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A Valeria Fedele e Paola Corrieri la Borsa di studio Walter Palombella del Rotary Club
15 giugno 2019

I segni della cultura sono come cuciture: a volte sono impressi nella tasca di una giacca, altre sono impressi nel cuore. Il primo è il caso di un giovane quattordicenne naufragato il 18 aprile 2015, che aveva cucito con sé il suo tesoro, ossia la pagella in francese che lo avrebbe portato a fare strada in Europa. Il secondo è il caso di Walter Palombella, amante della cultura autentica, scomparso tragicamente 18 anni fa, la cui memoria permane nei cuori dei suoi genitori, Luigi Palombella e sua moglie, e di quanti lo hanno conosciuto. L’essere giunti alla 18ª edizione della borsa di studio intitolata al giovane Walter, istituita dalla famiglia Palombella e dal Rotary Club di Molfetta e destinata a studenti meritevoli che proseguono gli studi in ambito letterario è un grande traguardo: quello di chi crede ancora nel valore dello studio e della cultura umanistica. Proprio come Kader Diabate, ambasciatore dei diritti umani Unicef, che ha arricchito con la sua presenza l’incontro, tenutosi nella sede del Rotary Club di Molfetta. «Il mio è stato un viaggio particolare per il continente africano. Mia madre era malata, mio fratello era morto, così un giorno ho chiesto scusa a mia madre, ho guardato la foto di mio fratello e gli ho detto che sarei partito per andare ad inseguire il nostro sogno. Ho intrapreso quel viaggio, in Libia mi hanno rapito e mi hanno sequestrato il telefono, con cui avevo scattato delle foto che ritraevano la situazione di guerra. Quando mi hanno portato via il telefono sono rimasto abbastanza indifferente, ma quando mi hanno strappato via il pezzo di tessuto di mia madre che avevo portato con me era come se avessero strappato un pezzo di me, del mio cuore, della mia esistenza. Ma per fortuna, come ho appreso nella mia terra, avevo portato in viaggio con me anche un libro, dalla doppia funzione di insegnamento e compagnia. Il viaggio è un rischio altissimo per chi deve affrontare percorsi lunghi, come me che coltivavo il sogno di raggiungere l’Italia. Mio cugino ha voluto fare lo stesso, ma non ho più notizie di lui e ogni giorno, quando sua madre mi chiama per sapere che fine abbia fatto, il mio cuore si frantuma al solo pensiero di non poterle dare buone notizie. Ma il viaggio è anche coraggio, e va affrontato con la sola arma della speranza e io voglio far arrivare lontano la luce di Walter, voglio portare il suo esempio di vita dove regna il buio dell’ignoranza». Impossibile non commuoversi alle parole di Kader, un altro giovane appassionato di sapere proprio come Walter e che non poteva assolutamente mancare ad un appuntamento così importante per la valorizzazione dei giovani, spesso distanti della cultura perché concepita da loro come qualcosa di astratto e di tedioso. A dimostrare l’esatto contrario ci ha pensato il prof. Damiano de Virgilio, docente di latino e greco al Liceo Classico di Molfetta, che ha formato anche Walter Palombella, con una lezione dal titolo abbastanza fuorviante. Chi avesse letto “L’eros in Socrate” avrebbe subito pensato alla concezione di amore nel pensiero socratico, ma è bastata l’introduzione del docente ad aprire le porte ad un mondo classico completamente sconosciuto nei licei. «L’immagine di Socrate consegnataci dal suo allievo Platone e, in generale dalla cultura classica, è quella di un impeccabile martire della giustizia, la cui profonda indagine filosofica prevedeva un processo maieutico retto dall’esistenziale interrogativo “ti esti?” (che cosa?). Nessuno, perlomeno nelle scuole, si preoccupa di tramandare gli aneddoti legati alla vita sessuale del filosofo, forse proprio per non ritenersi responsabile di infangare un mito». Dopo aver fatto notare come la vita sessuale sia ancora un criterio valido per approfondire il profilo etico e politico di un individuo, vedi il caso di Silvio Berlusconi, de Virgilio ha spiegato come non si tratta affatto di un mito da distruggere se si considera l’ambiente socio-culturale in cui Socrate è vissuto. Nell’antica Grecia era infatti riconosciuto il ruolo attivo svolto dall’adulto da un punto di vista non solo pedagogico ma anche sessuale. La sessualità era considerata d’obbligo per l’educazione degli allievi, un metodo efficace quanto l’insegnamento per correggere i cattivi atteggiamenti. È quanto Socrate fece con Alcibiade, generale dall’inossidabile bellezza, il cui rapporto con il filosofo ateniese fu di natura controversa. Lo stesso Platone, nel Simposio, ci restituisce l’immagine di un Alcibiade ubriaco che, geloso della vicinanza tra Agatone e Socrate, provoca quest’ultimo, arrivando a trascorrere con lui l’intera notte senza che nulla di intimo accada fra i due. Socrate sembrerebbe perseguire esclusivamente una finalità paideutica, mostrandosi una personalità seduttrice piuttosto che sedotta, interessata all’anima e non alla bellezza carnale. Che Platone abbia mentito a scopo edificante, o che a mentire sia stato Alcibiade per chissà quale motivo, resta il fatto che Socrate, da profondo innovatore delle dottrine dei suoi tempi, non sembrava avere nulla da dire in merito all’alibi con cui la stragrande maggioranza degli ateniesi giustificava la propria omosessualità e i propri scandali avvenuti a letto con i propri allievi. Celebre il dialogo tra Socrate e Fedro, in cui quest’ultimo richiama il discorso di Lisia in cui si dice che sia meglio amare chi non ricambia piuttosto che amare uno spasimante, che non concede mai tregua. Ma per Socrate l’amore era una passionale follia ispirata dagli dei e atto di empietà era ritenuto il rinunciarvi o l’ignorare tale sentimento. In genere i filosofi sono ostili al matrimonio, si pensi per esempio a Kierkeegard, che scelse di non sposarsi per paura di non riuscire ad adempiere a tutti i compiti della vita etica cui un marito deve assolvere, ma Socrate sposò Santippe, da cui ebbe anche dei figli. Il matrimonio del filosofo ateniese potrebbe configurarsi addirittura come un diuturno esercizio alla sopportazione delle angherie degli uomini fuori di casa. Se tutto questo nella mentalità antica corrispondeva ad un preciso culto della virilità, la stessa per cui gli uomini praticavano esercizi fisici nudi nelle palestre, nella mentalità moderna, asservita alle categorizzazioni sociali come quella degli omosessuali, forse Socrate sarebbe stato condannato ugualmente a bere la cicuta, ma per motivi ben diversi. Una conclusione ironica per una lezione profonda ha suscitato il riso dei presenti, la cui attenzione non è calata con l’intervento del governatore del 210 Distretto Rotary, Donato Donnoli. «I Greci distinguevano quattro diversi tipi di amore: l’agatè, l’amore universale, la filia, l’amicizia benevola, la storghè, l’amore familiare e l’eros, l’amore che si esplica attraverso l’attrazione corporea. Ma a muovere queste iniziative è l’amore per la bellezza del sapere». Anche il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha elogiato l’iniziativa della famiglia Palombella, ormai grande punto di riferimento per la città di Molfetta. «La mia promessa per portare avanti questo impegno morale è la prossima apertura di un sito dedicato interamente a Walter Palombella, il centro di studi internazionali che gli sarà intitolato». Ai saluti del primo cittadino è seguita a consegna dei due premi, che quest’anno spettano a due studentesse, Valeria Fedele e Paola Corrieri, intenzionate a realizzare grandi sogni con l’opportunità ricevuta. Valeria ha dichiarato di credere fortemente in una cultura che valorizzi il sapere critico, oggi fortemente osteggiato, mentre Paola ha affermato che una delle più grandi lezioni impartitele del mondo classico è quella della “Xenia”, dell’ospitalità, che aiuta a crescere e ad imparare dai propri errori. Il fatto stesso che Platone nel Simposio definisca la natura dell’Eros presentandola come figlia di “Poros” (Ingegno) e “Penia” (Povertà) la dice lunga. Come l’attrazione per un individuo nasce dalla mancanza di qualcosa che solo la ricerca del superamento del vuoto stesso può colmare, così l’amore per la cultura nasce dalla sete di conoscenza che solo lo studio e la determinazione possono soddisfare. Ad introdurre l’incontro sono stati il prof. Riccardo Giorgino presidente della Consulta permanente dei governatori, il past Governor del Distretto 2120 (Puglia e Basilicata) prof. Luigi Palombella, padre di Walter e il presidente del Club di Molfetta, gen. Michele Catalano. Dopo il relatore ha preso la parola anche il governatore del Distretto 2120 dott. Donato Donnoli. © Riproduzione riservata

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