MOLFETTA – E’ sempre allarme sicurezza che solo “Quindici” lancia a Molfetta per l’incendio delle vetture. Questa notte alle 2.30 circa una vettura dei Vigili del Fuoco interviene per domare le fiamme dell’ennesima auto bruciata. Pronto è stato l’arrivo dei Vigili del Fuoco che hanno evitato che le fiamme raggiungessero i vicini alberi.
Parcheggiata in una stradina di fronte alla chiesa S. Achille, caso ha voluto isolata dalle altre macchine, la Punto bianca è stata avvolta dalle fiamme riportando all’attenzione della città il problema sicurezza, problema che non fa più notizia e che rimane tale in una passività generalizzata delle autorità, come Quindici afferma da tempo nelle pagine del suo mensile e nella cronaca quotidiana del sito.
Ecco ritornare l’incubo di ogni automobilista. Pensavate fosse finita qui? Dopo un periodo di calma apparente, magari perché si pensava che l’attenzione di qualche “buontempone” si fosse spostata alla vicina Giovinazzo, ecco che l’ennesima “autoflambè” ci riscuote dal torpore. Non siamo più liberi di parcheggiare la nostra vettura in strada, con la paura di ritrovarne le ceneri. Obbligati a comprare un box auto oppure a stipulare una assicurazione incendio e furto in controtendenza alla crisi economica e al rincaro di queste polizze assicurative. Tutto per evitare che anni di sacrifici vadano letteralmente in fumo.
Ma chi è a capo di questi “incidenti”? L’autocombustione, dice qualcuno. Ammenocchè un qualche campo magnetico o altro fantascientifico fenomeno abbia colpito la nostra città, è alquanto improbabile questa elevata percentuale di incendi di natura spontanea, che inoltre avvengono proprio mentre Morfeo ci culla coi suoi sogni, che rendono la realtà al risveglio ancora più amara. Spostiamo l’attenzione sui cittadini allora.
Che sia un gruppo di piromani che si muove di notte alla ricerca di divertimento spinti dalla voglia di potere distruttivo? Anche questa tesi lascia molto a desiderare. Possibile che mai nessuno riesca a vedere qualcosa e qualcuno? Una attività da professionisti allora. Il racket è la tesi più sostenuta e più credibile (malgrado quello che sostiene l’associazione antiracket), anche se gli inquirenti evitano rogne archiviando il caso come “corto circuito”.
Quindici ha già trattato l’argomento nel numero di ottobre con cifre preoccupanti e con ipotesi accreditabili. “
Se queste notizie venissero confermate ma io non ci credo figurati se è vero” citando il caro Benigni.
Le forze dell’ordine brancolano nel buio. Certo il problema è scottante, anche perché chi si incendia non lascia traccia di sé. Non parliamo poi del sindaco Antonio Azzollini che si permette di affermare: “Stiamo cambiando volto alla nostra città” con l’installazione entro il 2011 di altre 24 telecamere di videosorveglianza nei punti più a rischio. E perché quelle già presenti, non hanno mai funzionato? E la vigilanza dov’è?
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