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Tecnologie comunali informatiche ai privati?
15 settembre 2007

Anche a Molfetta da un po' di tempo si parla di Information and Communications Tachnology ovvero tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Con questa sigla si intende la convergenza di informatica e telematica per nuovi modi di trasmettere l'informazione. Le tecnologie dell'informazione comprendono le reti, la multimedialità. In Italia il rinnovamento della rete telefonica richiede l'introduzione delle tecnologie digitali, proprie dell'informatica, sia nelle centrali telefoniche sia nei sistemi di trasmissione che le collegano. Il processo di trasformazione della rete italiana è molto lento e la questione dei fi nanziamenti è oggetto di accesi dibattiti. Si vedano quelle città che hanno provato a fornire ad un ente terzo la gestione di tali tecnologie (Maglie o Milano), con scarsi risultati. In ogni caso tutti concordano su un nuovo equilibrio tra settore pubblico e settore privato. E' importante chiarire i fattori in gioco poiché gli investimenti necessari sono colossali e non è certo che il fi nanziamento pubblico potrà assumere tale onere. Si tratta di sapere se bisogna incoraggiare il privato ad investire massicciamente nelle nuove infrastrutture di autostrade elettroniche oppure far evolvere semplicemente le infrastrutture esistenti. Molfetta sembra aver preso la sua decisione con una gara d'appalto che consegnerà ad un privato per cinque anni la gestione della totalità delle ICT esistenti nel territorio molfettese. L'ente terzo che si aggiudicherà la gara d'appalto dovrà supportare tecnicamente l'amministrazione comunale per avanzare la candidatura del comune di Molfetta a bandi regionali e non, relativi al settore delle ICT ovviamente. Non solo, (e questo è l'aspetto più importante), l'ente terzo potrà gestire, anche mediante concessione alle migliori condizioni di mercato, i servizi di video-comunicazione e telesorveglianza in forza già da tempo al comune di Molfetta. In pratica succede questo: per cinque anni l'ente terzo potrà al meglio gestire l'intero sistema di hot-spot e quello di videosorveglianza al fi ne di un maggior risparmio della spesa pubblica e di una maggiore effi cienza in termini di sicurezza. Nel frattempo resteranno fuori da questo business tutti i residenti, che appunto non potranno godere della connettività gratuita. Inoltre l'ente terzo si avvarrà, sempre per le ragioni esposte prima, di un servizio di videosorveglianza costato circa 750.000 euro e realizzato con fondi statali. Inoltre in caso di progetti fi nanziati totalmente o parzialmente da enti pubblici, tali fi nanziamenti saranno da ora in poi erogati all'ente terzo per fi nanziare appunto il progetto. Fino ad oggi i fi nanziamenti statali fi nivano nelle casse del Comune che tramite gara li destinava ai diversi progetti. Ora invece tali fi nanziamenti andranno nelle tasche dell'ente terzo che potrà gestirli liberamente per realizzare il progetto. Ultimo punto, ma non per importanza, è la possibilità che l'ente terzo ha di erogare a prezzi Consip (ovvero a prezzi fuori mercato o aggiornati a rilento e quindi inferiori ai prezzi di mercato) eventuali richieste di servizi ICT. Ovvero l'ente terzo potrà rivendere servizi ICT a prezzi che si possono defi nire di monopolio, questo poiché sono fuori mercato. Facendo così tutti i piccoli fornitori di servizi ICT che basano la propria esistenza commerciale sulla giornaliera concorrenza verranno fatti fuori poiché i loro costi saranno necessariamente più alti di quelli dell'ente terzo. Come se non bastasse bisogna ricordare che il Comune avrebbe già potuto dare connettività a costo zero usando la rete civica molfettese di cui da tempo dispone. La questione molfettese sulle ICT è appena iniziata. Per ora l'accesso gratuito alle informazioni digitali è ancora lontano.
Autore: Domenico Papparella
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