Brano musicale inedito su Don Tonino Bello. La Quasimodo-Melo di Bari rende omaggio al vescovo di Molfetta
BARI - I ragazzi della scuola media Quasimodo-Melo di Bari hanno partecipato ad un progetto di approfondimento della figura del vescovo della diocesi di
Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi don Antonio Bello, culminato con la registrazione di un
brano musicale inedito dedicato a don Tonino.
La figura di don Tonino è esemplare della missione sacerdotale, da lui svolta
costantemente a contatto con gli umili e i disadattati in nome della fede e della pace, tanto che la Congregazione per le Cause dei Santi ne ha avviato il processo di beatificazione. Oggi, a venti anni dalla sua scomparsa prematura, numerosi sono gli eventi ufficiali in programma nelle varie diocesi della Puglia che lo hanno, in un modo o nell’altro, conosciuto. Alle iniziative ufficiali devono essere aggiunte le iniziative personali di quanti hanno ritenuto doveroso ricordare don Tonino e farlo conoscere ai giovani che non hanno avuto la possibilità di vederlo in azione. Tra queste va menzionato il progetto voluto dal docente di religione cattolica Antonio Carbonara per i
suoi alunni dell’istituto comprensivo San Giovanni Bosco/Quasimodo-Melo. Il
progetto, che ha visto la collaborazione del Prof. Domenico Campanale, ex
seminarista e amico personale di don Tonino Bello, ha coinvolto alcune
classi della suola media Melo in un percorso di conoscenza del vescovo di Molfetta
sia come figura pubblica, attraverso la visione di filmati di repertorio, sia
come uomo, attraverso la narrazione di aneddoti e l’ascolto di testimonianze.
Alla fine del percorso alcune alunne hanno partecipato come coro alla registrazione
di un brano musicale inedito intitolato appunto “Don Tonino”, composto e interpretato dal Prof. Carbonara e arrangiato musicalmente dal Prof. Giuseppe Bolognini.
Il testo ricorda i punti nodali della vita di don Tonino Bello, la sua sofferenza – “quell’uomo della croce che ha saputo con sé portare ogni sorta di dolore” –, la sua vicinanza agli ultimi – “persegue il suo destino di essere vicino ai limiti del mondo” –, il suo impegno per la pace che lo portò nel 1992 nella Sarajevo assediata dai serbi, e il suo concetto di fede cristiana e del ruolo della Chiesa, con l’espressione “chiesa del grembiule”, coniata da don Tonino per sottolineare la necessità della Chiesa di farsi umile e agire direttamente sulle cause dell’emarginazione, ripetuta nel ritornello. La tematica strettamente religiosa del testo si adatta perfettamente per
contrasto ad un arrangiamento moderno che si avvale di chitarre, basso, batteria e
tastiere che hanno catturato l’interesse degli studenti della scuola, contribuendo al successo del progetto.