Velostazione e piste ciclabili: Molfetta si prepara a vivere una mobilità diversa, secondo il sindaco. Le perplessità di “Quindici”
Il sopralluogo del sindaco alla velostazione
MOLFETTA - Ormai manca davvero poco. Entro la fine del 2020 partendo dalla stazione ferroviaria di Molfetta ci si potrà muovere in città in sella ad una bici. Sono in dirittura d’arrivo i lavori delle piste ciclabili e della velostazione, il parcheggio delle biciclette e delle auto con colonnine per la ricarica elettrica.
«Si tratta di due grandi opere che andranno a modificare – il commento del sindaco, Tommaso Minervini – non solo l’azione di rinascita della città ma una maggiore armonia con l’ambiente contribuendo ad abbattere l’inquinamento della città. Sarà collegata alle piste ciclabili cittadine i cui lavori partono contestualmente. Si tratta di un’opera strategica da un punto di vista ambientale perchè guarda ad una mobilità diversa, più salutare».
I lavori della velostazione sono coordinati dagli architetti Corrado Petruzzella e Orazio Lisena. La velostazione è realizzata, con materiali a basso impatto ambientale, a ridosso della stazione ferroviaria con fondi rivenienti dal bando Por Puglia “Interventi per l’aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane e sub urbane”, che ha visto, al primo posto il progetto presentato dal Comune di Molfetta, e, in misura minore, con fondi comunali.
Prevede la realizzazione di un “parcheggio senza personale”, nell’area, di proprietà comunale, a sud-est della stazione, che utilizzerà un sistema di videosorveglianza e di controllo degli accessi tramite sistema badge. Si inserisce tra le proposte avviate con il Pums (piano Piano per la mobilità sostenibile).
La velostazione comprenderà un parcheggio bici coperto, con rastrelliere doppie, e di un parcheggio bici scoperto, con rastrelliere singole. In una parte dell’area in cui sarà realizzata la velostazione, ci saranno anche un parcheggio auto scoperto (già previsto nel progetto del PUMS), e colonnine di ricariche per le biciclette elettriche e le auto.
Le piste ciclabili, in realtà già utilizzate da molti, nel tratto di levante, partono dalla stazione ferroviaria, proseguono lungo via Binetti, via Cozzoli, via Martiri della Resistenza per raggiungere l’istituto tecnico commerciale Salvemini. Poi scendono lungo viale XXV aprile, dove raggiunge l’istituto professionale Monsignor Antonio Bello. Da via Generale Amato arriva al Liceo Fornari. Scende da via don Pappagallo per arrivare a via Giovinazzo all’altezza dello stadio Paolo Poli e delle scuole Ipsiam e Ipssar. Sarà utilissima, in estate, anche per raggiungere la spiaggia.
«Molfetta – conclude il sindaco - sta entrando in una nuova fase della sua vita comunitaria».
“Quindici” ha espresso molte perplessità su questa scelta e soprattutto per la sua portata. Lo confermiamo, perché crediamo che si debba prima favorire una cultura della bicicletta e poi fare piste ciclabili e velostazioni, destinate a restare deserte e a togliere spazio ai parcheggio auto, dei quali c’è veramente bisogno.
Intanto le piste ciclabili sono desolatamente deserte, frequentate solo da coloro che portano i cani a spasso. E’ un bel risultato? Se il sindaco Minervini è contento, buon per lui, ma siamo sicuri che è stato un buon investimento con soldi pubblici?
“Quindici” aveva fatto un’inchiesta sulle piste ciclabili, individuando le criticità e, ancora una volta, abbiamo avuto ragione.