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Tumore al seno: importante scoperta dei ricercatori baresi diretti dal prof. Franco Silvestris di Molfetta E’ possibile prevedere i rischi, con un semplice prelievo di sangue. La notizia di “Bari Today”
Il prof. Franco Silvestris (foto Bari Today)
02 dicembre 2019

MOLFETTA – Importante scoperta sulla cura dei tumori al seno fatta da alcuni ricercatori baresi diretti dal prof. Franco Silvestris di Molfetta. La notizia diffusa dal giornale on line “Bari Today” parla della possibilità attraverso un semplice prelievo di sangue di prevedere con molto anticipo se il tumore al seno può generare metastasi e diffondersi ad altri organi. Si tratta dello straordinario risultato di una serie di studi condotti dalla Scuola di Medicina dell’Università di Bari e pubblicati dalla rivista Scientific Reports affiliata a Nature.

La scoperta è stata compiuta presso il Centro Ricerche Oncogenomiche (CROG) diretto dal Prof. Franco Silvestris e afferente alla cattedra di Oncologia Medica del Policlinico.

«E’ basata sull’applicazione della cosiddetta ‘biopsia liquida’ allo studio delle caratteristiche biologiche dei tumori. In pratica, isolando dal sangue le cellule tumorali circolanti (CTC) e studiando le caratteristiche molecolari del loro genoma, cioè ricercando se sono espressi determinati geni tra cui quelli preposti a formare le metastasi, è possibile riconoscere precocemente se le CTC potranno invadere altri organi e favorire la diffusione del tumore – scrive ancora il giornale -. Lo studio ha riguardato per ora il cancro mammario, ma certamente potrà essere applicato ad altri tumori, soprattutto a quelli con elevato potenziale nella formazione delle metastasi che notoriamente costituiscono la complicanza di maggiore gravità nella biologia dei tumori.

I risvolti applicativi di queste ricerche, sostengono i Ricercatori del CROG, sono piuttosto significativi nella lotta contro il cancro sia dal punto di vista scientifico, sia da quello umano nella vita dei pazienti.

Infatti, poter anticipatamente conoscere le proprietà metastatiche del tumore tramite un semplice prelievo di sangue, consentirà di attivare nuove strategie cliniche nella sorveglianza della recidiva del tumore, mentre nei casi in cui le CTC non presentano le caratteristiche genomiche della invasione di vari organi e della formazione delle metastasi, i pazienti potranno ragionevolmente essere meno angosciati dalla paura della ricomparsa del tumore che costituisce uno dei principali motivi di sofferenza psicologica nella loro vita di relazione».

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