MOLFETTA - Potrebbe essere la volta buona. L’opera di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico dell'Italia dovrebbe partire a breve. Sono già stati individuati dal demanio quasi 350 immobili per un valore complessivo tra i 3,5 e 5miliardi di euro.
È, però, evidente che gli immobili già disponibili non saranno sufficienti a raggiungere l'obiettivo di accelerare la riduzione del debito pubblico. Gli immobili indicati sono solo la piccola punta di un immenso iceberg: un patrimonio immobiliare di circa 350miliardi di euro secondo le stime ricavate dai dati forniti dal 53% delle amministrazioni pubbliche.
Anche il Comune di Molfetta ha attuato negli ultimi anni un corposo programma di alienazione per gli immobili di Edilizia Residenziale Pubblica (Erp) di proprietà comunale. Ottenuta l’autorizzazione della Regione Puglia nel 2011, dopo l’approvazione consiliare nel 2010 dell’aggiornamento dell’elenco degli alloggi da alienare ai sensi della Legge n.560/93, il Comune di Molfetta ha subito avviato la vendita delle 90 unità immobiliari (di cui 32 ristrutturate nel centro antico).
Secondo quanto stabilito dalla Legge n.560, l’alienazione delle unità immobiliari deve favorire le famiglie con basso reddito e quelle di nuova costituzione aventi i requisiti normativi previsti per l’acquisto di immobili Erp: purtroppo, ricorrere all’asta pubblica potrebbe inficiare proprio questa precipua prescrizione.
Infatti, in base ai criteri fissati dal bando pubblico del Comune di Molfetta, il reddito di riferimento per i partecipanti non deve superare i 37mila euro, ma nell’attuale congiuntura economica un «basso reddito» è inferiore ai 15mila euro annui, quando almeno uno dei due coniugi lavora stabilmente con un contratto a tempo indeterminato. Perciò, se i redditi più alti si aggirano oggi intorno ai 20/30mila euro, è anche possibile che una famiglia benestante (doppio lavoro, proprietà di immobili, ecc.) possa soffiare l’immobile che in teoria, ma non de facto, spetterebbe a una famiglia con basso reddito.
Del resto, questa modalità sembra non conformarsi ai principi di salvaguardia dell’interesse pubblico, come indicato dal comma 7 ex art.58 della Legge n.133/08, poi modificato dalla Legge n.122/10. Un evidente non-sense, che richiederebbe l’elaborazione di modalità amministrative che possa meglio garantire l’interesse pubblico.
Allo stesso tempo, la Legge n.560 fissa i criteri per definire il prezzo dell’alloggio al commi 10 e 11, senza richiamare la modalità del bando pubblico. Un’altra misura che sembrerebbe derogare la legge di riferimento.
Altro punto oscuro, l’uso dei proventi dell’alienazione degli alloggi Erp. Per legge, devono essere indirizzati alla realizzazione dei programmi finalizzati allo sviluppo del settore Erp: «l’alienazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica è consentita esclusivamente per la realizzazione di programmi finalizzati allo sviluppo di tale settore» (comma 4) e «le Regioni determinano annualmente la quota dei proventi da destinare al reinvestimento in edifici ed aree edificabili, per la riqualificazione e l'incremento del patrimonio abitativo pubblico mediante nuove costruzioni, recupero e manutenzione straordinaria di quelle esistenti e programmi integrati, nonché ad opere di urbanizzazione socialmente rilevanti» (comma 14).
Ad oggi, l’amministrazione Azzollini non ha ancora dichiarato in modo ufficiale ed esplicito come saranno utilizzati e dove saranno indirizzati i proventi delle alienazioni. Secondo i dati di bilancio, per il consuntivo 2011 sono stati accertati 265mila euro di proventi dalle alienazioni di beni immobili pubblici, mentre per il 2012 le previsioni di competenza si fermano a quasi 3milioni di euro. Tra l’altro, 1,86milioni di euro sono i residui attivi del consuntivo 2011. Una parte di questi proventi sarà stata appostata per finanziare la spesa corrente, come pare sia avvenuto per gli oneri di urbanizzazione nella misura del 50%?
Una manovra non proprio trasparente. Ecco perché sarebbero opportuni nuovi criteri e un piano strutturale che non sia solo finalizzato al far cassa.
© Riproduzione riservata