Allarme dei docenti dell'Alberghiero di Molfetta: scuola inagibile e doppio turno
MOLFETTA – Il collegio dei docenti dell’Istituto Alberghiero di Molfetta (Ipssar) lancia l’allarme inagibilità della scuola che sarà costretta ad attuare il doppio turno e richiede un intervento urgente.
Questo il documento dei docenti, inviato a tutte le autorità scolastiche, ma anche a quelle istituzionali dal sindaco all’assessore regionale, dal presidente della Provincia al Ministro dell’Istruzione:
«1. Dopo l’autorizzazione, da parte della provincia di Bari, di lavori di allestimento di nuovi uffici ASL nell’ala settentrionale dell’ex Istituto APICELLA, in corso Fornari, sede centrale dell’I.P.S.S.A.R. Alberghiero Molfetta, condivisa con altre scuole e con uffici pubblici vari, da mesi presso i locali scolastici risulta irregolare la fornitura idrica. In particolare, al rientro a scuola, il 1° settembre, abbiamo constatato che l’acqua manca totalmente al primo piano.
2. All’inizio di luglio, nel corso di lavori di ripristino di un serbatoio dell’impianto antincendio presso la sede succursale della medesima istituzione scolastica in via Giovinazzo, a Molfetta, è saltata la tubazione dell’impianto, che da quel momento risulta non funzionante. I lavori della ditta appaltatrice della Provincia di Bari sono stati sospesi e mai più ripresi.
3. Dal 14 agosto al 7 settembre 2013 ignoti, dopo aver disattivato l’allarme, sono penetrati per 4 volte nella sede succursale (foto), hanno rubato materiale didattico, apparecchiature elettroniche e suppellettili, rame dall’impianto elettrico, hanno devastato una parte dell’edificio, interrotto la fornitura elettrica.
Dopo settimane di inutili discussioni, pressioni, richieste, comunicazioni verbali e scritte, sopralluoghi inconcludenti, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico nessun cantiere è aperto. “Per mancanza di copertura finanziaria” è la motivazione degli uffici.
L’Alberghiero di Molfetta è entrato nel 2007 nel Secondo Rapporto EURISPES sulle eccellenze italiane. Accoglie, nei suoi due plessi e 73 classi, circa 1.800 alunni, la metà dei quali in obbligo scolastico, provenienti da un bacino territoriale esteso da Bitetto, Palo, Binetto fino ad Andria e Barletta, passando per Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Terlizzi, Ruvo, Corato, Bisceglie, Trani.
In questi anni difficili per la scuola italiana, nonostante la precaria sistemazione logistica, la comunità dell’Alberghiero di Molfetta, come Arnaldo Momigliano a Londra sotto le bombe dei nazisti, ha continuato a svolgere il suo compito e a crescere, fiera della missione costituzionale affidata alla scuola pubblica statale italiana, fiera, cioè, di quella vecchia idea di poter essere tutti uguali:
(art.3) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese;
(art.34) La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Ma forse lo Zeitgeist sconsiglia di parlare di ideali e di Costituzione. Forse, negli anni delle Spending Revieuws, si parla un linguaggio più comprensibile se si fa notare il paradosso di circa 1800 famiglie che pagano per la loro parte i costi del diritto/dovere di istruzione dei figli (libri, trasporto, tasse scolastiche, ecc.) e di circa 200 docenti e 50 unità di personale ATA, il cui costo per lo Stato si aggira intorno al milione di euro all’anno, costretti a condividere, sui rispettivi versanti della domanda e dell’offerta di istruzione, lo stesso sostanziale disservizio. In altri termini si sprecano centinaia di migliaia di euro per l’inerzia o l’incapacità o il disinteresse di chi non ne trova qualche migliaio per ripristinare le forniture elettriche e idriche minime indispensabili e i necessari presidi di sicurezza.
Non tocca a noi ricordare che esistono procedure di intervento rapido nei casi, come questo, di somma urgenza. Forse, però, ancora ci compete suggerire a tutti gli attori di questa vicenda di pensare a quale sarà il messaggio educativo che i nostri giovani recepiranno il primo giorno di scuola, dinanzi all’inerzia delle istituzioni. Restiamo in fiduciosa attesa che qualcosa si muova. Magari per poter dire che ancora esiste un’Autorità in Italia la quale, oltre che a portare tale nome in una delle molte declinazioni previste dal nostro ordinamento, tenga ad esercitare la Sua funzione».