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Un molfettese in America con una famiglia straordinaria
Storia di ordinaria emigrazione: Nicolò Cirillo
15 gennaio 2001
Questa è la storia della vita di un emigrante molfettese negli Stati Uniti, ma è anche una storia d’amore di una donna che eroicamente si è fatta carico di una famiglia e ha tirato su 10 figli, di cui 5 non suoi, fino a vederli sistemati in posizioni di rilievo, prima di ritornare a trascorrere gli ultimi anni della sua vita nell’amata città natale. Ve la vogliamo raccontare, così come ce l’ha descritta prima il suo amico di sempre, Ignazio Salvemini, compagno di lavoro e anch’egli marittimo, perché è forse simile a tante altre di molfettesi che lasciano la loro terra per fare fortuna all’estero, ma soprattutto perché è la storia di una famiglia numerosa, ma sempre unita, nella quale nessuno è venuto meno alla promessa fatta al vecchio genitore. La storia di Nicolò Cirillo, classe 1917, inizia quando lui ha appena 11 anni e va a lavorare come mozzo nelle bilancelle a vela, con le quali nei primi decenni del Novecento si pescava in Adriatico. Dalle bilancelle ai motopesca Nicolò cresceva e cambiavano anche le barche e da mozzo divenne marinaio e poi pian piano percorse tutti i «gradi» fino a diventare comandante di motopesca. Quel lavoro gli piaceva e rendeva anche economicamente, ma poi la guerra lo interruppe e lo portò dalla pesca dei pesci a quella delle bombe, sempre in mare, sempre marinaio. Imbarcato sul cacciatorpediniere "Quintino Sella" si ritrovò nel centro della furiosa battaglia di Capo Matapan. La nave fu affondata: di 120 membri dell’equipaggio se ne salvarono solo 20 e Nicolò fu tra questi fortunati. Ma la guerra non frena l’amore e il 1941 in pieno conflitto mondiale, decide di sposare la sua ragazza, Grazia D’Olio. Nel 1942 arriva il primo figlio Giuseppe, un anno dopo è la volta di Mauro nato contemporaneamente all’armistizio di Badoglio. Così Nicolò torna a navigare sui motopesca mentre la famiglia continua a crescere: nel 1945 nasce Corrado e due anni dopo Stefano. Fra tanti maschi mancava la bambina: Francesca arriva nel 1948 e resterà l’unica figlia. Purtroppo sei mesi dopo la nascita della bambina muore, ad appena 28 anni, la madre dei suoi figli. Rimasto solo con 5 bambini, Nicolò non si fa trascinare dalla disperazione. La fortuna gli viene incontro: incontra e sposa una donna coraggiosa ("un’eroina", come ama definirla l’amico Ignazio), Maddalena Angione che a 32 anni assume l’onere di crescere amorevolmente i 5 figli del marito come fossero suoi. E il marinaio, tranquillo per la famiglia in buone mani, torna in mare a pescare. Maddalena, però, vuole dare anch’ella altri figli al buon Nicolò e così, nel 1951, nasce Graziano, seguito un anno dopo da Leonardo. Nel ’55 nasce Ignazio, nel ‘57 è la volta di Tonino, mentre 4 anni dopo arriva l’ultimo figlio Sabino.
Michele de Sanctis jr.
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