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Chiamatemi Charlie Brown
15 dicembre 2021

Che lo chiamasse così suo cugino Armando, perché diceva che aveva la faccia facciosa, come Charlie Brwon, e vabbè, Armando aveva sedici anni, dieci più di lui, ed era il suo eroe. Armandino sapeva che Armando stravedeva per lui e i Peanuts erano i suoi albi preferiti, ne aveva trovato un’intera collezione appartenuta a suo zio nel ripostiglio della villetta che le due famiglie condividevano per le vacanze. E così, oltre a Charlie Brown, la cuginetta, bionda e graziosa era ormai Sally, ovviamente il suo peluche un bracchetto bianco con le lunghe orecchie penzoloni, era perfetto per Snoopy, il cane che crede di essere l’asso della aviazione della prima guerra mondiale, e combatte contro il Barone rosso, e il canarino della zia era ovviamente Woodstock, l’uccellino giallo inseparabile compagno di Snoopy. Luciana, alias Lucy, era la cuginetta, sorella maggiore di Linus, prepotente, arrogante, saccente, ma generosa. “Se una persona vuole uscire dalla tua vita, dalle una spinta”, era uno dei suoi detti preferiti, tratto dalle strip di Schulz. Il compagno del cuore di Armandino era Luigino, alias Schroeder, il suo compagno di prima elementare che amava Beethoven perché suonava benissimo “Per Elisa” e aveva un grande poster del musicista in camera sua. Il fratellino era perfetto come Linus, portava sempre con sé una copertina all’uncinetto fatta dalla nonna e guai a levargliela. Eppoi, Piperita Patty, Pig Pen, Violet, insomma fra i compagni di scuola c’erano tutti, la banda era al completo. Armando era tornato nel primo pomeriggio da una partita a tennis con i suoi amici. “Dov’è Armandino?”, aveva chiesto a sua zia Luisa. “Ma come, non era con te?”, aveva chiesto lei, subito allarmata. “No, zia, anche io non l’ho visto, sarà qui attorno con il suo inseparabile Luigino. Vado a cercarlo”. “Quando viene mi sente”, continuava a ripetere sua zia per scaricare la tensione. Luigino era a casa e Armandino non lo aveva visto dalla mattina. Ora Armando aveva davvero paura. C’era una banda di giovinastri che bazzicava nel paese vicino e durante una accesa discussione con il suo gruppo aveva detto che gliela avrebbero fatta pagare. Non perse tempo, convocò immediatamente col cellulare i suoi amici, erano cinque o sei ragazzi che villeggiavano nelle villette vicine, l’allarme fu dato anche agli adulti. Vicino alla Chiesa in cima alla collina c’era un boschetto piuttosto fitto che si diradava poi su campi non coltivati, con stalle e ovili disseminati dovunque. Posti per nascondere qualcuno ce n’erano in abbondanza. Mentre gli adulti esploravano la zona intorno alla villetta, i ragazzi si inoltrarono nel boschetto che cominciarono ad esplorare palmo a palmo. “Fermatevi! – gridò Armando – Guardate qui!”. Appeso ad un ramo c’era qualcosa di bianco. “Ma è la coda di Snoopy – esclamò – E’ passato di qui”. Più avanti c’era un fazzoletto strappato abbandonato per terra: “La coperta di Linus! – disse uno dei ragazzi –, Avanti! Esploriamo ogni rifugio, ogni stalla abbandonata…”. I ragazzi si divisero. “Venite qui!”, chiamò Armando. In una delle stalle in muratura c’era un muro coperto di umidità e di sporco con macchie che formavano figure grottesche. Una di queste, piuttosto rotonda, era stata contornata da un segno fatto con qualcosa, forse un chiodo arrugginito, a formare un cerchio, e all’interno due punti piuttosto in alto, un largo segno orizzontale più in basso, una specie di virgola in cima. “Ma è Charlie Brown! - esclamarono i ragazzi – E’ stato qui, deve essere ancora qui vicino!”. Non potevano essere lontani. Uno dei ragazzi scorse il terzetto dei malviventi che si muoveva fra gli alberi con il bambino. I ragazzi si avvicinarono silenziosamente e si gettarono su di loro. Uno allontanò il piccolo che gridava “Bravi! Dai, Dai!”. Quella che menava più di tutti era Luciana, alias Lucy, che si era unita ai ragazzi. I tre scapparono, ma non aveva importanza, i ragazzi li avevano riconosciuti. “Andiamo! – disse Armando issando sulle sue spalle il cugino – Sei stato in gamba, non ti preoccupare per Snoopy, ho recuperato la coda, si può ricucire, ci penserà mia madre”. Avvertirono immediatamente gli zii che a loro volta comunicarono ai carabinieri che potevano sospendere le ricerche, Armandino era stato ritrovato, avrebbero provveduto loro poi ad arrestare i malviventi. Quando Armandino arrivò, sulle spalle del cugino, i genitori e il gruppo dei villeggianti erano ad accoglierlo. Sua madre lo abbracciava fra i singhiozzi. “Viva Armandino!”, gridarono tutti con un applauso. “Chiamatemi Charlie Brown!”, disse lui fra il riso e il pianto. Dedicato ai nostalgici dei Peanuts

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