Attività sportive, senza visite mediche nessun contributo Coni
BARI – 16.9.2005
Niente visite medico-sportive, niente contributi Coni. Questo il diktat del Comitato olimpico regionale nei confronti delle società sportive pugliesi, che – altra novità – a riguardo saranno sottoposte a controlli a campione da parte dello stesso Coni. Dunque, la massima autorità sportiva territoriale torna alla carica, dopo le precedenti campagne, contro l'evasione dall'obbligo della visita medico-sportiva - in Puglia dell'80 per cento -, anche in seguito al caso del 51enne fondista barese deceduto mentre si allenava in Pineta San Francesco – e precedenti altrettanto tragici purtroppo non mancano.
Il Coni Puglia, oltre a rivolgersi direttamente alle società sportive facendo ora leva sull'aspetto finanziario, ma anche alle federazioni affinché sensibilizzino, esorta poi la Regione Puglia - in particolare gli assessori allo Sport Gugliemo Minervini e alla Sanità Alberto Tedesco - ad emanare finalmente la tanto attesa legge regionale sul settore, con l'annesso riordino delle tariffe, oggi diverse tra le varie Asl, in modo da rendere il meno onerosa possibile la spesa per le visite di idoneità dei maggiorenni (almeno per i minorenni sono già gratuite).
La Puglia infatti, nonostante un bacino di utenza di 180mila praticanti e 70mila amatori, resta ancora l'unica regione italiana a non essersi dotata di una normativa sulla medicina sportiva, nonostante alcune proposte di legge arenatesi nel tempo (l'ultima nella scorsa legislatura). Naturalmente il Comitato olimpico pugliese rinnova la propria disponibilità a collaborare alla stesura delle norme regionali: «Un lavoro fondamentale per lo sport di base – sottolinea il presidente del Coni Puglia Elio Sannicandro – che abbiamo anche già svolto in collaborazione con i comitati territoriali dello stesso Coni e della Federazione Medico Sportiva Italiana, nonché con esperti e tecnici del settore». Il tutto per armonizzare le necessità di tutela sanitaria per chiunque pratichi attività sportiva, non solo da agonista ma anche da amatore, con le esigenze delle società sportive, a cui ridurre il più possibile gli oneri.
Va ricordato, conclude il presidente, che «i centri federali della Fmsi – insieme con le Asl – devono realmente essere messi in condizione di svolgere quella funzione primaria di prevenzione e diagnosi che per molti ragazzi rappresenta l'unica possibilità generalizzata di effettuare una visita medica plurispecialistica preventiva, dopo la scomparsa dei presìdi di medicina scolastica e delle visite obbligatorie per il servizio militare di leva».