo scopo di assicurare un’ulteriore rigidità longitudinale e trasversale alla poppa. La foto 11 mostra le estremità poppiere dei mustacci, lo specchio di poppa ed i bagli con i longheroni longitudinali del ponte di coperta.

Autore: Tommaso Gaudio
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