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Trivellazioni petrolifere sulla costa molfettese. Protesta del Movimento 5 Stelle
31 luglio 2013

MOLFETTA - La Northerm Petroleum, compagnia petrolifera inglese, ha chiesto e avviato i procedimenti per l’esecuzione di trivellazioni al largo delle coste della Puglia . Undici saranno i punti di permesso per tutta la zona costiera pugliese, ricevendo esito positivo per quanto riguarda le verifiche tecnico-amministrastive relative all’istanza de V.I.A. ( valutazione di impatto ambientale) da parte del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare.

Sia la Giunta regionale pugliese che il comune di Barletta hanno espresso parere sfavorevole a tale attività. Già due sentenze del TAR Lazio avevano annullato le due diverse autorizzazioni precedentemente concesse alle prospezioni geosismiche rilasciate alla Petroceltic Italia, accogliendo il ricorso presentato da WWF,
Legambiente, Csn, Lipu e Fai.
Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Molfetta ritengono che Il Sindaco debba prendere una posizione netta a riguardo sin dalla prossima riunione di giunta, al fine di tutelare le attività produttive in mare e la costa.
Il settore della pesca molfettese, già fortemente colpito dai regolamenti comunitari, caro petrolio e crisi economica generale e settoriale non sarebbe in grado di riprendersi da questo ennesimo devastante colpo.
Non di secondaria importanza il danno che ne subirebbe il settore turistico che è fonte di guadagno per tanti giovani imprenditori.
Riteniamo che questo sia il momento giusto per far sentire la voce di quanti sono contrari a queste attività ispettive, senza aspettare, come in passato, che le decisioni siano già prese.
A livello nazionale l’Onorevole Giuseppe D’Ambrosio del M5S ha presentato su tale argomento un’interpellanza urgente al Ministro dell’Ambiente, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro per i Beni e le Attività Culturali.
A livello territoriale noi come cittadini di Molfetta e attivisti del M5S riteniamo opportuna una sinergia d’intenti e d’azione con le associazioni di categoria della pesca, i circoli navali e le associazioni ambientaliste facendo fronte comune con le istituzioni locali affinchè sia vietata qualsiasi attività ispettiva ed estrattiva di idrocarburi fossili al largo delle nostre coste.
Ribadiamo che il primo cittadino deve essere il coordinatore di queste forze contrarie alle trivellazioni come primo garante della salute e sicurezza dei cittadini e che quindi è necessaria una posizione istituzionale ferma e decisa contro queste attività ispettive .
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Personalmente ritengo che la sostituzione dei combustibili fossili con fonti di energia di tipo rinnovabili sia un processo, iniziato, ma che si relizzerà in un periodo di tempo piuttosto lungo. Ci sarà, allora, sempre più "fame e sete" di petrolio, gas e carbone? Probabilmente si. Tuttavia ritengo anche che favorire la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento di combustibili fossili, potrebbe allontanare ancora di più lo sviluppo e l'utilizzo di fonti alternative che, forse non si sviluppano alla velocità desiderata e richiesta dallo stato globale del deterioramento delle condizioni planetarie, proprio perché si continua a "puntare sul cavallo sbagliato". Mi spiego meglio: Fin quando ci sarà - così come c'è - uno stato di necessità (voluto?), legato alla sempre maggiore richiesta (pilotata?) di energia disponibile subito e comunque, questo costituirà un alibi per chi ha puntato sull'attuale "cavallo" (petrolio, gas e carbone), con investimenti ingenti, a scapito dello sviluppo della ricerca di fonti alternative altrettanto disponibili SUBITO, ma meno inquinanti. Voglio dire: le riserve di combustibili classici sarebbero sufficienti agli attuali fabbisogni, se parallelamente ci fosse un vigoroso sviluppo di metodi alternativi e relativo utilizzo sempre più accentuato. La mia conclusione? Bene hanno fatto, alcuni Enti, a rigettare le richieste di autorizazione. Qualcuno percepisce questi punti di vista (personale, ma credo di non essere il solo), come la classica situazione "NIMBY", tanto cara ai denigratori (a prescindere) dello sviluppo ulteriore della ricerca e delle prospezioni petrolifere! Io sostengo che il petrolio, prima o poi, (più prima che poi) finirà. Allora che senso ha spremere ancora di più il Pianeta alla ricerca di fonti di approvvigionamento che rendono i prodotti sempre più cari e di peggiore qualità, dovendolo estrarre con sistemi sempre più complicati e dunque costosi?.

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