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A scuola di volontariato per il Giubileo Esperienza a Roma per gli alunni dell’Ipssct di Molfetta
15 febbraio 2000

“Io ci tornerei anche domani!”; “E’ stata un’esperienza bellissima, completa!; “Non ero mai stata in una grande città”; “E’ stato impressionante l’impatto con tanta gente di razze diverse!”. Questi sono solo alcuni dei commenti che i ragazzi della V D e della V E del Professionale “Mons. A. Bello” di Molfetta hanno comunicato a compagni e docenti al ritorno dalla settimana di formazione vissuta a Roma dall’11 al 18 gennaio. Aderendo ad un’iniziativa promossa dal ministero della Pubblica Istruzione e dal Centro di accoglienza giubilare, il Professionale per i servizi commerciali e turistici di Molfetta, ha infatti offerto ai propri alunni l’opportunità di svolgere uno stage di specializzazione del tutto particolare. Eppure non si può dire che si sia trattato proprio di una vacanza! Alle sei del mattino, sveglia per tutti, colazione in comune e poi …via! Indossata la divisa fornita dal Centro (un fratino blu elettrico con la scritta “Ero forestiero e mi avete accolto”, un cappello con visiera, un baige di riconoscimento), ogni gruppo si recava alla postazione assegnatagli la sera precedente. Dalle 8 alle 14, il loro compito era fornire informazioni, opuscoli, giornali ai pellegrini che affollavano le zone “calde” del turismo religioso e non: Piazza San Pietro, Stazione Termini, fontana di Trevi, Piazza di Spagna. I professori capo-èquipe, insieme nella responsabilità del servizio, controllavano che tutto filasse liscio. All’ora di pranzo c’era la possibilità di scegliere fra i vari ristoranti e trattorie convenzionati in cui poter consumare un confortevole pasto caldo e fare amicizia. I pomeriggi erano dedicati alle più varie attività formative e culturali: incontri con gli alunni delle altre scuole italiane che hanno aderito all’iniziativa (Liceo Scientifico di Roma, Tecnico Commerciale di Messina, Liceo Artistico di Reggio Calabria, Professionale per i servizi Commerciali e Turistici di Nettuno), visite al Centro Storico, stesura del “diario di bordo”. Dopo cena, bisognava affrettarsi a prendere i vari mezzi di trasporto per poter rientrare entro le 10.30 al Convitto in cui erano ospitati. E il mattino successivo, di nuovo sveglia alle sei e si ricominciava! Eppure gli alunni si sono dichiarati entusiasti dell’esperienza, sia dal punto di vista professionale ( “Ho dovuto far forza sul mio carattere per essere più espansiva”; “Ah, se sapessi parlare meglio le lingue!”) che da quello umano (“Mi sento più maturo, più responsabile”; “Mi sono scontrato con i problemi della metropoli: da turista non li avrei capiti”). Bilancio positivo, dunque: anche questo significa far scuola nel 2000. Ma ora bisogna tornare sui libri, l’esame di Stato attende inesorabile alunni e professori! M. d. F.
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