“Vogliamo spiagge libere attrezzate”
I comunisti italiani prendono posizione sulla privatizzazione della costa
“Il Comune di Molfetta è sfornito del piano delle coste. Il piano dovrebbe tipizzare le diverse zone della fascia costiera in: 1. spiaggia libera; 2. spiaggia libera con servizi; 3. lido attrezzato; 4. stabilimento balneare; 5. pedane a terra”. Comincia così un documento dei Comunisti italiani che prendono posizione sulla privatizzazione della costa e sulle spiagge libere.
“Non meno del 60% della costa balenabile deve rimanere di libera fruizione dei cittadini – dicono ancora i Comunisti italiani -. E invece, dilaga illegalmente la “privatizzazione” e i cittadini si trovano nelle condizioni di usufruire di ”residui” di spiagge libere. Infatti una buona parte non è adibita alla balneazione, per gli scarichi di acque reflue (da cala S. Giacomo a torre Saracena) o per la presenza di residui bellici (Torre Gavetone).
Soltanto gli “avanzi” sono a disposizione dei ceti popolari di Molfetta e del circondario: spiagge insufficienti per estensione e sprovviste di servizi indispensabili per una civile spiaggia, quali:
1. l'accesso garantito al mare da parte delle persone disabili;
2. la segnalazione dei limiti delle acque sicure (1,60 metri);
3. la segnalazione che delimita gli specchi acquei antistanti le spiagge libere;
4. il servizio di salvataggio e di primo soccorso;
5. docce e servizi igienici.
A quando le spiagge libere attrezzate?”