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Bollette del gas il Sistema Eni
15 maggio 2014

I Cittadini, qualcuno potrebbe, senza tema di sbagliare, anche definirli “sudditi”, sono esposti giorno dopo giorno allo strapotere di Enti, Società, Istituzioni che erogano servizi e beni di consumo. Questi ultimi, solo nominalmente, mascherano questo strapotere, nascondendolo dietro sigle e locuzioni via via più bizzarre, – che poi si trasformano in atti concreti nel sottrarre risorse indebite al Cittadino – anche se ben mascherate come azioni fatte “nell’interesse dell’Utente”!. È il caso della fatturazione ENI per la fornitura di gas metano ad uso domestico. Tralasciamo volutamente l’intricato coacervo di voci e vocine di spesa, tutte rigorosamente autorizzate da entità governative (C.I.P.E.) – tutte rigorosamente legate a provvedimenti dello Stato e/o degli Enti locali che, anche su questi pagamenti, giustamente?reclamano la loro “fetta di torta”. Vorremmo portare all’attenzione di lettori qualcosa che definire truffaldino avvicina molto alla realtà. Dunque, come tutti sappiamo (dovremmo), l’ENI – gestore della distribuzione, nella maggior parte dei casi, del metano domestico, non è in grado di effettuare la lettura dei reali consumi tutte le volte che emette fattura (tre, quattro volte all’anno): lo fa sporadicamente, attraverso Incaricati che, armati di marchingegno che fotografa addirittura il contatore del misuratore, registra in tempo reale (circa una volta l’anno) il reale valore di gas consumato. Allora che fa? Si regola presumendo consumi ricavati secondo algoritmi (bella, aulica parola che viene spesso usata da chi, Funzionario ENI, raccoglie le proteste degli Utenti) i cui risultati di calcolo, nella maggior parte dei casi, nulla hanno a che vedere con i reali consumi, ma servono solo a far pagare all’utente, anticipatamente, somme per gas non ancora consumato . Tuttavia, da alcuni anni, per venire incontro alle giuste proteste di coloro che nel ricevere la fattura con gli importi relativi (spropositati) a presunti consumi hanno mosso vibrate proteste, ha istituito la procedura di autolettura. In pratica la fattura indica, fra le altre voci, un numero di telefono gratuito (800 … …) al quale l’Utente, in determinati giorni – indicati dal Fornitore medesimo - e prima dell’emissione della fattura del periodo in questione, può comunicare - indicando il proprio numero di Utente - la reale lettura dei consumi di gas da fatturare, rilevati dal misuratore. Operazione relativamente semplice. Uno allora, si immaginerebbe che, nella fattura relativa, sia conteggiato il reale consumo rilevato e comunicato. Niente di tutto ciò! L’analisi da noi effettuata su alcune delle ultime fatture, mostra una situazione in cui il Fornitore, pur in possesso della reale lettura (la indica chiaramente,quindi l’ha recepita), comunicata nei tempi e nelle modalità richiesti, continua a fatturare volumi di gas calcolati secondo (udite, udite!) il sistema ENI! “Sistema ENI”! È la continuità comportamentale di una Società di proprietà del Tesoro, quindi pubblica che continua, malgrado le intenzioni dichiarate, a fatturare non quanto realmente consumato ma quanto essa stessa presume che il Cliente (che ha comunque comunicato la reale lettura) abbia consumato; come? Ma secondo il … “Sistema ENI”. Abbiamo scoperto, ad esempio, che la media giornaliera di consumo di gas, in un determinato periodo è di (poniamo) 0,8 mc/g. Dato ottenuto dividendo il valore della differenza fra la lettura reale precedente (comunicata all’ENI, nella penultima fatturazione) e quella reale, attuale del periodo ecomunicata, diviso per i giorni di calendario relativi al periodo. Poiché la data della fattura non è mai quella della comunicazione della reale lettura, ma ha un ritardo di circa 10 - 15 giorni solari, allora il famigerato “Sistema ENI” aggiunge un volume di gas, presunto per i 10 - 15 giorni aggiuntivi, che indica una media giornaliera di consumo (presunto) che è circa il doppio di quello calcolato: 1,53 mc/g!!! (Sistema ENI!). Un CONTRATTO stipulato fra due Contraenti – nel nostro caso: ENI (Ente fornitore) ed Utente (Utilizzatore del servizio), per definizione dovrebbe essere assolutamente bilanciato nei confronti dei due Contraenti. In questo caso, evidentemente non è così: Uno dei Contraenti, artificiosamente, e senza averlo preventivamente concordato con la contro-parte, impiega un sistema che definiamo vessatorio (Sistema ENI), addebitando volumi di gas che quasi sempre non sono ancora stati consumati, perfino all’atto della ricezione fisica della fattura. Si dirà: … “ma gli importi maggiorati, eventualmente pagati in anticipo dall’Utente, verranno comunque conguagliati in occasione di prossime future fatturazioni”. Ecco allora un altro punto in cui il Contratto stipulato risulta sbilanciato in sfavore dell’Utente: Se l’Utente non pagasse l’importo in fattura entro la data indicata, incorrerebbe in sanzioni, giustamente e puntualmente indicate a Contratto. Conseguenze: Se gli va bene, nella successiva fattura, vedrebbe come è giusto che sia, l’addebito di penali per mora. Questo, nella migliore delle ipotesi. Il caso peggiore invece, prevederebbe addirittura la sospensione della fornitura, con tutto quel che ne consegue, in termini economici, pratici e burocratici. La differenza di pagamento in più ed anticipato, generato dal “Sistema ENI”, a carico dell’Utente, ammonta a pochi Euro! Pur tuttavia,crediamo che il problema non sia di carattere quantitativo, ma di “sistema”. Pochi Euro, moltiplicati per i milioni di Utenti, fanno cifre ragguardevoli che il Fornitore incamera indebitamente ed in anticipo; sui quali incassa le sue brave finanziarie, che non riconosce poi all’Utente in sede di conguaglio. Non è nostro intento promuovere una class action nei confronti del Fornitore. Potremmo tuttavia anche farci promotori di azioni di richiesta di dovuti chiarimenti, sulle finalità di queste azioni che premiano uno dei Contraenti, lasciando gli oneri di eventuali anomalie tutte e solo a carico dell’altro Contraente.

Autore: Tommaso Gaudio
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