Recupero Password
Torrino accanto al Duomo di Molfetta, l'avv. Nanna denuncia Comune, sindaco e ing. Altomare e chiede 750mila euro di danni La proprietaria dell'appartamento avv. Annalisa Nanna precisa: il Tar ha accolto le nostre richieste e ha consentito la ripresa dei lavori
24 luglio 2010

MOLFETTA - L’avv. Rocco Nanna denuncia il Comune di Molfetta e chiede un risarcimento danni di 250mila euro singolarmente allo stesso ente pubblico, al sindaco sen. Antonio Azzollini e all’ing. Rocco Altomare, responsabile dello sportello unico per edilizia e territorio.

E’ questa notizia clamorosa la risposta della proprietà dell’appartamento in ristrutturazione accanto al Duomo, alla sospensione dei lavori disposta dal Comune, sospensione che avrebbe danneggiato la famiglia Nanna.
Intanto, la proprietaria dell’appartamento, avv. Annalisa Nanna, ha inviato a “Quindici” una richiesta di rettifica relativa alla notizia della conferma di sospensione dei lavori del torrino da parte del Tar Puglia, diffusa dal Comune di Molfetta..
Com’è tradizione di “Quindici”, diamo spazio a tutte le voci e non abbiamo difficoltà a pubblicare anche quella dell’avv. Nanna, ricordando alla stessa signorina proprietaria dell’appartamento in questione, che la rettifica va fatta innanzitutto al Comune di Molfetta che ha diffuso il comunicato a tutti i media. Pertanto, pur ringraziando l’avv. Nanna per aver privilegiato “Quindici” come testata più autorevole e diffusa sul territorio, le ricordiamo che sarebbe corretto inviare la stessa rettifica a tutti i media.
Ecco la versione della famiglia Nanna:
«Faccio seguito al Vs. titolo sensazionalistico “il Tar puglia conferma la
sospensione dei lavori del torrino sul Duomo di Molfetta” pubblicato sulla
pagina on line del Vs. Giornale in data odierna, per invitarVi a fornire la
pubblicazione della notizia INTEGRALMENTE e non soltanto a stralci, in
particolare quello che ha voluto evidenziare il COMUNE DI MOLFETTA con il proprio comunicato stampa.
Il Tar, infatti, ha ACCOLTO LA SOSPENSIVA di tutte le tre ordinanze di
sospensione emesse dal Comune di Molfetta, consentendo la ripresa dei lavori sia all’interno dell’appartamento che dello stabile.
        Il Tar di Bari non ha affatto bocciato il torrino, ma ha rimesso gli atti
alla Soprintendenza di Bari per una nuova valutazione, cosa che avrebbe dovuto fare il Comune stesso alla luce della Dia n. 221 da me presentata in data 3.3.2010, anziché richiedere le tavole comparative tra il vecchio ed il nuovo progetto assentito col permesso di costruire a firma dell’ing. Altomare, che, peraltro, aveva approvato un torrino molto più imponente di quello attuale».
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""


Caro Tommaso, leggendo il tuo secondo commento, più mitigato, rispetto al precedente, sono giunto alla conclusione che, tra il primo ed il secondo tempo, possa essere intervenuto de relato il minacciatore di querele, ed il millantatore di amicizie giudiziali a tradimento, a farti correggere parzialmente la rotta. La tua, è una penna autorevole, in questo forum, e questo lo sai, non è un complimento, non ne hai bisogno. Ti prego di escludere da subito questa evenienza, in città corrono voci incontrollabili, di minacce di querele, spacciate già per vinte, non in ragione della ragione,il che potrebbe essere anche accettabile non fosse altro che il processo è fatto di parti, ed ogni parte ha diritto di manifestare i propri convincimenti anche in ordine all'epilogo del giudizio), ma in cagione di sbandierato concubinato con i futuri "spettatori” del tramonto, senza il cantiere le difese. Il tuo parere fa opinione, per cui, attendiamo smentita da parte tua, su eventuali pressioni, dirette o indirette. Sembra che con il secondo intervento tu abbia voluto rettificare al primo, efficacissimo. L'atteggiamento omertoso, nei confronti di certi baroni, è la cosa più sbagliata. In ultimo, non so chi c'è dietro la penna di questo spocchioso mecenate, spero solo sia uno scherzo, perché se fosse vero, il signorotto che lo ha composto, necessiterebbe di immediata visita psichiatrica, onde evitare che rivendichi a presto il ripristino (viagrato in ragione dell'età), dello jus primae noctis, o peggio ancora della lex iulia maiestatis, non più da applicarsi in favore dei cesari, ma bensì in favore di mezzignori (da intendersi come mezzi-signori, oppure pitali che dir si voglia).



Sono piuttosto confuso. In questa indecorosa vicenda, sembra che tutti abbiano ragione e, di conseguenza, forse tutti hanno torto (Amministrazione, Nanna, Soprintendenza - convitato di pietra e probabilmente il più responssabile). In un altro blog avevo posto la domanda, non tanto retorica,: se prima non c'era nulla (solo un torrino con una finestrella), a cosa serve un torrino "adulterato" con un grande uscio in anticorodal?, sormontato da una "mastaba" che nasconde certamente una scala di accesso al TETTO DEL TORRINO, peraltro di superficie limitata, che adesso è stato circondato da una ringhiera. Come è stata giustificata la ...modifica, in quel della Soprintendenza?, Forse come BELVEDERE per consentire agli ospiti di famiglia di ammirare il tramonto da una posizione privilegiata, incantevole, perché supera l'obbrobrio dei Cantieri Le Difese, che adesso occludono la vista del sole calante con la silouette della M. dei Martiri, specialmente nel giorno del Solstizio d'estate, guardando dall'arco della chiesa - per non parlare dello scempio delle piante del bar...ma sto divagando scusate. E se questa fosse la ragione, è sufficiente per uno sfregio simile, che non "PREMIA" la Comunità, ma solo alcuni "privilegiati"? Ebbene sì, bisognerebbe fare pressioni perché vengano accertate leggerezze e/o responsabilità, del "convitato di pietra, in primis e dell'Amministrazione, a seguire. Il Nanna, secondo la mia modesta opinione, altro non ha fatto che, come si dice "ciurlare nel manico": glielo hanno permesso!!!.


Egr. Direttore, Lei, a nome di tutti i Lettori e Commentatori della Testata che autorevolmente dirige, dovrebbe chiedere a questo punto come atto conseguente e si spera conclusivo, pubblicamente come è solito fare, la trasmissione dell'Ordinanza del TAR dal Comune di Molfetta, e provvedere alla pubblicazione della stessa nella sua asettica interezza, senza nessun commento. Stranamente, né il Comune di Molfetta, né tanto meno i proprietari, hanno avvertito la necessità di trasmettere l'Ordinanza. Questo comportamento omissivo delle parti in contesa, lungi dal fugare tutti i dubbi e sospetti su questa vicenda, non fa altro che alimentarne di nuovi. E se non lo hanno fatto ancora, è evidente, che qualcosa, in questa stranissima vicenda, non quadra ancora del tutto. Ben venga a questa punto, l'azione di risarcimento da parte dei proprietari: forse la sede giudiziale servirà a fare chiarezza definitiva su aspetti sottesi che all'intuito di molti commentatori e lettori, non sono certamente sfuggiti. Ciò detto, dal punto di vista formale. Per quanto riguarda poi l'aspetto estetico dell'opera, basta alzare lo sguardo, indipendentemente dal fatto che lo si faccia dalla Banchina Seminario, dalla Banchina San Domenico, dal Molo Pennello, oppure dalla Madonna dei Martiri, per rendersi conto del cazzotto nello stomaco che hanno avuto tutti i molfettesi indistintamente e, ripeto, ciò indipendentemente dal fatto che l'opera sia stata o meno autorizzata, in parte o nella sua interezza, cosa che ancora non è facile evincersi, dai due contrapposti comunicati. Da profano, dico solo che la Soprintendenza, mai avrebbe potuto autorizzare, un abbattimento di parte della facciata plurisecolare. E forse il nodo sta tutto qua. La Soprintendenza autorizza ristrutturazioni, rifacimenti, non abbattimenti!

La soprintendenza che io sappia, autorizza ristrutturazioni, rifacimenti... sicuramente non abbattimenti... Sarebbe una contraddizione in termini se la Soprintendenza autorizzasse abbattimenti... o addirittura, manomissioni della facciata originaria. Il problema è tutto qua... quell'abbattimento, di un muro settecentesco, presente nelle cartoline già dalla seconda metà dell'ottocento, in armonia con il palazzo cinquecentesco) non avrebbe mai potuto essere autorizzato. Bastava lasciarlo lì, com'era... dov'era... ed il problema, non si sarebbe posto. Oggi si pone, non fosse altro che è stato già "donnescamente" abbattuto... sotto le stelle! Quell'abbattimento, non aveva, e non ha, ad oggi nessuna autorizzazzione. Come la si giri o la si volti la frittata, l'autorizzazzione a quell'abbattimento non c'é!!! STOP!!! Le ristrutturazioni, dei palazzi antichi, sotto tutela, non possono prevedere abbattimenti, ma solo rifacimenti. La sensazione è che qualcuno abbia inteso, e intenda ancora, condizionare "l'arbitro" (o gli arbitri) di questa partita, mal vezzo tutto italico che non riguarda solo i fruttivendoli... ahimé! L'arbitro, in questa vicenda, non è il TAR, ma il soprintendente che, su quell'abbattimento, non si è mai espresso. Non è stato ancora dimostrato il contrario da nessuno. Aspettiamo lumi dal Soprintendente che vogliamo sperare sia persona non influenzabile "donnescamente". Ecco perché il TAR ne ha chiesto parere... semplicemente perchè ad oggi quel parere sull'abbattimento "donnesco", manca!!! P.S. Anche il campanile della Madonna dei Martiri è in tufo (come parte del castello svevo di Bari, e tanti altri monumenti. Spero che a qualcuno "donnescamente" non venga in mente fra poco di abbatterlo, "puttanescamente"!



Egr. Direttore, Lei, a nome di tutti i Lettori e Commentatori della Testata che autorevolmente dirige, dovrebbe chiedere a questo punto come atto conseguente e si spera conclusivo, pubblicamente come è solito fare, la trasmissione dell'Ordinanza del TAR dal Comune di Molfetta, e provvedere alla pubblicazione della stessa nella sua asettica interezza, senza nessun commento. Stranamente, né il Comune di Molfetta, né tanto meno i proprietari, hanno avvertito la necessità di trasmettere l'Ordinanza. Questo comportamento omissivo delle parti in contesa, lungi dal fugare tutti i dubbi e sospetti su questa vicenda, non fa altro che alimentarne di nuovi. E se non lo hanno fatto ancora, è evidente, che qualcosa, in questa stranissima vicenda, non quadra ancora del tutto. Ben venga a questa punto, l'azione di risarcimento da parte dei proprietari: forse la sede giudiziale servirà a fare chiarezza definitiva su aspetti sottesi che all'intuito di molti commentatori e lettori, non sono certamente sfuggiti. Ciò detto, dal punto di vista formale. Per quanto riguarda poi l'aspetto estetico dell'opera, basta alzare lo sguardo, indipendentemente dal fatto che lo si faccia dalla Banchina Seminario, dalla Banchina San Domenico, dal Molo Pennello, oppure dalla Madonna dei Martiri, per rendersi conto del cazzotto nello stomaco che hanno avuto tutti i molfettesi indistintamente e, ripeto, ciò indipendentemente dal fatto che l'opera sia stata o meno autorizzata, in parte o nella sua interezza, cosa che ancora non è facile evincersi, dai due contrapposti comunicati. Da profano, dico solo che la Soprintendenza, mai avrebbe potuto autorizzare, un abbattimento di parte della facciata plurisecolare. E forse il nodo sta tutto qua. La Soprintendenza autorizza ristrutturazioni, rifacimenti, non abbattimenti.



Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2023
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet