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Alla scoperta dei giochi tradizionali di Puglia
20 dicembre 2024
Nel mondo di oggi tra smartphone, computer e console la varietà di offerte ludiche che ci circonda è impressionante. Possiamo accedere a migliaia e migliaia di titoli direttamente dal divano di casa e giocare persino con qualsiasi altro giocatore nel mondo grazie ai sistemi ‘cloud’. Una volta non era così e se ci si voleva divertire l’unico modo era quella di riunire i propri amici e giocare con loro, sia per strada ma anche in casa. Sono infatti tantissimi i giochi della tradizione italiana, con la Puglia che non fa certo eccezione. Anche nel tacco d’Italia per secoli sono passati di generazione in generazione giochi divertentissimi e coinvolgenti dove bastavano pochi, semplici, strumenti per passare ore e ore di sfrenato divertimento. Non parliamo solo dei giochi fatti nel cortile di casa o tra le vie della propria città ma anche a casa, con i giochi di carte ad esempio. E questo aspetto del divertimento, in realtà, è rimasto in qualche modo immutato poiché sul web è possibile accedere a tanti giochi di carte, su piattaforme ad hoc e siti casinò che permettono di giocare a passatempi come la scopa, la briscola, il tressette ma anche al
gioco del Burraco Online
, blackjack e poker. Rimaniamo però nella tradizione di un tempo e scopriamo come i pugliesi amavano divertirsi quando non c’era ancora la tecnologia a riempire le nostre vite.
Campana
La campana è un gioco senza tempo, che non ha una specificità locale ma si giocava, e si gioca ancora oggi, in tutta Italia. In fondo basta solo un gessetto, una pietra e alcuni amici. Lo svolgimento è semplicissimo. Sull’asfalto si disegna un percorso fatto di caselle messe in file, alcune file singole, altre con due quadrati uno attaccato all’altro. In questo modo si crea una sorta di percorso da attraversare saltellando. Finita questa fase, infatti, il giocatore di turno lancia la propria pietra all’interno di una delle caselle e inizia a saltellarci dentro andando fino alla fine del percorso e ritornando. Naturalmente sulle caselle singole si salta con un solo piede, sulle doppie bisogna atterrare con entrambi i piedi. A questo punto, durante il ritorno, si recupera la pietra e si termina il percorso. Naturalmente l’obiettivo è non cadere, sbilanciandosi, e finire nel più breve tempo possibile e senza far cadere la pietra.
Tuddhri
Ecco, questo ha radici davvero antiche tanto che si ipotizza possa avere origine addirittura nelle epoche antiche, greca e romana. E testimonianze ce ne sono anche nei reperti storici di quelle epoche conservati nel Museo archeologico di Taranto dove ci sono vasi e
opere che illustrano i giochi di strada ma anche gli atleti delle antiche Olimpiadi
. Un gioco molto semplice dove però ci si deve munire di tante pietroline. Lo scopo del gioco è infatti quello di lanciare per aria una pietrolina con la mano e mentre sta per cadere avere l’abilità di raccoglierne un’altra, precedentemente posizionata per terra, così da avere poi in mano due. Ovviamente senza farle cadere. E così va avanti il gioco perché se ne avranno in mano due e bisognerà conquistarne tre, poi quattro e così via. Interessante anche che ci siano denominazioni delle posizioni di gioco come ‘ad uno’, ‘a due’, ‘a tre’, a manu china (a mano piena) a seconda di quante pietre si prendono. Ovviamente quando un giocatore sbaglia e fa cadere le pietre si ferma un giro e passa la mano al giocatore successivo.
Currucule
E poi se si chiede ai propri nonni non potranno che citare il currucule. Cos’è? Ma la trottola! Un semplice pezzo di legno modellato a forma conica, con la punta metallica e una corda arrotolata tutta intorno. Un gioco che viene gelosamente conservato ancora oggi anche da nuove
associazioni che difendono i giochi tradizionali insieme alla scoperta dei nuovi
come ad esempio i giochi di ruolo. Si tira forte la corda e la trottola inizia a girare. Per i più abili però non c’è solo la capacità di farla roteare a lungo ma anche di eseguire forme e coreografie particolari, giocando con la lunghezza della corda, facendo girare la trottola in mano o lungo il proprio corpo in un vero e proprio freestyle. Così le sfide andavano avanti all’infinito con chi sapeva far girare la trottola e la corda attorno alla propria vita, o alzando il braccio e persino facendola rimbalzare. Insomma in questo gioco non c’era proprio un freno alla fantasia.
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