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“Il sindaco? Un burattino in mani altrui” Il consigliere comunale Sallustio ("Democratici") commenta i suoi primi sei mesi
15 gennaio 2002

di Lella Salvemini Ci dia una sua valutazione sul lavoro della giunta di Tommaso Minervini e di questo Consiglio comunale. “Mi sembra opportuno tentare di capire innanzi tutto quale sia la strada intrapresa da questa città. Verso quale modello di sviluppo stiamo andando e quale comunità stiamo costruendo. Su questo versante registro una superficialità sconvolgente, una carenza di analisi e una totale assenza di dibattito”. Oltre questo giudizio generale cosa può dirci sugli atti amministrativi che il Sindaco ha orgogliosamente rivendicato con manifesti, trasmissioni tv e iniziative pubbliche? “Quanto emerge dal suo bilancio è un elenco di opere pubbliche attribuibili per la gran parte ai progetti, ai finanziamenti e agli appalti ricevuti in eredità dalla amministrazione dell’Ulivo e dal Commissario prefettizio. Il sindaco dovrebbe avere il coraggio di riconoscere che la maggior parte delle realizzazioni fatte in questi mesi sono frutto del lavoro realizzato dalle amministrazioni che lo hanno preceduto, da lui così aspramente criticate”. Ci può fare un esempio? “Anche più di uno: le piscine comunali, il nuovo palazzetto dello sporti in zona 167, l’ex monastero di San Domenico, le ristrutturazioni delle scuole elementari e medie, le urbanizzazioni del PIP, per citarne alcuni, sono finanziamenti che portano la mia firma da assessore alle finanze”. I risultati rivendicati non riguardano solo opere pubbliche. “Diciamo che Tommaso Minervini è stato assistito da una buona stella. Per un sindaco che s’insedia è una fortuna sfacciata avere un Piano regolatore esecutivo, già approvato da altri, un articolo 51 in cui bisogna approvare solo i piani di comparto e fare le assegnazioni dei suoli, un piano di zona 167 già pronto, una zona Asi che va da sé, un PIP per cui c’era solo bisogno di approvare le opere di urbanizzazione con il finanziamento già pronto, un progetto Adonat che, dopo aver aspramente criticato, oggi stanno sfruttando per assecondare i bisogni dei commercianti. Bene, demagogicamente stanno tentando di dire che tutto ciò è dovuto alla loro abilità amministrativa. Gli riconosco però una dote che ha sempre avuto, sin da quando ricopriva la carica di vicesindaco dell’Ulivo, saper badare al sodo e accelerare i tempi. Ma bisogna riconoscere che c’è una gran dose di lavoro svolta da altri che gli permette ora di tagliare solo i nastri. A volte ci vuole fortuna e lui ne ha avuta tanta”. In campagna elettorale si è molto discusso di tasse e buchi nel bilancio, cosa ha da dire? “Se il buco ci fosse stato davvero non avrebbero avuto a disposizione 250 milioni per finanziare l’estate molfettese e 300 milioni per il dicembre molfettese. Mi chiedo se un bilancio con dei disavanzi avrebbe consentito si far uscire 550 milioni per feste, festini e iniziative di dubbio spessore culturale e che non hanno attratto in città il benché minimo flusso turistico”. La nomina di consulenti grava sul bilancio comunale? “Fino ad oggi il sindaco ha nominato nove consulenti che gravano per una media di 40 milioni ciascuno, per un totale di circa 350 milioni annui, poi vuol nominare altri quattro assessori, il che vuol dire aumentare le spese di altri 350 milioni”. Ma questi consulenti erano necessari? “Ha assunto un architetto e un ingegnere come consulenti sull’attuazione del Piano regolatore senza un curriculum all’altezza, uno si è laureato da soli due anni, l’altro ha lavorato in uno studio privato senza mai progettare niente di urbanistico. Poi c’è il responsabile della comunicazione istituzionale, 18 milioni di stipendio per i soli novembre e dicembre, che è stato notoriamente il curatore della campagna elettorale del sindaco. Il fatto è che il sindaco deve rispondere ai partiti che lo hanno sostenuto. Credendo di essere il burattinaio finisce per essere il burattino nelle mani di chi oggi gli garantisce la stabilità”. E in merito all’accusa fatta sempre durante la campagna elettorale alla passata amministrazione di aver alzato troppo le tasse? “Quando diceva di aver trovato dei buchi di bilancio a causa di una nostra presunta cattiva gestione, diceva delle grosse fandonie per precostituirsi un alibi per distribuire denaro e non diminuire le tasse. Durante la campagna elettorale ha ripetuto che le tasse sono troppe alte, ma ora che gli abbiamo proposto di diminuirle, di riportate l’Ici al 4% e l’addizionale Irpef dal 3 all’1, e c’è la possibilità di farlo dati gli avanzi di bilancio, Tommaso Minervini non lo fa, sceglie piuttosto di sperperare così il denaro pubblico”. Per quanto riguarda l’edilizia? La città attende invano le nuove costruzioni. “Probabilmente l’edilizia non parte perché in questa maggioranza ci sono interessi contrastanti. Eppure hanno trovato pronti tutti gli strumenti. Nonostante in campagna elettorale abbiano sparato a zero contro l’articolo 51, oggi lo stanno realizzando, hanno annunciato formalmente in Consiglio comunale che i comparti 14, 15 e 16 si assegneranno. Nel frattempo è stata approvata la 167, ma hanno portato in Consiglio un complesso di provvedimenti dove sono state semplicemente recepite alcune osservazioni dei cittadini e tradotte in cartografia, non c’erano né i criteri per l’assegnazione alle cooperative, né quelli per l’assegnazione in convenzionata, né nulla che riguardasse il piano dei servizi. Ho formulato un emendamento, alla fine passato, che li impegna a ritornare entro 60 giorni in Consiglio per definire tali criteri, solo allora si potranno fare i bandi ed arrivare all’assegnazione alle cooperative. È stata la minoranza a dare contenuto ad una pianificazione che sarebbe stata altrimenti fredda e inutile”. Il sindaco vanta molto l’efficienza del “modello a rete”, cioè del rafforzarsi reciproco del centro destra ai vari livelli governativi, da quello cittadino, a quello regionale, a quello nazionale. “Non mi pare che questa “rete”, posto che esista, funzioni sempre, facciamo l’esempio della sanità. In Puglia solo quest’anno si sono persi 299 miliardi, più gli oltre 1.500 miliardi del cumulo dei disavanzi degli anni precedenti. Il governo regionale, di centro destra, ha risolto tutto con un aumento dell’addizionale Irpef dello 0.5 %, su tutti, abbienti e non abbienti, senza che i responsabili di questo sfascio siano stati rimossi. Nelle ASL per di più si decide di sopprimere alcuni reparti, due nell’ospedale di Molfetta, più il centro per la cura dell’ipertensione. Ecco i risultati del governo a rete del centro destra”. Crede che l’azione dell’opposizione sia efficace? “Non mi sento di dirlo. I partiti non sono ancora organizzati e non riescono a svolgere appieno il loro ruolo. Non si può pretendere che sette persone, in tali numeri consiste la minoranza in Consiglio comunale, facciano opposizione, da soli. E noi consiglieri non siamo ancora stati ancora in grado di comunicare alla città queste impressioni sui primi sei mesi di amministrazione”.
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