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Un amore tradito
15 aprile 2004

Dedichiamo la copertina di questo numero al Duomo di Molfetta appena restaurato, presentando una bella immagine che riempirà di gioia i cuori di tanti molfettesi che considerano giustamente questa chiesa il simbolo della nostra città. Il restauro, che la restituisce alla comunità, ma anche alla cultura internazionale, ha richiesto un lavoro lungo, paziente e qualificato, ma lo straordinario risultato è sotto gli occhi di tutti e di questo va dato atto a coloro che – come potrete leggere nell'articolo di Michele Bruno – hanno contribuito alla realizzazione di quest'opera: dai politici ai tecnici, alle autorità ecclesiastiche e al parroco don Ignazio Pansini che a questo monumento porta un amore immenso da molfettese verace e da uomo di cultura. Ma sotto gli occhi di tutti ci sono anche i primi segni della sporcizia che può essere considerata un'offesa al monumento culturale e religioso e un triste presagio di un possibile futuro degrado. Bottiglie abbandonate e ostentate davanti all'ingresso (nella foto), rifiuti di ogni tipo, anche organici che dimostrano lo scarso senso civico degli autori di questo inqualificabile comportamento. Non a caso nel “lead”, l'attacco dell'articolo, abbiamo parlato di “tanti” molfettesi, non di “tutti”, perché chi si macchia di questo oltraggio, non può essere considerato, né sentirsi cittadino non solo di questa città, ma del mondo intero. Ma biasimare non basta, occorre agire e in questo un giornale come “Quindici” che ha fatto della denuncia una delle sue principali caratteristiche, è in prima linea, come in tante altre battaglie condotte a difesa del territorio, che sono testimoniate dalle nostre pagine e dagli articoli pubblicati nel corso di questi nostri 10 anni di vita e che stiamo riproponendo alla memoria dei vecchi lettori e all'attenzione dei nuovi, quelli più giovani. Perciò, diciamo che non si può fare tanto, e con grande impegno per realizzare il restauro dell'opera e poi, dopo una bella cerimonia inaugurale, dimenticarsene, mettendosi l'anima in pace e godendo del ritorno di consensi che queste iniziative giustamente producono. Il parroco don Ignazio nel corso della cerimonia inaugurale ha accennato a questa situazione che si verifica puntualmente ogni giorno, senza che nessuno provveda all'immediata pulizia della zona circostante, né alla sorveglianza dello stesso monumento. E' questa la denuncia che facciamo, anche con le foto, volutamente accostate a quelle meravigliose immagini dell'interno della chiesa, chiedendo all'amministrazione comunale, ma anche al sen. Azzollini, che sappiamo avere a cuore il Duomo, di mettere in atto tutti i provvedimenti necessari a far sì che venga mantenuto il decoro che l'opera merita.(nella foto, l'interno della cupola di levante), Solo così le parole dell'indimenticabile vescovo don Tonino Bello, che riportiamo di seguito, avranno ancora un senso, altrimenti resteranno solo una bella descrizione per un depliant turistico e un ricordo di quell'atto di amore che un uomo non nato a Molfetta ha avuto per questa città e che alcuni suoi abitanti dimostrano di non possedere. “Quando la sera mi ritiro tardi dai miei impegni (pastorali), rientro proprio dalla banchina di S. Domenico, per non sottrarmi a quello spettacolo unico al mondo del (vostro) Duomo illuminato. Più che sull'ultimo sperone della roccia, sembra che si elevi dal cavo di una conchiglia, tra due sentinelle di pietra che lo sorvegliano da secoli”.
Autore: Felice de Sanctis
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