“Agenda 2000”, ruolo strategico per Molfetta
Fondi strutturali europei: ultima chiamata per la Puglia. Una torta da 20mila miliardi
Si chiama “Agenda 2000” il pacchetto di aiuti comunitari previsti per il periodo 2000-2006, in favore dello sviluppo delle zone che producono una ricchezza (prodotto interno lordo) inferiore al 75% della media europea. Sono previsti vari programmi in relazione del tasso di ritardo strutturale ed economico delle diverse regioni. L’aiuto consistente andrà a quelle zone classificate come “Obiettivo 1” in cui rientrano tutte le regioni meridionali. La “torta” è costituita dai 55mila miliardi di lire provenienti dai fondi strutturali che sono: Fondo europeo di sviluppo regionale (Fers), Fondo sociale europeo (Fse), Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (Feaog) e Strumento finanziario orientamento alla pesca (Sfop).
Le risorse europee
La fetta destinata alla nostra regione ammonta a circa 5mila miliardi. Chi potrà utilizzare questi soldi e come? In primo luogo le Regioni che saranno chiamate a spendere il 70% delle risorse contro il 30% delle amministrazioni centrali dello Stato. Inoltre i fondi europei devono essere complementari a quelli statali o regionali, con limiti ben precisi: dal 50 al 70% del costo totale ammissibile, mentre per gli investimenti alle imprese il limite è del 35%.
Per quanto riguarda i modi di spesa il quadro di riferimento è costituito dal “Por” (piano operativo regionale), costituito da 6 settori d’intervento chiamati “Assi”. Le realtà locali poi entreranno in gioco con i Pit (Piani di integrazione territoriali) con progetti realizzabili in relazione ai vari Assi. La Regione Puglia nei mesi scorsi ha approntato il Por che è all’attenzione del giudizio delle autorità competenti dell’Unione europea. Il giudizio di Bruxelles è atteso per la fine di aprile.
Risorse Piano operativo regionale Puglia (in milioni di Euro*)
Asse 1 Risorse naturali 649,3
Asse 2 Risorse culturali 147,3
Asse 3 Risorse umane 365
Asse 4 Sistemi locali di sviluppo 1.19,100
di cui: settore commercio 44,8
sistemi industriali 78,9
settore turismo 507,7
sistemi dell’agricoltura 356,7
settore pesca 31
Asse 5 Città e qualità della vita 234,2
Asse 6 Reti e nodi di servizio 217,6
Assistenza tecnica 6,988
Totale 2.639,488
* 1 euro = £. 1.936,27
Le risorse statali
Oltre a questi fondi, nelle scorse settimane è stato firmato un accordo di programma tra lo Stato e la Regione Puglia per la parte di co-finanziamento spettante allo Stato e alla Regione. Complessivamente per i prossimi anni la Regione avrà l’opportunità di poter spendere non meno di 12mila miliardi di lire.
L’accordo sottoscritto tra D’Alema e il presidente uscente della Giunta regionale Distaso, individua i settori di intervento: promozione dello sviluppo industriale, le infrastrutture, il sistema idrico, le attività culturali. A conti fatti, se consideriamo gli investimenti privati, il prossimo governo regionale avrà la possibilità di incanalare e, in parte gestire, circa 20mila miliardi. Una cifra consistente, secondo alcuni è la vera posta in palio nelle elezioni regionali, ma anche una grande responsabilità, perché non con questi fondi a disposizione non ci saranno più alibi.
Ultimo giro
Ma c’è un’altra motivazione che dà una valenza significativa al responso elettorale. Con la politica dell’integrazione e allargamento, dopo il 2006 entreranno a far parte dell’Unione europea molti Paesi dell’Est, il cui livello di reddito è notevolmente inferiore a molte regioni del Sud, con la conseguenza dell’uscita dall’Obiettivo 1 della Puglia. Questo significherà minori aiuti economici, quindi chi governerà la nostra Regione nei prossimi anni, avrà il compito di utilizzare con responsabilità e lungimiranza, forse l’ultima l’occasione di ingenti finanziamenti, per avviare il motore dello sviluppo della nostra Regione. Saranno i nostri nuovi consiglieri regionali capaci di mettere da parte gli interessi particolari e raccogliere questa sfida? Molto dipenderà anche dalle qualità degli eletti, e quindi dal nostro voto, che avranno il loro peso, quando si dovranno scegliere quali progetti portare avanti e quali tenere ad ammuffire nei cassetti.
Le aspettative per Molfetta
La prossima legislatura regionale sarà importante anche per la nostra città. Molfetta geograficamente si trova ai margini di due grosse realtà: l’area metropolitana di Bari e quella emergente che ruota intorno all’asse Andria – Barletta. Oggi Molfetta ha davanti a sè due strade: una positiva e una negativa. Quella negativa è il timore di venire schiacciati, da un lato da Bari e dall’altro dall’asse Andria – Barletta. Quella positiva è l’opportunità per Molfetta di divenire la città cerniera, quindi strategica e importante, nello scacchiere economico della ampia realtà del nord-barese.
Stiamo in una fase cruciale in cui Molfetta sta cercando faticosamente di trovare nuovi sbocchi economici, anche per compensare le crisi strutturali dei settori storici, come la pesca e l’agricoltura. Alcune cose sono state avviate, sia su iniziativa del Comune, sia di privati, che in concerto tra pubblico e privato. I più significativi strumenti di pianificazione del territorio sono già pronti: Piano regolatore generale, Zona Asi, Piano insediamenti produttivi (Pip) e Prusst (Piano riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile territoriale). Accanto a questi ci sono iniziative in funzione dello sviluppo economico: Patto territoriale, Patto per l’agricoltura e la pesca, e il nuovo mercato ortofrutticolo. Tutti progetti in fase operativa e necessari da completare per lanciare la nostra città in una importante fase di sviluppo. Quale strada Molfetta potrà imboccare dipenderà molto dalle scelte che farà la Regione e dalla capacità della politica di individuare un modello di sviluppo regionale, in cui tutte le potenzialità locali devono sentirsi partecipi.
Ci auguriamo che la Puglia dopo il 2006 esca fuori dall’Obiettivo 1, ma non per l’entrata di altri più poveri, ma per l’elevato grado di sviluppo raggiunto, cosa che è già successo per il Molise e l’Abruzzo. Speriamo bene.
Francesco del Rosso