MOLFETTA – Un lettore scrive a “Quindici” e delinea un quadro abbastanza realistico di Molfetta, una “città morta”, la “città del cemento”, come noi scriviamo da tempo.
Ecco la sua lettera:
«Signori e signore benvenuti a Molfetta la città del cemento.
Eccolo la l'ennesimo palazzetto dello sport, probabilmente sarà l'ennesima struttura destinata a restare lì semi abbandonata. Spuntano palazzetti come se non ci fosse un domani, come se a Molfetta fra poco arriveranno da tutto il mondo atleti di varie nazioni per partecipare alle Olimpiadi, mentre restano inutilizzate altre strutture come la piscina comunale e vari campi sportivi.
Questa dei palazzetti mi ricorda tanto la storia del famoso porto commerciale, quando all'epoca i potenti di turno nel pieno della loro esaltazione, così come gli attuali, folgorati da deliri di onnipotenza sostenevano che durante la loro permanenza e grazie al nuovo porto commerciale a Molfetta sarebbero arrivate e partite navi colme di merci da tutto il mondo, facendo diventar Molfetta la Amsterdam della Puglia.
Tutto questo ci viene propinato ancora oggi, da questa amministrazione, mentre la piscina comunale struttura di cui hanno bisogno i molfettesi e noi disabili resta chiusa, abbandonata, devastata dai vandali.
Oggi Molfetta è una città ferma al palo, Molfetta è una città morta. Basta guardarsi intorno, non dico nulla di nuovo.
L'unica ferma volontà che emerge è quella di cementare, cementare solo cementare e autorizzare la costruzione di nuove palazzine, non importa dove spunteranno, se sul mare o in prossimità delle lame, non importa se cediamo il parcheggio della piscina comunale tanto quella non la userà più nessuno, resterà lì, magari la piscina la si demolisce e ci facciamo un altro bel palazzo, un'altra bella colata di cemento, sempre sul mare.
Quindi io con le mie disabilità mi chiedevo se ad esempio ['assessore allo sport Spadavecchia si renda conto del fatto che non può certo annunciare in pompa magna la realizzazione dell'ennesimo palazzetto senza preoccuparsi di quello che sta succedendo alla nostra piscina comunale.
Come fate assessore a non preoccuparvi del fatto che Molfetta non avrà mai più, anche a causa di questo nuovo eco-mostro, la possibilità di svilupparsi lungo la sua litoranea? Come è possibile assessore che non sentiate oltre alla puzza di bruciato delle bombe anche quella di nuove forme di abusivismo edilizio da voi autorizzato?
E ancora all'assessore vorrei chiedere ma non era uno devi vostri cavalli di battaglia quello di riqualificare l'area del park club? Rendere fruibile nuovamente la piscina comunale?
Caro assessore noi disabili nel frattempo attendiamo invano e continuiamo con enormi sforzi a doverci spostare in altre città per frequentare altri impianti e svolgere attività di riabilitazione».
Domenico Marino
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