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Un sindaco sotto tutela
15 giugno 2005

Grandi manovre o piccolo cabotaggio? La politica molfettese si prepara in anticipo alla stagione delle elezioni del prossimo anno che vedranno la coincidenza delle politiche e delle amministrative in una tornata ricca di imprevisti. I primi movimenti sono cominciati a livello regionale, dove, dopo la sconfitta di Fitto, il fronte del centrodestra si è completamente sgretolato, come abbiamo potuto vedere direttamente nel corso della seduta di insediamento del Consiglio. Il "Movimento delle autonomie" che per bocca del suo capogruppo Luigi Loperfido ha dichiarato di votare per il candidato del centrosinistra alla presidenza del consiglio, Pietro Pepe della "Margherita". Stessa dichiarazione da parte dell'Udc del foggiano Angelo Cera. Il "nostro" Franco Visaggio, unico consigliere del "Nuovo Psi" ha scelto anch'egli la strada del voto favorevole al presidente e si è astenuto sulle altre candidature "decise a tavolino" da Fitto, senza consultare le altre forze della coalizione di centrodestra. L'ex presidente della Regione è apparso abbastanza isolato e in difficoltà e questo conferma che è in atto il "redde rationem" nella Casa delle Libertà. Una conferma ci viene dall'intervista in esclusiva che il sen. Antonio Azzollini ha concesso a "Quindici" all'indomani del voto regionale. Il parlamentare molfettese di Forza Italia non usa mezze misure e dice chiaramente che Fitto "deve riflettere profondamente sulle cause di questa sconfitta che è innanzitutto la sua sconfitta e non può essere derubricata solo come conseguenza del trend nazionale. Prima Fitto capisce quali siano state le sue responsabilità, prima si potrà ripartire". Un chiaro segnale all'ex governatore regionale. Insomma, si assiste a un riposizionamento degli ex democristiani e degli ex socialisti (questi ultimi hanno già fatto il primo passo avanti con l'unificazione tra "Sdi" e "Unità socialista" in provincia di Bari, mentre si attendono segnali dal "Nuovo Psi"). Cosa succede a Molfetta? Visaggio non è uscito ancora allo scoperto, ma avrebbe già avviato contatti per il rientro nella "casa" del centrosinistra, mentre anche qui gli ex democristiani sembrano manifestare una certa insofferenza e vogliono riposizionarsi, l'Udc pensa al centrosinistra, mentre il neonato movimento di Enzo de Cosmo sceglie decisamente il centrodestra o un pastrocchio indistinto che mette insieme Salvemini e Craxi, Moro e Berlusconi. L'iniziativa dell'ex parlamentare Dc con la proposizione di un Partito Popolare europeo, patrocinato dall'Associazione Aippe, presieduta dall'on. Dario Antoniozzi e che ha fra i suoi aderenti anche il deputato europeo Marcello Vernola, altro transfuga del centrosinistra e ormai anch'egli iscritto al partito dei trasformisti, ha sorpreso un po' tutti. In realtà, Enzo de Cosmo ha mal digerito la sconfitta alle elezioni regionali dove era sicuro di vincere, per cui si era chiuso in un inspiegabile silenzio, rifiutando dichiarazioni e interviste con scarso rispetto per gli stessi suoi elettori. Poi abiurata la lista di Fitto "La Puglia che volgiamo" ha scelto la strada del Ppe, i cui contorni, se dovessero essere quelli da lui disegnati, rischiano di creare un "mostro" politico che raccoglie gli ex Dc, Psi, Pri che si alleano con la Lega e An. Evidentemente nell'ansia di voler ricostruire la Dc, l'ex parlamentare fa un po' di confusione e dimentica la storia democristiana che non ha nulla a che fare con la destra post-missina di Fini e un partito xenofobo e antimeridionalista come quello di Bossi. E per accreditare la sua tesi, mette nel pentolone in un'ideale "minestrone" Sturzo, De Gasperi, Moro, Einaudi, Gaetano Salvemini, i fratelli Rosselli, Saragat e perfino Craxi, che sicuramente staranno rivoltandosi paurosamente nella tomba. Tutto questo pastrocchio per giustificare un'emarginazione di quelli che definisce "post-comunisti" alleati "con Verdi e perfino no global", smentendo così concretamente eventuali ipotesi centriste che qualcuno avrebbe voluto attribuirgli. Non pensavamo che una sconfitta elettorale potesse fare così male, da arrivare ad uno scarso rispetto del pluralismo politico (e dell'informazione, con qualche vuoto di memoria), rinnegando un passato fatto di dialogo e tolleranza, che gli abbiamo sempre riconosciuto. E' questa la nuova politica dei "moderati" di centrodestra? C'è di che preoccuparsi perché si configura uno scenario integralista, che non promette nulla di buono. La cosa ancora più sorprendente, poi, è l'altro obiettivo dichiarato da de Cosmo: fermare il degrado della politica molfettese. Forse qualcuno dovrebbe ricordargli che i personaggi del "degrado" sono tutti del centrodestra, tutti alleati, sostenitori (e sostenuti) di Tommaso Minervini, che egli salva dalla "melma" attribuendogli la patente di "bravo", ma "sotto tutela" di questi personaggi dai quali promette di liberarlo. Ma quei personaggi non sono forse gli esponenti di quei partiti che de Cosmo dichiara di voler privilegiare. Che confusione! Chissa, poi, cosa avranno capito i cittadini, ai quali l'ex parlamentare non ha fornito alcuna spiegazione dopo la sua sconfitta. Sinceramente, in tanti anni di mestiere durante i quali abbiamo seguito le vicende politiche degli ultimi 30 anni della città, non ci era mai capitato di sentire nulla di simile. Chissà cosa ne pensa il povero Tommaso, politico senza tessera che spera nella candidatura e nel sostegno di qualche partito, dopo che anche la sua lista civica si è disgregata con il ritorno di Angione al centrosinistra. Da queste dichiarazioni e da quelle di Azzollini, che sostiene di volerlo sicuramente ricandidare, il sindaco appare sotto tutela: una posizione che ci sembra eccessiva, ma è questa l'immagine che viene accreditata dalle ultime vicende. Lo stesso sen. Azzollini, dopo aver raccolto anch'egli le voci di un possibile volontà di Tommaso Minervini di tornare nel centrosinistra, sostiene senza dubbi: non credo che possa tornare indietro. Insomma, al di là della volontà del sindaco, altri hanno deciso per lui, sono tutti disposti ad aiutarlo, purché segua i loro consigli. Sinceramente, non vorremmo essere al suo posto.
Autore: Felice de Sanctis
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