Un marittimo di Molfetta indignato scrive a Quindici: immorale la proposta di Cesa (Udc) di portare anche le mogli dei parlamentari a Roma
Dopo lo scandalo del deputato pugliese Cosimo Mele coinvolto in un festino di sesso e droga in un Hotel di via Veneto
MOLFETTA - Gent.ssimo Direttore, sono un marittimo nonché lettore del Vostro graditissimo giornale, fortuna che abbiamo internet.
Allego alla presente e gradirei tantissimo se pubblicate l'articolo a nome di tutti coloro che stanno lontani dalle famiglie ma in special modo per i marittimi che a differenza degli altri, a parte la lontananza, devono sfidare molte volte le intemperie seguite dalla furia del mare.
Ebbene, ci siamo sentiti OFFESI dalla dichiarazione fatta dal Segretario Nazionale UDC on. Cesa (foto) sul "Corriere della sera" dove parlava del lavoro stressante dell'Onorevole, della lontananza (settimanale) dalla famiglia e per questo chiede il ricongiungimento della famiglia nonchè PIU' SOLDI ai deputati e senatori.
L'on. Cesa e quasi tutti i politici al seguito, sappino che NOI marittimi (se sanno che esistiamo)siamo lontani dalla famiglia con tutte le problematiche suddette, quando ci va bene, OTTO mesi all'anno.
E' IMMORALE fare queste dichiarazioni.
Sicuro di un Suo riscontro, colgo l'occasione di porgere distinti saluti da me e da tutto l'equipaggio. La piattaforma su cui lavoro è la SAIPEM 7000 del gruppo ENI.
Giammaria de Palma
Caro de Palma,
sono pienamente d'accordo con lei. Non è basato il libro “La casta” scritto dai colleghi del “Corriere della Sera” Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, in cui si mettono in evidenza i privilegi dei parlamentari, le vergognose indennità che percepiscono, le superpensioni dopo pochi mesi di “lavoro” e gli abusi della loro funzione, che oggi ci tocca assistere ad una “proposta indecente” come quella dell'on. Cesa. Il segretario dell'Udc, per chi non lo sapesse, suggerisce di favorire il ricongiungimento familiare ai parlamentari, pagando anche vitto e alloggio alla moglie (e ai figli, no? Poverini, restano soli senza i genitori, garantiamo anche a loro un soggiorno romano a spese dei contribuenti). In tal modo si evita che i poveri parlamentari si sentano soli e siano”costretti” ad andare dalle prostitute. Siamo alla follia pura. Solo per questa dichiarazione, non il deputato (purtroppo pugliese di Carovigno) Cosimo Mele, ma anche il segretario dell'Udc, Cesa, andrebbe cacciato dal Parlamento, se non fosse che si è già coperto di ridicolo da solo e ha suscitato l'unanime indignazione dei cittadini che, come lei, sono lontani dalla famiglia per lavoro, senza percepire alcuna indennità da astinenza o da “coito Parlamentare”, come la definisce il bravissimo Francesco Merlo, in un magistrale articolo su “Repubblica” di ieri.
Forse la parola “morale” andrebbe riscoperta e rivalutata, proprio di fronte ai casi di chi “predica bene e razzola male” – ha ragione Merlo – di chi si batte per l'indissolubilità del matrimonio, ma divorzia e convive con l'amante, di chi a parole si batte contro la droga, ma in privato sniffa cocaina, di chi emargina i gay, ma frequenta i trans, di chi si mostra intransigente con chi commette reati e poi candida e fa eleggere al Parlamento personaggi inquisito e così via.
I costi della politica sono anche questi, i costi morali, forse più pesanti dei già gravosi costi economici. Stia tranquillo Sig. de Palma, noi e molti italiani sono con chi come lei lavora onestamente e duramente per guadagnare il pane per la sua famiglia, senza privilegi, nè squillo, consapevole dei valori della famiglia e del matrimonio, che è fatto anche di attesa, che è vero amore. Grazie per la sua lettera, credo che sia un esempio per tutti.
Felice de Sanctis
Riportiamo, di seguito, per coloro che non l'avessero letta, la notizia, inviataci dallo stesso Sig. de Palma sulle dichiarazioni dell'on. Cesa:
Dopo la confessione del deputato sul suo coinvolgimento al festino hard
Cesa accetta le dimissioni di Mele
Il segretario udc: «Fatto personale ma incompatibile con i nostri valori». E aggiunge: «Dura la vita da deputato, spesso si è soli»
ROMA - Il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, ha accettato le dimissioni del deputato Cosimo Mele, il deputato di origini brindisine che ha confessato di essere il parlamentare protagonista della serata hard in un albergo romano con una signora poi finita in ospedale forse a causa del consumo di droghe e alcol. «Sono profondamente amareggiato per quello che è accaduto - ha detto Cesa -. Ho immediatamente accettato le dimissioni del deputato», spiega nel corso di una conferenza stampa. Quanto accaduto, ha aggiunto il leader centrista, «è incompatibile con i valori che difende l'Udc». Cesa esprime la sua solidarietà alla moglie del deputato Mele, con la quale si è intrattenuto al telefono per un colloquio «molto sentito, in questo momento delicato». Quanto alle battute al vetriolo che arrivano dalle altre forze politiche il segretario centrista evita di replicare: «Non rispondo alle provocazioni e alle strumentalizzazioni che riguardano le singole persone». E sulle dimissioni da deputato, Cesa ricorda che «spetta alla persona decidere se restare deputato o meno».
LA VITA DA DEPUTATO - Cesa sottolinea anche il «problema» dei parlamentari che vivono a Roma da fuori sede, «e fuori dalla loro città hanno una vita abbastanza dura». Lo dice riferendosi anche alla sua vita pubblica: «Quando ero eurodeputato, stavo da solo tutta la settimana e la solitudine è una cosa molto seria». Per questo, ripete più volte, «la vita del parlamentare è molto dura» e bisognerebbe pensare, propone, all'ipotesi di un ricongiungimento familiare: più soldi a deputati e senatori, quindi, per poter permettere il trasferimento delle loro famiglie a Roma.
REAZIONI DEI POLITICI - Da più parti politiche si continua a sostenere l'ipotesi che Mele debba abbandonare anche il ruolo di deputato, contrariamente all'intenzione da lui manifestata. A Mele arrivano però anche dichiarazioni di solidarietà. Come quella dell'ex presidente della repubblica, Francesco Cossiga, vicino al «collega ingiustamente crocifisso». «Smettiamola di essere ipocriti» ha detto il senatore a vita.
PROCURA INDAGA - Intanto finirà all'attenzione della procura di Roma la serata «allegra» di Mele. A piazzale Clodio si attende di ricevere il rapporto della polizia sulla vicenda per aprire un fascicolo e valutare se esistano elementi di rilevanza penale. «Poco importa che la ragazza non abbia presentato una denuncia contro il parlamentare o che non siano stati individuati estremi di reato da parte di chi ha verbalizzato il suo racconto. Questa è una valutazione che faremo noi», hanno spiegato a palazzo di giustizia.
30 luglio 2007