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Oggi a Molfetta l’Anpi (Associazione partigiani) commemora la strage fascista di via Nicolò dell’Arca a Bari
28 luglio 2023

“Il 28 luglio fu l’ultimo sussulto del fascismo morente

e il primo segno della guerra civile che riscattò l’Italia”

Fabrizio Canfora

 

La sezione Anpi di Molfetta, similmente come il Comune di Bari e la sezione ANPI di Bari, commemorano, venerdì prossimo 28 luglio, gli 80 anni della strage di via Nicolò dell’Arca, avvenuta a Bari il 28 luglio ’43.

 Questa strage per tanto tempo poco raccontata o, addirittura, ignorata, è stata sicuramente il fatto di sangue più grave verificatosi nell’Italia governata da Badoglio, durante quel tragico arco di tempo intercorso tra la destituzione e l’arresto di Mussolini (25 luglio) e l’annuncio dell’armistizio (8 settembre).

 Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio destituì Mussolini da capo del Governo e la notizia arrivò a Bari, come in altre città d’Italia, per radio alle 22,45.

Nei giorni successivi al 25 luglio, in molte città italiane si crearono spontanee e festose manifestazioni di gioia per la caduta di Mussolini e si inneggiò alla fine della guerra, ma la principale preoccupazione del governo fu il timore della reazione fascista da una parte, dall’altra l’apprensione che le manifestazioni di giubilo potessero diventare manifestazioni prettamente antigermaniche, mettendo in crisi la labile fedeltà ribadita all’alleato tedesco.

Pertanto, per evitare disordini, venne emanata una circolare, nota come “circolare Roatta”, con la quale si disponeva che l’esercito dovesse agire contro ogni forma di “perturbazione dell’ordine pubblico”, senza pietà, senza preventiva intimidazione e colpendo l’avversario come in combattimento.

Nelle frenetiche ore tra il 26 e il 28 luglio, un gruppo di antifascisti, (tra cui Fabrizio Canfora, Carlo Colella e Raffaele Perna), cercò di ottenere la scarcerazione dei prigionieri politici e presentò al prefetto l’istanza per una pacifica manifestazione da tenersi il 28 luglio.

L ‘annuncio, sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 28 luglio, che la scarcerazione sarebbe avvenuta in giornata, fu un’ulteriore spinta ad organizzare il corteo che, percorrendo le vie centrali della città, sarebbe andato ad accogliere festosamente i prigionieri, tra cui il professore Tommaso Fiore e Michele Cifarelli.

Il nucleo promotore partì dalla libreria Laterza, un altro dal liceo Flacco. I due gruppi si ricongiunsero alle 12 in via Sparano.  Ai circa duecento manifestanti (in maggioranza studenti diciottenni) si aggiunse, strada facendo, anche una numerosa schiera di ragazzini. Per arrivare a Carrassi bisognava oltrepassare i binari da corso Cavour. Arrivando da piazza Umberto, il corteo trovò, in via Nicolò dell’Arca, l ‘accesso sbarrato da un plotone di 24 militari; mentre si tentava di trattare, partirono i primi colpi contro i dimostranti, a cui fecero seguito altri dalla adiacente sede federale del Fascio e dal plotone dei soldati. Le proporzioni del massacro furono immediatamente visibili, in quanto, in un lago di sangue, giacevano una decina di corpi esanimi, tra cui quello di Graziano Fiore (figlio di Tommaso Fiore), e numerosi feriti.

La gravità e l’enormità dell’eccidio è da mettere in relazione sia al numero di vittime (una ventina accertate, molte delle quali adolescenti o studenti delle superiori) e di feriti (una settantina), sia al fatto che furono colpite intenzionalmente ad altezza d’uomo mentre, pacificamente, si dirigevano verso il carcere di Bari per festeggiare la liberazione dei detenuti politici.

Considerando il legame che Molfetta ha sempre avuto con il prof. Tommaso Fiore, illustre latinista, meridionalista, antifascista e docente dal ‘33 al ‘42 nel locale Liceo Classico, L’ANPI sez. di Molfetta vuole ricordare questo evento con la deposizione, alle ore 10, di un mazzo di fiori nei pressi della pietra d’inciampo, dedicata a Graziano e posizionata al civico 5 in Piazza Paradiso, luogo in cui la famiglia Fiore abitò per un paio d’anni (dal 42 al 43).

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