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Trasporto pubblico, tra polemiche, inefficienze e tariffe elevate
15 ottobre 2002

Ho letto con grande attenzione il pregevole articolo in oggetto, che consente di classificare il suo Autore non solo come un grande giornalista, ma soprattutto, cosa ancor più rara, come esperto di trasporto pubblico. Nella mia veste di modesto artigiano della materia (mi qualificai tale anche nell'incontro dell'11 maggio citato nell'articolo) non posso perdere l'occasione per porgere ad un simile esperto alcuni quesiti, connessi alle questioni sollevate nell'articolo. 1) Viene criticata l'esiguità dei posti a sedere in relazione agli utenti presenti nell'ora di punta: ritiene l'esperto che il servizio di trasporto pubblico locale debba essere dimensionato assumendo come vincolo che i passeggeri trasportati nella fascia di punta debbano stare seduti? In caso di risposta affermativa: ritiene l'esperto che tale capacità di posti a sedere debba essere ottenuta con mezzi di dimensioni maggiori (fino a 50 posti, come gli autobus "gran turismo", e in caso di risposta affermativa al "sub quesito": l'esperto ha verificato la possibilità che tali autobus seguano il percorso delle attuali circolari "corte"?) ovvero con un maggior numero di mezzi in circolazione (in caso di risposta affermativa al "sub quesito": l'esperto ha verificato, da punto di vista contrattuale, la possibilità di utilizzare personale anche per due ore/giorno, intervallate di quattro ore?); 2) Viene criticata la mancanza di aria condizionata sui mezzi. A parte ogni considerazione di carattere ecologico (come noto l'aria condizionata non compie il "miracolo" di sopprimere il caldo, ma - semplicemente - lo sposta da "dentro" a "fuori", riversandolo sui pedoni; il tutto, inevitabilmente, con rendimenti termodinamici inferiori all'unità, e quindi producendo ulteriore calore che viene anch'esso scaricato all'esterno del veicolo): ritiene l'esperto che il funzionamento di aria condizionata su autobus che si fermano ed aprono tutte le porte ad ogni minuto (intervallo temporale tra due fermate) sia una scelta razionale? 3) L'esperto evidenzia che il territorio comunale è di 58 kmq. Tenuto conto che si tratta della estensione totale dell'agro molfettese (il solo centro abitato si estende, come noto, per circa 6 - 7 kmq), chiedo: sta egli pensando a corse che raggiungano "Tre Fontane" o "Sette Torri" o "Madonna di Zappino"? In caso di risposta affermativa, ha egli valutato anche lo stato delle strade? 4) Si afferma, in chiusura di articolo, che le tariffe dei titoli di viaggio "appaiono obiettivamente sproporzionate". Si chiede: quali sono gli "obiettivi criteri" in relazione ai quali viene formulato il giudizio? Numero di km percorsi per abitante o per giorno? Densità reale o lineare delle fermate? Altri parametri quantificabili e confrontabili? Confido che questa mia sommessa richiesta di chiarimenti venga pubblicata unitamente ad una serie di risposte illuminanti che indichino a me ed ai miei collaboratori, piccoli artigiani, la strada maestra per realizzare le "vere novità" (a proposito, sig. esperto: quali?) che rivoluzioneranno il trasporto pubblico a Molfetta (immagino: senza maggiori costi per gli utenti che, come chiaritoci dall'esperto, sono generalmente anziani e quindi, verosimilmente, non particolarmente facoltosi). Spero, altresì, che le risposte illuminanti ci aiutino a risolvere - ma sul serio - i non pochi problemi che, certo, ci sono: rispetto degli orari, rapporti con il personale, riorganizzazione dello schema di trasporto urbano da quello attuale (di tipo "circolare", che - tipicamente - consente di raggiungere la propria destinazione con un unico mezzo, e quindi con un unico biglietto) a quello a pendolo" (più veloce, ma che richiede -tipicamente - di cambiare mezzo, e che quindi deve essere "accompagnato" dalla modifica della tariffazione: da quella attuale, "a corsa", a quella "a tempo"). Problemi che - notoriamente - sono stati già risolti in tutte le altre città della Puglia (l'esperto ci indicherà esattamente i comuni che hanno risolto tutti i problemi di trasporto pubblico e in quali tempi): solo a Molfetta siamo in condizioni ditale inefficienza da dover (addirittura) lanciare il messaggio: "Mezzo pubblico? Meglio desistere" . Complimenti anche alla direzione o, comunque, a chi decide la linea editoriale. Sempre a disposizione per imparare qualcosa, resto in attesa e porgo i migliori saluti. Silvio M. C. Binetti Direttore di esercizio Il tono irrispettoso e arrogante, dietro una falsa ironia qualifica da sé l'autore della lettera, non avrebbe meritato risposta. L'arroganza tipica di chi si crede al di sopra di ogni critica tipica del berlusconismo (forse nel desiderio di compiacere il nuovo presidente o di accreditarsi nella maggioranza di centrodestra) e soprattutto la reazione spropositata a una semplice inchiesta fatta sul campo da un nostro collaboratore, ci spingono non solo a dare una risposta ai chiarimenti richiesti, ma ad approfondire l'argomento, facendone un vero e proprio articolo che per logica ospitiamo in questa pagina delle lettere. Il nostro collaboratore si è limitato a raccontare, non a tavolino come usano fare altri, ma andando direttamente sul campo, registrando reazioni della gente, verificando di persona la qualità del servizio. Cosa che dovrebbe fare più spesso proprio l'ing. Binetti invece di restare seduto sul suo “ponte di comando”. E' questo che infastidisce il direttore della Mtm Spa? Ma, visto che l'ing. Binetti si considera semplice artigiano della materia e, grazie alla nostra esperienza manageriale, siamo ben lieti di fornire utili suggerimenti dettati, tra l'altro, più dal buonsenso che da una esperienza specifica in materia di trasporti urbani. Ha mai preso in considerazione il nostro ingegnere la possibilità di modificare il sistema di trasporto? Ha studiato cosa avviene nelle città del Nord? Se l'avesse fatto, sarebbe in grado di assicurare il posto a sedere ai viaggiatori, considerato lo scarso numero di utenti che utilizza il servizio. Noi non le suggeriamo l'utilizzo di pullman gran turismo in città, come lei chiede con stupida ironia, bensì proprio il contrario: l'utilizzazione di mini bus navetta con corse più frequenti, con un sistema “ a staffetta”. Basterebbe dividere la città in 4 parti con corse da 20 minuti (10 all'andata e 10 al ritorno) tra centro e zone periferiche. Tra l'altro i mini-bus potrebbero circolare anche nelle piccole strade e fermarsi a prelevare la gente anche ad un cenno della mano (tipo taxi) e non necessariamente alla fermata. Si eviterebbe così di costringere il viaggiatore a fare il “giro turistico” della città con perdita di 60 minuti per l'intero percorso, una cosa che solo gli anziani possono permettersi. Lei, caro ingegnere, per la funzione che le è stata affidata, dovrebbe studiare il sistema migliore per disincentivare l'uso dell'auto privata, invece di perdere tempo a replicare alle critiche legittime. E il suo presidente Annese, si è posto questo problema prioritario quando si è proposto alla guida dell'ente? Per quanto riguarda l'aria condizionata, le ricordo l'effetto camera, che comunque spingendo fuori l'aria fredda, impedendo l'ingresso di quella calda, non sarebbe così antieconomico. Ma su questo argomento sorvolo, altrimenti sarebbe troppo lungo spiegarlo a un “modesto artigiano”. Sulla copertura del territorio comunale, le ricordo, inoltre, che la “Marozzi”, una volta, prima che nel '66 fosse istituita la municipalizzata trasporti, serviva proprio le località che lei cita. In merito ai costi delle tariffe, anche queste potrebbero essere ridotte se il nostro ingegnere studiasse qualche sistema per aumentare la redditività del servizio. Dietro suo invito, ci permettiamo perciò qualche suggerimento, vista la sua dichiarata impotenza in materia: utilizzare i bus per il trasporto degli impiegati comunali da e per le proprie abitazioni; organizzare gite turistiche domenicali a pagamento per gruppi, associazioni, comitive, privati in genere: aumenterebbe gli utili e permetterebbe di sfruttare di più i mezzi pubblici; attuare un servizio taxi con mini-bus; realizzare corsie preferenziali; gestire il servizio dei parcheggi (a Bari in occasione della Fiera l'Amtab lo fa) liberando tanti vigili urbani che potrebbero dedicarsi ad altri servizi; fare un centro di stoccaggio delle merci, evitando che i camion attraversino la città, con meno inquinamento acustico e atmosferico. I titolari dei negozi potrebbero venire a ritirare la merce ai vostri depositi della zona artigianale o farsela portare a domicilio, dietro compenso del servizio. E potremmo continuare… Con i tagli agli enti locali, previsti da questa Finanziaria, non credo che il Comune potrà disporre di tante risorse da destinate al trasporto pubblico. Sarebbe ora, perciò (e lo dico da giornalista economico) di rendere remunerativo il servizio. Oggi gli itinerari dei bus urbani sono vecchissimi e non conformi alla necessità e all'utilità del viaggiatore; il sistema delle tariffe è antidiluviano, si dovrebbero utilizzare non solo i tradizionali abbonamenti mensili (a proposito, direttore, perché non aprire un ufficio Mtm in città per non costringere la gente a venire fino nella zona industriale a rinnovare l'abbonamento: molti anziani non possiedono l'auto e dovrebbero venire a piedi o affidarsi dietro compenso ad altri) ma anche biglietti a tempo, cosa possibile solo con corse a rotazione. Ci aveva chiesto dei suggerimenti e glieli abbiamo forniti, dimostrandole che abbiamo delle idee e siamo anche disposti a mettere a disposizione gratuitamente di chi si dichiara impotente e ammette di essere disponibile a imparare qualcosa. Ora ci permetta di rivolgere noi a lei delle domande (è il nostro mestiere): ha verificato personalmente la professionalità dei suoi collaboratori? Se risponde SI ad almeno 5 domande vuol dire che il servizio funziona e ci complimentiamo con lei. Gli autisti parlano al telefonino quando guidano? Fanno sistemare i bambini nella parte posteriore del mezzo o li lasciano sostare sotto il parabrezza, con evidente pericolo? Parlottano con le ragazze anch'esse ferme accanto al posto di guida? Una volta sui mezzi pubblici era scritto: vietato parlare al conducente. E' passato di moda? Gli autisti indossano le divise, che pure sono state acquistate con i soldi dei contribuenti? Danno informazioni in modo corretto ed educato agli utenti oppure forse per stanchezza replicano in modo scocciato e sgarbato? Hanno la necessaria attenzione per anziani e handicappati? Li aiutano a salire e scendere, se necessario? Gli agenti di movimento ogni tanto verificano i titoli di viaggio? Chi controlla i controllori? Chi garantisce la sicurezza a bordo delle circolari urbane? Un'ultima considerazione desideriamo aggiungere: al di là dei mezzi e dell'organizzazione di un servizio, la prima valutazione sull'efficienza si fa sugli uomini. E i precedenti non depongono a vostro favore. L'episodio dell'autista che è accusato di aver percosso un anziano (esiste una denuncia e un procedimento in corso) provocandogli una ferita al sopracciglio e la successiva perdita della vista, è sintomatico: l'autista non sarebbe stato sospeso cautelativamente dal servizio. La cosa ci sembra di una gravità che non ammette giustificazioni. Tra l'altro questo precedente non rappresenta un buon esempio di disciplina e correttezza per gli altri colleghi dell'interessato. La professionalità è la prima regola per chi lavora in un servizio pubblico e lei deve garantirla per il ruolo che svolge. Le ricordiamo, in conclusione, senza stupida ironia o facile sarcasmo che non dovremmo essere noi a dare suggerimenti a lei, ma lei deve dare risposte a noi e quindi all'opinione pubblica che rappresentiamo e che la paga: questa è la linea editoriale di un giornale solo al servizio dei cittadini. Forse, al suo posto, penserei seriamente alle mie dimissioni. Mi auguro, perciò, di avere queste risposte e, comunque, mi ripropongo di fare, anche in prima persona, un'inchiesta approfondita e ben documentata sul trasporto pubblico a Molfetta. Penso che potrà essere utile ai nostri lettori e anche a un “modesto artigiano” come lei.
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