Allarme rischio idrogeologico a Molfetta. La città ha paura: allagata Lama Cascione, campagne e ville sommerse, mobili a pelo d'acqua
Molfetta come Genova o Aulla? Probabile, di fronte all’elevato rischio idrogeologico della zona e al menefreghismo delle istituzioni. Un allarme che Quindici lancia da anni, dopo l’urbanizzazione selvaggia e gli allagamenti della zona industriale, della nuova zona di espansione e di molti quartieri della città negli ultimi due anni. Le avvisaglie non sono poche. Durante il nubifragio dello scorso 6 novembre il Corso Umberto si è trasformato nel letto di un fi ume e l’intensità dell’acqua ha sollevato l’asfalto delle strisce pedonali verso la villa comunale e su Corso Dante. Allagati anche i corridoi al piano terra del Seminario vescovile. Secondo alcune testimonianze, l’alveo di Lama Martina-Cupa si sarebbe colmato e l’acqua proveniente dalle periferie riversata con tale forza verso il mare (passando dai rione Annunziata e Catecombe) da trascinare tutto e ingrossare l’acqua nel bacino portuale. È anche intervenuta la Polizia Municipale per sistemare i tombini della fogna bianca e nera, saltati per dell’intensa pioggia. Drammatica la situazione su Lama Cascione (tra la strada vicinale Mino e la provinciale per Bitonto) sabato 12 novembre, documentata da Quindici anche con un video-documentario. Dopo le continue e incessanti precipitazioni nella zona della Murgia tra Altamura e Quasano (accumuli alluvionali a Terlizzi, Corato, Bitonto e Ruvo), l’acqua ha imboccato l’alveo della lama che da Sovereto si riversa alla seconda cala, passando dalle località Fontane, Cascione, Macchia Pomponia, Macchia dei Cantoni e San Francesco, Valascia, Chiuso Rosso e Schiff o, anche sotto l’autostrada, la statale 16bis e la ferrovia (punti di ostruzione). Campagne allagate, ville ricolme di acqua, stanze e cantine sommerse con i mobili che annaspavano nell’acqua. Stesso scenario di Genova e Aulla. Secondo le testimonianze raccolte da Quindici, sin da notte inoltrata l’acqua accumulata avrebbe raggiunto i 30cm di altezza in direzione Molfetta. Dopo qualche ora (mattina), nonostante la piena si fosse attenuata, soprattutto nei punti in cui la superfi cie aveva forma concava l’altezza aveva raggiunto i 60 cm circa (ginocchio). Lama Cascione si è trasformata in un vero e proprio letto di fi ume, la cui portata è stata accentuata dalle ostruzioni presenti: non solo numerose ville, ma anche muretti in cemento e strade che moltiplicano la potenza dell’acqua e ne agevolano il ristagno. La mattina successiva (domenica 13) l’acqua ristagnava ancora nei pressi delle ostruzioni. E quei pochi e piccoli canali di defl usso erano ostruiti da pietre, terra e materiale organico (foglie, rami, sterpaglia, ecc.) Chi ha concesso il permesso a costruire in quella zona negli anni passati? Perché nessuno ha lasciato i muretti a secco? Perché mancano le orlature di terrazzi in una zona sopraelevata su cui insiste una lama? Ignoranza, omertà, menefreghismo? Per fortuna, nessuno si è trovato sul posto nel momento in cui l’acqua ha iniziato a correre lungo il solco tracciato. Anche in questo caso, è intervenuta la Polizia Municipale di Molfetta per controllare lo stato dei luoghi. Insomma, una piccola zona alluvionata dalla località Fontane fi no all’autostrada, che ostruisce in superfi cie la lama. La stessa situazione è stata registrata in tutto l’agro di Molfetta, in particolare lungo quegli alvei ben defi niti e con maggiori ostruzioni. Infatti, l’acqua proveniente dalle Murge ha investito anche le altre lame locali, come Marcinase, Scorbeto, Vincenza e dell’Aglio (zona Pip e Asi), Martina-Cupa, Le Sedelle e Pulo, per citarne alcune. Quanto documentato da Quindici per Lama Marcinase è la situazione di una lama che rispetto alle altre ha una portata minore (per di più con bel tempo e dopo le precipitazioni): ad esempio, Lama Martina- Cupa ha una portata cinque volte maggiore. Cosa potrebbe succedere se una piena (accumulo di acqua proveniente dalle Murge e precipitazioni nel territorio di Molfetta) investisse la città? Quale potenza potrebbe avere l’acqua delle Murge, la cui idrografi a carsica non circola a pelo libero, bensì in pressione? Reggerebbero le palazzine edifi cate nella nuova zona residenziale a ridosso di Lama Martina o aff onderebbero nel terreno inzuppato di acqua? In occasione dei nubifragi del 2009 e 2010 i locali interrati e a piano terra sono stati sommersi dall’acqua meteorica, con gravi disagi per i residenti. Quali danni potrebbe subire il quartiere della Madonna della Rosa, edifi cato negli anni ’80? Tutta l’area di via Ungaretti è costruita a ridosso e nell’alveo di Lama Martina-Cupa. Con forti e costanti precipitazioni, via Sibilla Aleramo diviene un fi ume in piena diretto verso l’alveo ostruito. E la zona industriale, investita dalle lame Dell’Aglio, Vincenza, Marcinase e Scorbeto, dove gli alvei e i cigli di scarpata sono stati soff ocati dal cemento? L’amministrazione Azzollini ha collocato il Pip3 proprio sulle lame Scorbeto e Marcinase (questa inclusa nell’elenco delle acque pubbliche), noncurante delle indicazioni dell’Autorità di Bacino contenute nel Piano di assetto idrogeologico. Potrebbe riattivarsi anche Lama Le Sedelle (con Lama Scotella) che, ostruita dalle costruzioni lungo via Fremantle, via Ruvo, via Corrado Salvemini, si riversa alla Cala Secca dei Pali? Proprio allo sbocco della lama è stata installata una vasca di grigliatura e disabbiatura per le acque meteoriche che le strade non riescono a drenare. Cosa si nasconde sotto le palazzine? Perché lo scorso marzo, durante un nubifragio, si è aperta una buca in via Madonna dei Martiri, di fronte a Piazza ex- Mattatoio, proprio sulla lama ostruita? Perché l’altra buca in via Tenente Fiorino e via Bari? Cosa sta succedendo a Molfetta? Occorre uno studio geomorfologico approfondito sul territorio urbanizzato per poter adottare le dovute precauzioni, invece di crogiolarsi nelle piccole beghe condominiali.
Autore: Marcello la Forgia