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Applausi a Molfetta alla farsa degli equivoci “Da Capedènne a Nètale mèzze stè Carnevale”, del Collettivo teatrale La Rocca
13 febbraio 2013

MOLFETTA - Una famiglia con vizi e virtù della normalità quotidiana dove l’ignoranza la fa da padrona e genera equivoci che rischiano di compromettere perfino la stabilità familiare.
E’ questo in sintesi lo spirito del nuovo lavoro di Pino Tatoli messo in scena dal Collettivo di teatro molfettese “Dino La Rocca” per la regia di Giorgio Latino: “Da Capedènne a Nètale mèzze stè Carnevale” rappresentata al Teatro Odeon di Molfetta.
La farsa, ben costruita sul gioco degli equivoci, provoca ilarità per le situazioni paradossali generate dallo scambio dei ruoli dei protagonisti e mette in evidenza i pregiudizi della gente umile nei confronti della diversità sessuale, vista come un disonore e un male peggiore della morte.
E la comicità corre sul filo della vergogna per la presunta omosessualità del figlio Gianni (un’efficace Francesco la Rocca) già scapestrato il quale, in realtà, mima il ruolo assegnatogli in una commedia locale per entrare nella parte, al punto da immedesimarvisi, anche davanti ai genitori stupefatti, senza rendersi conto dell’impatto che questa diversità sta avendo in famiglia fino a sconvolgerne l’armonia.
Centrale il ruolo della brava Mena Pischettola, ormai caratterista nel ruolo della nonna ignorante, ma simpatica e soprattutto vitale, capace di confondere un falegname con un impresario di pompe funebri, acquistando inconsapevolmente un feretro al posto di una tavola ortopedica per lenire i dolori della schiena durante la notte.
Immancabile lo spazio riservato a una certa credulità popolare che punta sull’intervento di sensitivi arraffoni (Maria Latino, Elisabetta de Trizio e Donato de Bari) per guarire la malattia del figlio gay, ma che finiscono per colpire la persona sbagliata l’ingenuo Peppino (Caterina Tattoli) amico di famiglia.
A tenere insieme tutti i personaggi della brillante farsa, gli amici Saverio Di Dio, capofamiglia (Giovanni Saltarelli) e Gaetano (Giorgio Latino), i cui dialoghi fanno da supporto alla trama della commedia nella quale la moglie Maria (Mariella Facchini) gioca il ruolo della vittima inconsapevole degli equivoci e dei pregiudizi del marito.
Non potevano mancare, a coronamento del quadretto molfettese, le sorelle pettegole Tonietta (Isa Sgherza) e Bettina (Daniela de Pinto) megafono di tutte le vicende familiari nella messaggistica del quartiere.
Ben caratterizzati anche i personaggi dell’altro figlio Gino (lo stesso regista Tatoli) e dell’impresario delle pompe funebri (Angelo la Piana), dello psicologo (Vito de Trizio), del ragazzo (Annaeli Nappi) e di Licetta, moglie esaurita di Gaetano (Francesca Minervini). Brillante presentatore Nicolò Lucivero.
La versatilità del Collettivo di Teatro Popolare Molfettese “Dino La Rocca” si metterà alla prova ancora una volta con una rappresentazione drammatica mercoledì 20 marzo: l’Addolorata dello scrittore molfettese in scena all’auditorium Regina Pacis della Parrocchia Madonna della Pace.
 
© Riproduzione riservata
Autore: f.d.s.
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