Tragica morte di tre albanesi che andavano al lavoro
Una mattina di lavoro, come altre. Erano le 5.45 del 30 novembre. A bordo di un’ «Ape cross» arancione tre braccianti agricoli percorrono la strada provinciale «Molfetta-Terlizzi» in direzione di Molfetta. Vanno a raccogliere le olive in un terreno. Due di loro sono fratelli: Hidayet e Luan Talay. Hanno rispettivamente 42 e 33 anni. Il terzo si chiama Nutaj Fatlum, di appena 29 anni. Sono tutti e tre albanesi di Scutari. Per i fratelli Talay quella doveva essere l’ultima giornata di lavoro. Erano stagionali. Anzi, la nave che li avrebbe riportati in patria dovevano prenderla il giorno prima. Poi la decisione fatale di posticipare il ritorno a casa per guadagnare un’altra giornata. A quell’ora del mattino è ancora buio. E’ probabile che i tre braccianti non abbiano avuto nemmeno il tempo di accorgersi di quanto stava accadendo. All’altezza della contrada «Piscina di Sonz» sopraggiungeva alle loro spalle un furgoncino giallo Fiat «Ducato» guidato da un giovane di Altamura. L’uomo non è riuscito a frenare in tempo. Il suo furgoncino ha tamponato il mezzo agricolo. Lo schianto tra i due veicoli è stato così violento che il «Ducato » ha sorpassato in volo l’Ape cross e invaso la corsia opposta, scontrandosi con un Iveco «Daily» che sopraggiungeva. La peggio l’ha avuta l’Ape cross. Tagliata letteralmente in due, la parte meccanica è rimasta incagliata dietro il «Ducato». Quel che rimaneva della cabina, ridotta a un ammasso di lamiere, ribaltata a pochi metri di distanza. Per i tre occupanti non c’è stato nulla da fare. I fratelli Talay sono morti sul colpo. Il loro amico è morto poco dopo in ospedale. A bordo dell’ Iveco «Daily» viaggiavano due coniugi biscegliesi. Terrifi cante la scena che raccontano: «All’improvviso abbiamo visto volare un furgoncino giallo che veniva contro di noi, con una scia di fumo e qualche scintilla». Il signor Natale aggiunge: «Ho sterzato cercando di evitarlo, ma non ce l’ho fatta. Dopo l’urto il mio furgone è fi nito dalla parte opposta della carreggiata». Sua moglie ricorda: «Quel volo era come nei fi lm. Io ho chiuso gli occhi e mi sono gettata verso mio marito. In quel frangente ho pensato che non ci saremmo visti più». I tre italiani, tutti venditori ambulanti, se la sono cavata con qualche contusione e tanto spavento. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale, i vigili del fuoco, i carabinieri, i vigili urbani, gli operatori del 118. La strada è rimasta bloccata per tutta la mattinata. Se sia stata l’eccessiva velocità, l’asfalto reso viscido dalla pioggia, la mancata sicurezza dei veicoli o altro ancora, poco importa. Sarà compito della Polizia stradale stabilirlo. Di certo a rendere più acuto il dramma sono le storie delle tre vittime. Avevano attraversato l’Adriatico, lasciando moglie, fi gli e famiglia, spinti dal desiderio di migliorare la propria vita e quella dei loro cari. Mai immaginando che sulla strada del lavoro c’era ad attenderli il Destino.