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“A Molfetta solo caos e spreco di denaro pubblico”
15 settembre 2020

Siamo alle battute finali di una campagna elettorale difficile. Molfetta presenta ben 10 candidati, una dispersione di voti notevole, col rischio che la città non venga rappresentata in Regione. Siamo al testa a testa fra Emiliano e Fitto che nelle ultime settimane sembra aver recuperato posizioni. Quale sarà lo sprint finale? «Ci sono ancora molti elettori che non hanno deciso per chi votare. Saranno loro a determinare chi guiderà la nostra Regione nei prossimi cinque anni. I prossimi giorni sono decisivi. Saranno giorni di grande impegno in mezzo alla gente, uno sprint faticoso che porterà buoni risultati per il candidato Presidente del Centrosinistra». Perché scegliere Emiliano? «La Puglia con il centrosinistra ha vissuto una stagione di crescita e sviluppo che non deve essere fermata. Abbiamo energie e concrete possibilità di continuare su questa strada. Possiamo farlo insieme. Michele Emiliano è una guida tenace, sicura che ha voglia di fare squadra sulle linee di programma centrate su salute, lavoro, sviluppo sostenibile, turismo, innovazione, terra e mare, tutela del paesaggio, difesa delle persone fragili». Perché scegliere Annalisa: esperienza, capacità? Ma come replica a chi vuole volti nuovi in politica? «La politica è sempre stata la mia passione ma non vivo di politica. Amo il mio lavoro come amo la mia terra e vorrei servirla mettendo a frutto le mie conoscenze, le mie sensibilità, le mie energie. Voglio prendermi cura dei problemi e provare a risolverli. Sincerità e tenacia sono le mie caratteristiche. L’ascolto attivo è fondamentale per me come è importante lo studio e l’approfondimento dei temi, delle leggi. Conosco le mie debolezze che non nascondo. Nell’impegno politico al servizio c’è posto per tutti, l’elettore scelga». Il trasformismo sembra essere la caratteristica di questa tornata elettorale col clamoroso passaggio di Tammacco dal centrosinistra al centrodestra (anche se in realtà è un ritorno). Ma Molfetta da alcuni anni vive una politica di trasformismo, per colpa anche delle liste civiche. Come mai tanti elettori danno ancora fiducia ai voltagabbana? «Penso che non si tratti di fiducia, si tratta di perdere di vista il bene comune in funzione del piccolo favore del momento. Lo sviluppo di una comunità ha basi concrete fuori dalla politica degli annunci. Il centrosinistra a Molfetta in questi giorni ha la possibilità di ricostruire le basi per un lavoro comune chiaro, trasparente ed efficace in favore della comunità molfettese». Il sindaco e l’amministrazione comunale appoggiano Tammacco e il centrodestra. Il Pd gioca sull’ambiguità, senza vergogna: a Bari con Emiliano, a Molfetta con l’amministrazione di destra che sostiene Tammacco. Lei cosa ne pensa? Non sarebbe stato più dignitoso per il Pd uscire dalla maggioranza? «Il PD nella sua autonomia faccia le sue scelte assumendo le responsabilità che ne derivano. Tutti abbiamo bisogno di chiarezza». Non è imbarazzante ritrovarsi alleati con questo Pd con Emiliano? «Assolutamente no. Per Emiliano l’impegno è coerente al centrosinistra». Un giudizio sull’amministrazione di Molfetta che vanta lavori pubblici (“cantieri perenni” li ha definiti “Quindici”) e numerose realizzazioni: tutto fumo e niente arrosto? Quale percezione reale si ha concretamente? Il sindaco Tommaso Minervini è un bluff, come lo è stato nel suo primo mandato? Dove trovano tutti questi soldi? Lasceranno una città piena di debiti ai nostri figli? «Sui temi del governo cittadino sono già intervenuta e interverrò ancora con maggiori dettagli. In questi anni gli abitanti di Molfetta sono diminuiti, nessuna iniziativa è stata generata per lo sviluppo dell’occupazione, i lavori per il porto sono fermi, e invece sono presenti il caos, la propaganda e lo spreco di denaro pubblico». Come può una città così a candidarsi a capitale della cultura e a posizionarsi al 14° posto per qualità della vita in un’improbabile classifica di una improbabile rivista? «La sua domanda ha in sé la risposta». Molfetta si vanta di aver avuto finanziamenti grazie alla vicinanza del governatore Emiliano. Ora che figura fa l’amministrazione Minervini: quella dei furbi della politica più opportunistica? Minervini una volta ha parlato di concretismo salveminiano, lei cosa pensa? «Cosa vuole che pensi? Conviene chiedere spiegazioni a chi ha pronunciato queste affermazioni. Certo che tirare in ballo Gaetano Salvemini…». Infine una domanda sul referendum: come consiglia di votare al taglio dei parlamentari e perché? «Io voto NO. Perché il taglio dei costi della politica non è sinonimo del taglio della DEMOCRAZIA». © Riproduzione riservata

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