Carlucci e De Gennaro accusano: ci siamo dimessi dal Comitato del PD perché non condividiamo il metodo di formazione delle liste
I motivi della rottura all'interno del Partito Democratico in vista delle elezioni del 14 ottobre
MOLFETTA - L'Associazione per il Partito Democratico riapre la porta, ma non troppo, a Margherita e Ds. Questo è quello che emerge dalla conferenza stampa indetta dai rappresentanti dell'Associazione, Ignazio de Gennaro e Franca Carlucci. «Non rinneghiamo assolutamente il forte ma indispensabile gesto delle dimissioni dal “Comitato 14 ottobre” – hanno dichiarato i rappresentanti dell'Associazione per il Partito Democratico – e siamo pronti a sbattere nuovamente la porta in faccia qualora le cose non dovessero cambiare anche durante la fase costituente».
Ignazio de Gennaro, ripercorrendo appassionatamente la storia dell'Associazione, ha spiegato le ragioni delle dimissioni. «Innanzitutto - ha introdotto de Gennaro – con le dimissioni non significa che non si crede più nel progetto del Partito Democratico in cui, invece, abbiamo investito sin dal primo momento, quando Prodi, circa due anni fa sotto il simbolo dell'Ulivo già parlava di un nuovo partito che fondesse DS, Margherita e nuovi volti della società civile. Questo ha portato alla nascita a Molfetta dell'Associazione per il Partito Democratico che ha basato la sua esistenza su tre obiettivi: unità del centro-sinistra, trasparenza e partecipazione nella politica. Su queste basi abbiamo intrapreso il nostro cammino: invitammo DS e Margherita a presentare una candidatura unitaria alle primarie per il candidato sindaco del centro-sinistra, finite come tutti ben sanno; sempre nel segno dell'unità, dopo aver proposto, senza successo, alle ultime elezioni amministrative una lista unica dell'Ulivo, presentammo due candidati dell'associazione uno per i DS ed uno per la Margherita; in estate abbiamo duramente lavorato sulla redazione di un documento programmatico che unisse tutto il centro-sinistra, in un secondo momento abbandonato a cause delle diatribe interne ai partiti; per dare un segnale forte in Consiglio Comunale abbiamo anche chiesto, invano, ai consiglieri di Margherita e DS di unirsi nel gruppo dell'Ulivo».
Poi vi è stata la costituzione del Comitato 14 ottobre in cui le due gambe partitiche si univano perfettamente alla terza rappresentata dall'associazione; nell'ambito delle normali difficoltà iniziali, il Comitato è riuscito sempre ha trovare la giusta sintesi, tanto da voler esportare il modello anche in altri paesi. Dopo la buona organizzazione della Festa dell'Ulivo il momento delle liste.
«Le regole dettate da Roma (le liste bloccate) hanno spiazzato un po' tutti, – ha continuato de Gennaro – ma in maniera democratica e con partecipazione il Comitato aveva individuato una rosa di soggetti da sottoporre ai vertici provinciali. Da quel momento un black-out totale nelle comunicazioni e la presentazione di liste con nomi totalmente diversi da quelli proposti.
Non sappiamo quali intoppi e quali responsabilità ci siano state a livello locale e provinciale, ma con amarezza e delusione abbiamo rassegnato le nostre dimissioni dal Comitato. La nostra non è una protesta contro le persone inserite nelle liste, o per la mancata inclusione del nostro rappresentante nel listone nazionale (come paventato da certa stampa), ciò che contestiamo è il metodo e la mancata partecipazione; se ce l'avessero chiesto avremmo fatto un passo indietro sempre nel segno dell'unità e per il bene del nuovo partito. Bisogna essere “democratici” fino in fondo».
«Le prospettive future – ha continuato Franca Carlucci – e che noi parteciperemo alle primarie e sosterremo Walter Veltroni e Michele Emiliano, in quanto essendo entrambi sindaci rispecchiano il motto che avevamo coniato per il nuovo Partito Democratico: “un Partito che viene dalle città”. Qualcuno ci aveva chiesto di creare una nostra lista, ma nel nostro DNA c'è l'unità, non volevamo dividere ulteriormente, con DS e Margherita si era iniziato e con loro si voleva terminare. Il nostro intento è, se ci sarà data la possibilità, di partecipare attivamente alla fase costituente. La nostra pretesa è che gli eletti nel nostro collegio (3 all'assemblea costituente regionale, 6 a quella regionale) riattivino immediatamente i processi di partecipazione della base nella redazione dello Statuto del nuovo soggetto politico. Essendo delegati devono raccogliere le idee e le proposte della base e riportarle a livello nazionale e regionale; non importa se vengano o meno accettate, ma l'importante è la condivisione e la partecipazione. Se invece le regole saranno quelle del pacchetto delle tessere e dei voti apportati dalla propria lista, creando nuovamente le correnti partitiche, allora non ci penseremo due volte a stracciare la tessera in mille pezzi; andare verso il nuovo con regole vecchie non serve a nulla».
«Noi vogliamo esserci con le idee ed i contenuti – hanno concluso i rappresentanti dell'associazione – e apprendiamo con soddisfazione come in un recente comunicato stampa, il direttivo congiunto di DS e Margherita abbia riconosciuto degli errori commessi nella fase di composizione delle liste. Ora vogliamo che le regole per il funzionamento del nuovo partito siano definite e vigileremo affinché siano rispettate in particolar modo dai democratici dell'ultima ora».
Autore: Roberto Spadavecchia