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Tutti i dubbi sull'accordo quadro tra Comune e cooperative sociali
15 aprile 2012

Un accordo quadro per reperire con tempestività risorse umane di fronte ai nuovi fabbisogni sociali di Molfetta. L’amministrazione Azzollini lancia una rete territoriale con sole 3 imprese sociali di Molfetta (delibera Settore Socio-educativo n.427/12). L’accordo nasce nell’ambito del Piano Sociale di Zona Molfetta-Giovinazzo, il cui «Regolamento per l’affidamento dei servizi socio-assistenziali a soggetti terzi» consente ai Comuni di Molfetta e Giovinazzo di instaurare rapporti con soggetti erogatori di servizi e strutture socio-assistenziali accreditate. Nell’operazione rientrano il Centro Aperto Polivalenti per minori e il Centro di Ascolto per le Famiglie, il Centro Aperto Polivalente per Diversamente Abili, il Centro Aperto Polivalente per Anziani, oltre ad altre prestazioni socio-assistenziali ed educative di tipo domiciliare (come l’home-maker, il servizio di assistenza domiciliare in favore di anziani e diversamente abili) e al trasporto scolastico, riabilitativo e sociale. Quale delle 3 cooperative sarà maggiormente sollecitata dal Comune di Molfetta e potrà impiegare le proprie risorse sulla base di un progetto specifico? È probabile che l’accordo quadro possa favorire il proliferare di proroghe, licitazioni private e affidamenti diretti per urgenza, malcostume dell’amministrazione Azzollini. Del resto, molti sono stati gli affidamenti prorogati proprio alle 3 cooperative negli ultimi 10 anni: il Comune avrebbe riscontrato notevole esperienza, convenienza economica e pubblico interesse con le 3 cooperative. Si tratta, ad esempio, del Centro Aggregativo per minori e famiglie “Liberitutti”, della gestione dei servizi di assistenza e integrazione sociale per portatori di handicap (con relativo trasporto disabili), dell’assistenza domiciliare ai disabili nel 2008, del programma di integrazione sociale della popolazione anziana e di assistenza domiciliare in favore dei pensionati INPDAP non autosufficienti nell’ambito del progetto «Home Care Premium » In altri casi, i servizi sono stati revocati e poi affidati ad altre cooperative, come il Servizio di assistenza e di educativa domiciliare, revocato nel 2006 alla Cooperativa La Socievole, cui era stato assegnato nel 2004. Secondo la delibera di revoca, strutture e servizi socio-assistenziali devono essere autorizzati provvisoriamente all’esercizio delle attività dai Comuni competenti per territori. Come spiegare, però, le numerose riconferme degli affidamenti negli anni successivi? La replica delle prestazioni, le procedure negoziate senza pubblicazione dei bandi di gara, la licitazione privata e gli affidamenti per urgenza potrebbero anche derogare al normale principio di concorrenzialità per gli appalti pubblici? Secondo la normativa vigente, in caso di trattativa con un unico imprenditore occorre dimostrarne l’unicità nella comunità nell’applicazione del know how necessario per la prestazione. Non basta rimandare in modo asettico alla convenienza economica o alle semplici maturate competenze: anzi, le decisioni comunali potrebbero creare serie difficoltà alle cooperative che hanno aderito all’accordo. Il Comune di Molfetta potrebbe anche utilizzare i voucher sociosanitari, come fanno alcuni Comuni pugliesi, secondo l’art.16 della Legge Regionale n.19/06 e il Regolamento regionale n.4/07. Ad esempio, si potrebbe convocare tutte le cooperative accreditate, richiedere un programma completo d’intervento per i vari servizi e lasciar scegliere al cittadino, salvaguardando la concorrenzialità. Con l’accordo quadro, le altre cooperative sociali di Molfetta escluse quali chance avranno? Scatteranno altri ricorsi per annullare proroghe, licitazioni private e simili come accaduto nel 2002, 2003 e 2006?

Autore: Nicola Squeo
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