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Anche il comitato Seagull difende l'art.18 ed i made in Italy
26 marzo 2012

MOLFETTA - "Forse è poco conosciuta la Italian Maritime Academy  (http://imaphilsinc.com/), come cita un comunicato del Comitato Seagull, che è una scuola di formazione per i marittimi voluta dalla Confitarma e dal Rina, e che, ovviamente, serve a   formare equipaggi filippini per la navi italiane da crociera (Costa) e da trasporto.
Perché gli armatori italiani e l’ente di classifica del nostro paese (Rina) che dovrebbero tutelare il lavoro dei marittimi italiani, hanno aperto questa scuola a Manila?
Occorre chiarire che la legge 30/1998 che ha istituito il registro-bis consentendo agli armatori di imbarcare marittimi non comunitari su navi battenti bandiera italiana, ha riconosciuto (art.6) benefici fiscali e agevolazioni contributive solo per i marittimi italiani imbarcati; ma ciò non pare sia stato sufficiente perché - con i soldi incassati e risparmiati - è sembrato loro  molto più conveniente preparare  equipaggi stranieri a costo notevolmente inferiore.
Ma gli effetti di questa politica scellerata sono sotto gli occhi di tutti e ci riferiamo in particolare, ai casi più noti, accaduti negli ultimi tre mesi:
1) cargo Venezia, con sversamento in mare di 200 fusti tossici a Livorno;
2) naufragio del  Costa Concordia;
3) avaria del Costa Allegra;
4) fermo della nave Bottiglieri Challenger in Alabama-Usa;
5) naufragio della Gelso M. a Catania;
6) spiaggiamento della HC Rubinia a Messina.
Questi eventi vedono come protagonisti equipaggi in gran parte filippini, ma purtroppo ricadono sulla marineria italiana e ne ledono gravemente la fama e la dignita’, a causa di armatori che mirano solo al profitto e costringono comandanti ed equipaggio a comportamenti illegali: ecco perché occorre difendere l’art. 18 anche per i marittimi.
Eclatante a tal proposito è proprio la notizia diffusasi  nei giorni scorsi del sequestro, avvenuto nel porto di Aabama (Usa), della nave italiana  Bottiglieri Challenger: la Coastguards ha infatti potuto accertare che il personale di bordo aveva sversato in mare una grossa quantità di liquidi inquinanti, provenienti dalla sentina o dal lavaggio delle cisterne.
Il sistema usato è utilizzato anche da molte navi cisterna che solcano il  Mediterraneo: consiste nel connettere fra loro la condotta  per lo svuotamento della acque inquinate (che debbono essere aspirate con delle pompe e raccolte in appositi contenitori a bordo per poi essere scaricate a terra) e la condotta antincendio che pesca a mare: così durante la navigazione armatori senza scrupoli costringono i loro dipendenti ad inquinare le acque del mare in maniera massiccia ed  impunita". 

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