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Bari, "Se il digitale sveglia la stampa" tavola rotonda all'Ordine dei giornalisti di Puglia Si parla di informazione on line venerdì alle 9.30 nella sala conferenza in Strada Palazzo di città,5 (città vecchia)
07 giugno 2011

BARI - Le nuove tecnologie aiutano la stampa? E il digitale cambia il modo di fare informazione? Le risposte arriveranno dalla tavola rotonda "Se il digitale sveglia la stampa", organizzata dal Master in giornalismo dell'Università di Bari, dall'Ordine dei giornalisti di Puglia e dall'Associazione "M. Campione" per la formazione al giornalismo.
Il seminario si terrà venerdì 10 giugno alle 9.30 nella sala Conferenze dell'Ordine dei giornalisti in Strada palazzo di città 5 a Bari vecchia.
Interverranno Anna Matteo, vice presidente del settore digitale edizioni Condé Nast; Giuseppe Smorto, condirettore di "repubblica.it"; Carlo Bollino, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno; Paolo Rastelli, responsabile del "corriere.it"; Marco Pratellesi, direttore editoriale per il digitale edizioni Condé Nast; Maddalena Tulanti, vicedirettore del Corriere del Mezzogiorno; Stefano Costantini, capo della redazione barese di Repubblica; Franco Giuliano, caposervizio de "lagazzettadelmezzogiorno.it". Modera l'incontro Pino Bruno, giornalista Rai.
 

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Nulla, in questi ultimi 30 anni, è cambiato come la comunicazione e han tanto cambiato la società nella quale si è diffusa. Nel 1975 i tempi di percorrenza in jet fra Roma e New York o fra Tokio e Los Angeles erano già quelli di adesso. La velocità media del traffico autostradale, è, in tutti i Paesi, diminuita. Nella sfera dei rapporti interpersonali, la "sexual revolution", la secolarizzazione e la "liberazione femminile" avevano già prodotto i loro effetti. Persino in medicina i progressi sono stati importanti ma incrementali, non esponenziali o istantanei, come l'ottimismo ereditato dalla generazione precedente aveva fatto sperare. Se miliardi di persone comunicano fra loro istantaneamente, a costo minimo, scambiandosi notizie, opinioni, riferimenti come nel mondo dei "blog", dei diari e dei giornali personali, se la banda larga comincia a sfondare il monopolio delle immagini video, non soltanto l'informazione, ma anche la mediazione culturale della politica barcolla. E dunque la ricerca del consenso politico, che attraverso i grandi media ufficiali riusciva a esprimersi e manifestarsi, si fa sempre più difficile e aleatoria. Una società iperinformata tende a essere una società confusa, e vulnerabile ai messaggi degli illusionisti che propongono false soluzioni facili a problemi difficili, suggeriscono il manicheismo il localismo, il tradizionalismo, la religione, come antidodi. Un gruppo di terroristi con i suoi blog nascosti nelle infinite grotte carsiche di Internet, può raggiungere più utenti della sussiegosa Cnn e indicare nel suicidio glorioso, l'uscita di ogni dilemma. Mentre gli strumenti e i canali di informazione si sono moltiplicati come i secchi e le scope dell'Apprendista Stregone, la nostra capacità di assorbirli ed elaborarli è rimasta la stessa. E questo il paradosso pericoloso dell'era delle "armi di informazione di massa". E la tentazione è di aggrapparci al salvagente di chi propone interpretazioni semplicistiche e schematiche. Il massimo di democrazia informativa immediata mai raggiunto nella storia dell'umanità può dunque nascondere nel nocciolo il veleno della supersemplificazione razziale, religiosa o politica, dunque la premessa per nuove dittature e nuovi fondamentalismi.-

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