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Teatro di buon livello, ma che disastro in galleria! Bilancio della stagione invernale comunale. I limiti dell'Odeon
15 maggio 2004

Con uno stralunato Gioele Dix che riscrive a sorpresa il finale del mito dei Labdacidi in 'Edipo.com' e la sua spalla, la simpatica infermiera Giada, intenta a riappropriarsi di quello, legittimo, sofocleo, si è conclusa, tra luci e ombre, una Stagione teatrale invernale molfettese all'Odeon, il cui bilancio, a livello artistico, può considerarsi pienamente soddisfacente. Spiccano, tra i titoli proposti, il musical 'John & Lennon' e le comiche tranches de vie rappresentate dal minimalismo esistenzialista di 'Io ed Annie' del Woody Allen di Antonio Salines (bravissima anche Marzia Postogna nel ruolo di Annie) e dalla nevrotica e brillante pièce di Alan Ayckbourn 'Camere da letto', rappresentata dagli 'Attori e tecnici' (regia di Stefano Messina). A tratti geniale, nonostante qualche gag un po' greve, a tratti persino toccante la performance del simpaticissimo duo siculo 'Ficarra e Picone' (efficacissima la satira sul Ponte sullo Stretto); Maurizio Micheli conferma le sue indubbie qualità di cabarettista affermato. Una finezza per pochi il concerto dell'Officina Zoè (con caratteristiche di eccentricità rispetto al resto del programma, piuttosto omogeneo), lieve e poetico 'Il postino di Neruda', coinvolgente il molièriano Arpagone di Mario Scaccia... Indiscutibile la simpatia di Luigi De Filippo, tirannico supervisore della corpulenta moglie e della figlia, nonché della svampita Signorina Mazzarella, in 'Non è vero, ma ci credo', ironica riflessione su un tema intramontabile: la iella! In un quadro a nostro parere di indubbia qualità, ci stupiamo quando, nello spigolare commenti all'uscita dal teatro, scopriamo qualche molfettese verace lamentarsi della 'pesantezza' di alcuni testi di riconosciuta (forse non a Molfetta) presa, come la graffiante 'Io ed Annie'. Non sarebbe forse il caso di sprovincializzarsi un po' nel gusto? Auspicheremmo che nel panorama teatrale molfettese non vi fosse posto solo per “strafènzele”, “pleppèiese” e “vastase”! L'altra perplessità che vorrei esprimere è di carattere squisitamente tecnico! La possibilità di assistere ai singoli spettacoli è risultata chimerica per chi non si fosse abbonato ed un coro unanime di lamentele si è levato da parte di chi aveva optato (sottoscritto compreso) per l'economicamente vantaggioso abbonamento di galleria. Causa ringhiera, la visibilità era estremamente ridotta, specie nelle fasce laterali, e la fruizione di pièces e concerti era affidata esclusivamente alle capacità uditive degli spettatori! In uno spettacolo scenicamente composito come quello degli Attori e Tecnici, determinate zone del palco, funzionali alla drammatizzazione, erano assolutamente escluse dalle visuale di chi era in galleria. Mi rendo conto del fatto che 60 euro costituiscono una cifra di tutta convenienza per assistere a ben 10 manifestazioni di rilevante caratura artistica, ma è forse ugualmente doveroso garantire, anche a chi desidera risparmiare, la possibilità di un pieno godimento del prodotto per cui ha sborsato una cifra comunque non irrilevante (specie per un giovanissimo, di non stabile occupazione)! Gianni Antonio Palumbo gianni.palumbo@quindici-molfetta.it
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