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Upm, inaugurato l'anno accademico 2011/12 con il magistrato Francesco Messina
04 ottobre 2011

MOLFETTA - Alla presenza di un cospicuo pubblico, il magistrato dott. Francesco Messina (foto) ha condotto una riflessione sul tema «Il valore della regola giuridica e della disobbedienza», partendo da un episodio personale: «proprio in questi giorni, accompagnando la mia figlioletta a scuola il primo giorno dell’anno - ha raccontato - io stesso, così come ogni altro genitore avrà fatto, ho raccomandato alla piccola di rispettare le regole scolastiche e del rispetto reciproco».
Il rispetto delle regole è qualcosa che da sempre, sin da piccoli, si insegna. Secondo il detto latino «Ubi societas, ibi ius» (dove c’è una comunità sociale, lì c’è il diritto), senza una regola, senza diritti, non potrebbe sopravvivere alcun tipo di società, che deperirebbe lentamente.
Questo, però, non significa che la regola è di per sé qualcosa di sempre positivo perché esistono regole anche in esempi negativi di società o di organizzazioni: basti pensare alle organizzazioni criminali, ai regimi dittatoriali, dove gli affiliati sottostanno e obbediscono agli ordini di un capo. Addirittura durante il processo di Norimberga proprio i soldati nazisti si difesero dall’accusa di aver sterminato migliaia di ebrei affermando di aver semplicemente eseguito gli ordini, di aver seguito le regole imposte.
Proprio il processo di Norimberga sarà il punto di partenza per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Infatti, dopo il termine del processo nel 1946, si raggiungerà una coscienza comune, materializzata in Italia nell’art. 3 della Costituzione: «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Proprio questo articolo, secondo Messina, è anche la conclusione del processo di selezione delle regole che è stato possibile grazie allo sviluppo millenario dell’opinione comune.
La relazione del dott. Messina è stato un esempio di ciò che quest’anno l’Università intende fare, cioè affrontare in maniera più approfondita il particolare tema della cultura giudiziaria, non trascurando però tante altre tematiche che sempre hanno contraddistinto le conferenze negli scorsi anni.

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Autore: Giordano Germinario
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