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Un giro in barca a vela per scoprire la costa di Molfetta
30 agosto 2010

MOLFETTA - E mentre i lavori al porto del romano Azzollini si protraggono per un inverosimile periodo del quale non si scorge nemmeno il termine, le acque che lambiscono la nostra terra sono sempre più dimenticate da una città che ha visto i suoi natali proprio da quella che era l’Isola di Sant’Andrea. A rivalutare proprio la natura marinara e insieme commerciale e industriale della nostra città, ci pensano l’associazione archeologico-culturale Antiqua Mater e Buona Speranza.

Il connubio ha dato vita all’idea di riscoprire la Cultura della nostra Molfetta da una prospettiva “insolita”, ovvero dal mare. E’ proprio tra le onde che è possibile apprezzare la realtà storica e culturale di una città che ha goduto dei frutti del mare e della terra che la circondavano, rendendola cardine di un commercio florido di beni e sapere.
Grazie a questa iniziativa, i cittadini al seguito di una guida potranno ascoltare e vedere i segreti narrati dalle mura del Duomo e del Faro, per poi salire a bordo di una Barca a Vela e, coccolati dalle onde, ammirare la nostra “gemma del mare”, il Duomo, da un profilo inedito, il Faro che dal 1857 illumina il sentiero dei nostri marinai, la città vecchia, la Madonna dei Martiri e i cantieri navali, unici luoghi dove le tecniche artigianali resistono ai secoli. Il pacchetto può prevedere per i più esigenti il “Boat & Breakfast”, pernottamento e colazione a bordo di una imbarcazione che naviga grazie al dio Eolo, magari con l’opportunità di poter “poggiare e orzare”.
Una bellissima iniziativa questa, la quale, però, deve trovare risposta nella cultura del molfettese, il quale manca di rispetto al proprio patrimonio artistico e culturale, ma che è anche alle prese con problemi quotidiani come le strade piene di buche, prima lamentela anche dei turisti. Discorso ormai banale e ripetuto, ma per il quale la nostra amministrazione non ha trovato rimedio, ma che anzi ha pensato di investire soldi in un progetto portuale che vede indeterminata soluzione, dato che la draga è ancora ferma e che il brillamento degli ordigni esplosivi si presenta sempre più lungo e pericoloso, anche per la fauna locale, che impaurita ha lasciato le nostre acque.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Saverio Tavella
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