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Arrivano altre tasse: tarsu sui box senza rateizzazione. Il Comune a caccia di soldi per i propri errori. Rischio default finanziario
15 luglio 2012

Con la tenaglia al portafogli. Contribuenti sul piede di guerra a Molfetta. Il Fisco italiano si è adeguato alle difficili condizioni economiche dei cittadini, snellendo le procedure tributarie e favorendo la rateizzazione delle imposte con la Legge n.44/12. Il Comune di Molfetta, invece, non avrebbe applicato in toto (o per niente) questo meccanismo agevolativo. Una scelta incomprensibile, considerando quanto più volte propagandato dall’amministrazione Azzollini. È anche vero che le decisioni sulla riscossione delle imposte sono assunte dal Settore Tributi, ma in un periodo di crisi dilazionare le imposte sarebbe un grande segno di responsabilità di un’amministrazione verso i suoi cittadini. Allo stesso tempo, dopo l’aumento dell’aliquota Irpef al +0.15%, il Comune ha taglieggiato a tappeto i box auto di Molfetta. Una tassa considerata dall’amministrazione Azzollini legittima, dopo la riesumazione del D.Lgs n.507/93 e l’applicazione (strumentale) della sentenza n.2202/11 della Cassazione, riferita però a un caso specifico (un cittadino ha impugnato l’avviso di accertamento emesso dal Comune di Genova per un box adibito ad autorimessa, ma considerato area scoperta). DEFAULT FINANZIARIO La tassazione sui box auto, la mancata rateizzazione delle imposte, la riesumazione strumentale di leggi e decreti legislativi, soprattutto dopo i tagli statali, suscitano molti dubbi. Sembrano quasi provvedimenti ad hoc per rimpinguare le casse del Comune e cercare di tamponare il debordante disavanzo di amministrazione, mai rilevato dall’amministrazione Azzollini che ha sempre preferito propagandare il suo risicato avanzo nel conto economico. Ad esempio, non si spiega il ritardo nella presentazione al Consiglio comunale del bilancio di previsione (comunque differita al 31 agosto dal Ministro dell’Interno), se i conti comunali, come ha ribadito più volte il sindaco Antonio Azzollini, sono in regola e non ci sono buchi di bilancio. Al contrario, aleggia nell’aria lo spettro di un vero e proprio default finanziario provocato soprattutto dal taglio statale di 8 milioni di euro per i finanziamenti del porto. Così, invece di sgravare le imposte, sindaco Antonio Azzollini con il suo inutile sogno faraonico ha aggravato la pessima condizione tributaria dei molfettesi, già vessati da problemi lavorativi e occupazionali: prima l’aumento padronale dell’Irpef, ora centinaia di avvisi di accertamento per la Tarsu sui box auto. Restano oscuri i (pesanti) provvedimenti che potrebbero essere assunti dall’amministrazione per l’Imu. È probabile, però, che con questo andamento (cui si associa anche il bilancio in rosso dell’Asm) le casse comunali possano anche implodere tra qualche mese, lasciando Molfetta in un mare di guai finanziari con pesantissime ricadute economiche sui cittadini. Il default potrebbe ricadere sul successore di Azzollini che, come il premier Mario Monti, sarà costretto a imporre forti tasse sui cittadini per evitare il disastro finanziario provocato da errori di precedente gestione. LA RATEIZZAZIONE Attraverso le agevolazioni fiscali, il numero di pagamenti ammessi alla rateizzazione è aumentato nell’ultimo anno del 25%. Ad esempio, il pagamento dell’Imu è stato suddiviso in tre rate, come Quindici ha già spiegato sul numero di giugno, ma è possibile anche rateizzare il pagamento dell’Ires e/o dell’Irap. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito gli schemi della rateizzazione degli importi dovuti per la dichiarazione dei redditi o per controlli automatizzati (le rate possono anche avere un valore decrescente). Nel primo caso il contribuente può versare in rate mensili le somme dovute a titolo di saldo e di acconto delle imposte, ad eccezione dell’acconto di novembre da versare in un’unica soluzione. Nel secondo caso, se l’importo non supera i 2mila euro la dilazione può raggiungere un massimo di 6 rate trimestrali di pari importo, solo per temporanea situazione di obiettiva difficoltà. Oltre i 2mila euro, la dilazione è di diritto (fino a un massimo di 6 rate trimestrali di pari importo), mentre per le somme superiori a 5mila euro le rate possono essere anche 20. Se le somme dovute sono inferiori ai 50mila euro, la dilazione è subordinata al rilascio di apposita garanzia prestata con polizza fideiussoria o fideiussione bancaria o rilasciata da un consorzio di garanzia collettiva dei fidi. In alternativa, l’ufficio di riscossione può autorizzare una’ipoteca volontaria di primo grado su beni immobili, per un importo pari al doppio delle somme dovute. Tuttavia, sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi al tasso del 3,5% annuo. Inoltre, secondo le nuove disposizioni per la rateazione delle comunicazioni d’irregolarità (Legge n.214/11), è stato eliminato l’obbligo di prestare garanzia se l’importo complessivo delle rate successive alla prima sia superiore a 50mila euro ed è stato introdotto l’istituto del ravvedimento operoso per il ritardato pagamento delle rate successive alla prima. Naturalmente, il mancato pagamento della prima rata entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione o anche di una sola delle altre rate, annulla il beneficio della rateazione e l’importo dovuto (per imposte, interessi e sanzioni in misura piena), meno quanto già versato, è iscritto a ruolo. Ma, se si decade dal beneficio della rateizzazione, è possibile poi fruire della dilazione del pagamento delle somme iscritte a ruolo e notificate con la cartella.

Autore: Giovanni Angione
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