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Alla Festa dell'Unità il centrosinistra interroga se stesso Un dibattito con i consiglieri comunali di opposizione moderato dal direttore di Quindici e Quindici on line
03 settembre 2006

MOLFETTA - La Festa dell'Unità, organizzata dai Democratici di sinistra di Molfetta presso il Parco di Ponente si conclude questa sera, con un ultimo dibattito dedicato alla scuola, l'esibizione di una scuola di danza e l'estrazione dei premi, fra cui l'ambita Fiat 600, ovviamente rossa. Ieri sera è toccato al giornalista economico della "Gazzetta del Mezzogiorno", direttore di Quindici e Quindici on line, Felice de Sanctis, moderare l'unico incontro dedicato alle questioni locali e prettamente politiche, immancabile in una Festa dell'Unità che si rispetti. (Nella foto da sinistra: Nino Sallustio, Mino Salvemini, Felice de Sanctis, Lillino Di Gioia e Gianni Porta) Assente l'assessore regionale Barbanente, per un impegno dell'ultimo minuto, e purtroppo coinvolto in un incidente stradale poco prima dell'appuntamento Tommaso Minervini, si sono ritrovati attorno al tavolo per discutere di sviluppo e politica a Molfetta Nino Sallustio, consigliere comunale della Margherita, Lillino Di Gioia, ex candidato sindaco del centrosinistra, il padrone di casa, Mino Salvemini, consigliere comunale e segretario cittadino dei Ds, e Gianni Porta, tornato così sulla scena politica dopo le travagliate vicende vissute da Rifondazione comunista negli ultimi mesi, che ha specificato subito di partecipare al dibattito “come portavoce designato dalla commissaria”. Di sviluppo s'è parlato a dir la verità assai poco, dopo che Mino Salvemini ha aperto ricordando che il centrosinistra s'era presentato alle elezioni comunali con una sua idea ben precisa di città, esattamente quella che è mancato e manca al centrodestra vittorioso con Antonio Azzollini, il quale anche nelle sue dichiarazioni programmatiche nel Consiglio Comunale di insediamento ha fatto capire di non vedere la necessità di produrne una e di chiamare su questa i cittadini al confronto ed alla partecipazione. “È una giunta questa – ha chiosato Mino Salvemini – che consapevolmente vuole galleggiare sull'esistente”. La discussione si è piuttosto spostata su due temi, la città, quella che ha scelto il centrodestra e che è parso quasi che il centrosinistra ammettesse di non conoscere a fondo, di non saperne più interpretare e ancor più rappresentare gli umori, e il centrosinistra stesso. Con nemmeno tanto sullo sfondo, anzi pulsante come ferita ancora aperta, le elezioni amministrative e una sconfitta difficile da metabolizzare. Lillino Di Gioia, candidato sindaco sconfitto dello schieramento, ad affermare con qualche traccia di livore sotto il suo onnipresente sorriso, da un lato che si poteva vincere, dato che non c'erano giganti come avversari e specularmene che si è voluto perdere, per la precisione che “ci siamo fatti del male da soli”. Gianni Porta, replicando subito che “ci sono ancora nodi da sciogliere” per il centrosinistra, c'è bisogno di capire gli errori fatti e ridefinire la collocazione di alcune forze nella coalizione. Nonostante le ripetute sollecitazione di Felice de Sanctis il tema del Partito democratico che verrà, la grande arca capace di accogliere tutte queste differenze, non ha suscitato entusiasmi. Se il segretario provinciale diessino, Giuseppe Rossiello, in un dibattito di qualche giorno fa si era detto certo che si farà, Nino Sallustio ha onestamente riconosciuto che farlo nascere non dipende né da lui, Margherita a Molfetta, né da Mino Salvemini, responsabile dei Ds, fosse così sarebbe praticamente cosa già fatta. Un Nino Sallustio apparso ieri sera stranamente disincantato, a ricordare che l'opposizione non si può fare solo in Consiglio Comunale, ma con i partiti, con i segmenti di cittadini organizzati, ma soprattutto sapendo intercettare i bisogni di chi ha nei fatti preferito il centrodestra, quasi pensasse, ha chiosato Mino Salvemini, che è meglio avere un padrone, Azzollini, cui delegare il potere e che la partecipazione è inutile. Imparare a conoscere la città, è sembrato questo in definitiva il compito di recupero che il centrosinistra, dopo la sconfitta di giugno, ha assegnato a se stesso, e pure non dividersi, come troppo spesso è accaduto.
Autore: Lella Salvemini
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