Annalisa Altomare si dimette da presidente della commissione consiliare urbanistica di Molfetta. Più lontani i venti di crisi della giunta Natalicchio
MOLFETTA – Annalisa Altomare (nella foto con Paola Natalicchio durante la campagna elettorale per il sindaco) consigliere comunale del Pd si è dimessa da presidente della commissione consiliare permanente urbanistica, lavori pubblici, casa e territorio.
Il motivo delle dimissioni non è stato reso noto, ma è facilmente intuibile dopo gli ultimi avvenimenti che hanno portato all’emarginazione della stessa Annalisa Altomare all’interno del Pd. Isolato anche Lillino Di Gioia dopo l’annuncio di un comizio nel circolo del burraco, che preannunciava una nuova offensiva contro il sindaco Paola Natalicchio e l’amministrazione di centrosinistra. Di Gioia non iscritto al Pd, ma aspirante all’iscrizione, continua in una polemica personale (trasversale che ha come obiettivo Guglielmo Minervini) insieme alla sua amica di sempre Annalisa Altomare, la quale non perde occasione per polemizzare e attaccare il sindaco Natalicchio, anche lei probabilmente per aspirazioni politiche insoddisfatte. Una polemica divenuta noiosa e a volte patetica, nel tentativo del personaggio di avere una certa visibilità nell’informazione locale. Ma negli ultimi tempi è apparsa politicamente troppo nervosa (schizzata, direbbero i giovani di oggi), facendo appannare il suo ruolo politico del passato, tollerante e aperto al dialogo anche nei confronti delle critiche, atteggiamento più democratico di quello attuale.
La sconfitta elettorale del gruppo “Cambia verso” che insieme al Pd ha raccolto appena 1.500 voti da dividere fra quelli del segretario De Nicolo, quelli del partito e quelli del candidato, confermano come il calo di consensi vada considerato come una vera débâcle di quello che avrebbe voluto presentarsi come il centro moderato di Molfetta, ma che ha spaventato proprio i moderati per la campagna aggressiva, offensiva e quasi estremista portata avanti dai due. In pratica, i pochi voti della coppia non servono nemmeno al Pd, anzi rischiano di dare un’immagine del passato a un partito che lo stesso segretario nazionale Renzi vuole svecchiare rottamando proprio i personaggi del passato, peraltro sempre sconfitti come Bersani. Stesso discorso per il segretario regionale Emiliano, al quale i due personaggi locali fanno riferimento.
La presa di distanza da parte del segretario del Pd Piero de Nicolo dal loro movimento “Cambia verso” (per tornare indietro, si chiede la città?) ha probabilmente provocato la reazione dell’Altomare che ha deciso di dimettersi dall’incarico in commissione consiliare.
A questa situazione va data una giusta e non fantasiosa (o faziosa) lettura politica: va considerata come la fotografia di una realtà che sta mutando. In pratica, l’abbandono dell’Altomare rafforza la coalizione di centrosinistra e allontana i venti di quella crisi, voluta soprattutto dalla coppia ex Dc, ex tutto Di Gioia-Altomare, considerata da molti espressione politica del passato.
La scomposta reazione del gruppo di centrodestra che ha sostenuto la candidatura di Tammacco al consiglio regionale, abbandonando Azzollini e schierandosi opportunisticamente con Emiliano, conferma come ormai vacilli il progetto politico di alternativa al centrosinistra che trovava proprio nell’accordo fra la coppia ex Dc e l’ambiguo centrodestra di Tammacco e Caputo, ormai agonizzante, la possibilità di ribaltare la situazione. Una conferma di questo accordo sta nel fatto che mai la coppia aveva sconfessato il pastrocchio del centrodestra-sinistra partorito nella mente di qualche alchimista disturbato.
Tra l’altro con la sua posizione contro la sua maggioranza e il suo sindaco (suo malgrado) Annalisa Altomare ha reso problematica anche la sua presenza di all’interno del Pd, come era quella di Guglielmo Minervini quando ha scelto di candidarsi con Vendola.
Le solitarie pericolose fughe in avanti, senza esercito, alla fine possono risultare dannose e portare all’isolamento. Ed è quello che sta avvenendo in queste ore per chi sperava in un ribaltamento che, però, avrebbe comportato seri rischi di consenso per il Pd, come le ultime regionali hanno dimostrato. Perduto il braccio di ferro con il segretario De Nicolo, l’Altomare tenta ora un’ultima mossa per cercare di fare rumore in una stanza che si rivela sempre più vuota.
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