MOLFETTA - La scorsa è stata una settimana che Molfetta non viveva da parecchi anni. Due la manifestazione studentesche del Collettivo “Studenti Molfettesi in Lotta”, la prima al Corso Umberto (altezza Liceo Classico), la seconda il corteo «Student* in piazza».
«Noi, studenti e studentesse, abbiamo dimostrato in più occasioni che la “politica” reale non si fa solo nei palazzi del potere, ma la si fa nelle strade, tra la gente -si legge nel comunicato del Collettivo - Abbiamo creato spazi sociali, in una città che non ne ha (e non ne vuole avere), riappropriandoci di piazze, vie, corsi, troppo spesso “spazio privato” per lo shopping e/o per il transito di automezzi».
Durante la prima manifestazione, «Student* in fest» (mercoledì14 dicembre), il Corso Umberto è stato trasformato in un veicolo pubblico utile alla condivisione di idee, proposte e rivendicazioni, grazie anche alla musica. «Mostrare alla cittadinanza, attraverso delle videoproiezioni, la situazione in cui versano i nostri istituti ha indotto alla riflessione sul loro effettivo stato di abbandono e degrado - continua il Collettivo - essi sono il simbolo più vivo e vero della “barbarie” prodotta in vent'anni di politiche distruttive ai danni del sistema formativo italiano, a cui studenti e cittadini sembrano ormai essere assuefatti».
Con il corteo del 16 dicembre, invece, il Collettivo ha voluto trasmettere il disagio studentesco alla città «in maniera tanto scanzonata, divertente e divertita, quanto piena di contenuti e controproposte a politiche cittadine e nazionali». Non sono mancati interventi sulla situazione politica e non, locale e italiana, fino a quando sulla scalinata degli uffici comunali (Via Tattoli), è stata tenuta un'assemblea sulle strategie da adottare, le campagne da intraprendere, le proposte da portare avanti.
«L'inverno è alle porte, ma il nostro non è stato un semplice (e quasi tradizionale) autunno caldo - conclude il comunicato - è stato l'inizio di un percorso di alternativa reale, politica e culturale, che andrà oltre le stagioni astronomiche, ricordando alle istituzioni e ai poteri forti che "potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la Primavera"».
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