Bari, sì del Consiglio al Piano di tutela delle acque
BARI - Con l’astensione della minoranza il Consiglio regionale approva il Piano di tutela delle acque. “Un progetto ambizioso – secondo l’assessore ai lavori pubblici, Fabiano Amati – che introduce importanti tematiche innovative emerse a livello comunitario, assumendole a strategie di riferimento”. “Si tratta – ha spiegato il presidente della quinta commissione competente, Pietro Mita - della tutela integrata e sinergica degli aspetti qualitativi e quantitativi delle risorse idriche, al fine di perseguire un utilizzo sostenibile, in grado di assicurare l’equilibrio tra la sua disponibilità naturale e fabbisogni delle comunità”. Altro aspetto cui fa riferimento il piano, riguarda l’introduzione degli obiettivi di qualità ambientale come strumenti guida dell’azione di tutela “che hanno il vantaggio di spostare l’attenzione dal controllo del singolo scarico all’insieme degli eventi che determinano l’inquinamento del corpo idrico”. In questo modo, quindi si punta alla “prevenzione”, anche attraverso “adeguati programmi di monitoraggio dello stato dei corpi idrici e dell’efficacia degli interventi previsti”- ha detto Mita. La Puglia presenta delle caratteristiche idrologico-ambientali condizionate dalla scarsa disponibilità idrica superficiale, un requisito spesso esasperato dai fattori climatici, elemento questo che secondo i tecnici dell’assessorato, influenza notevolmente lo stato quantitativo delle risorse idriche. Questo per quanto riguarda la programmazione, poi dal punto di vista del campo di applicazione l’assessore ha sottolineato che “dovranno adottarsi sistemi di protezione statica della risorsa idrica attraverso l’applicazione di divieti, vincoli, regolamenti per evitare il degrado delle acque”. Amati fa riferimento alle fognature, alle opere varie ferroviarie e in genere e alle infrastrutture di servizio. Quindi in programma nuove discipline per gli scarichi delle acque reflue domestiche e quelle assimilate, per le acque meteoriche e di lavamento di prima pioggia, oltre quelle da sottoporre a depurazione; nuove norme anche per la gestione e lo smaltimento dei fanghi di depurazione. Accolti i suggerimenti attraverso emendamenti del consigliere Carlo Laurora (Udc) “per armonizzare del Piano a tutte le leggi esistenti in materia di tutela del territorio”; di Donato Pentassuglia (Pd) per porre una particolare attenzione, alle questioni dei pozzi ad uso agricolo e alla sburocratizzazione delle autorizzazioni”. Il consigliere Marcello Rollo (Forza Italia) ha sottolineato che “questo progetto non rappresenta nulla di nuovo, non risolve i problemi antichi della gestione delle risorse idriche e del risanamento della falda acquifera. Sembra una ennesima elaborazione universitaria con scarsa efficacia”. Questo documento di programmazione di fatto sostituisce il vecchio piano delle acque risalente al 1983.