Cisterna maledetta di Molfetta, anche Alessio ora conosce la drammatica verità. Migliorano le sue condizioni
A rivelarla è stata la mamma Enza Natilla alla presenza della fidanzata pamela, dell'assistente sociale e di alcuni medici
MOLFETTA – La drammatica verità ora è stata resa nota anche a lui, Alessio Rizzi, 21 anni, l’unico superstite della tragedia della cisterna maledetta all’interno dell’azienda “Ittica Di Dio” di Molfetta.
E’ stata la madre Enza Natilla a rivelarglielo nell’ospedale di Bisceglie dove è ancora ricoverato, ma fuori pericolo. La donna ha raccontato al figlio che deve la vita al generoso tentativo di salvarlo messo in atto da suo padre Nicola, 50 anni, e da suo fratello Vincenzo, 28 anni (nella foto) morti nella cisterna, non si sa se annegati o per le esalazioni venefiche delle sostanze chimiche dei liquami. A stabilire la causa del decesso sarà l’autopsia che si terrà oggi nell’istituto di medicina legale dell’Università di Bari. L’indagine tenderà anche a valutare l’ipotesi di un trauma che abbia potuto colpire i due uomini nel tentativo di estrarre Alessio da quell’imbuto mortale.
«Devi avere coraggio», ha sussurrato Enza ad Alessio, che ha retto bene la notizia alla presenza della sua fidanzata Pamela, dell’assistente sociale Raffaella Martello e di un équipe di medici. «Sei tu ora il capo della famiglia, dobbiamo guardare aventi, dobbiamo risollevarci», ha aggiunto la donna.
In visita al nipote è andata anche l’anziana nonna che è stata colta da malore e ricoverata nello stesso ospedale.
Una famiglia affiatata, di veri e onesti lavoratori, così vengono descritti i Rizzi dai tanti amici che sono venuti a far visita ad Alessio nell’ospedale, dove dovrà restare ancora a lungo: i medici che lo stanno sottoponendo ad una terapia antibiotica per evitare un’infezione polmonare e devono anche verificare se il giovane sia affetto anche da ischemia.
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