Studiare all’estero un’esperienza da intraprendere un futuro da scrivere
Angelica Iurilli dal Liceo Classico al Canada: non spaventatevi all’idea della novità
La voglia di mettersi in gioco e di perfezionare la lingua inglese ha portato Angelica Iurilli lontano dai suoi affetti e dal Liceo Classico: un oceano la separa da tutto questo, ma è un oceano altresì grande quello delle opportunità in serbo per lei. La parola chiave dell’esperienza della studentessa della II A del “Leonardo da Vinci” di Molfetta è proprio “opportunità”: ottenuta la borsa di studio del Programma Itaca, cui aveva fatto domanda, Angelica sta frequentando il Braemar College di Toronto, in Canada. Dal sistema scolastico, che prevede quattro anni anziché cinque, agli orari delle lezioni, più corposi rispetto a quelli italiani, la scuola canadese si prospetta totalmente differente dalla nostra: il suo punto di forza? Secondo la studentessa la vasta gamma di progetti che fanno della didattica un sapere più pratico che teorico. «All’inizio ero un po’ disorientata, mi sono dovuta abituare ai ritmi di vita canadesi: sveglia presto al mattino, inizio delle lezioni alle 9, termine alle 15.45 e cena alle 18; in settimana non si usa uscire con gli amici, vista la giornata tipo piuttosto frenetica. Ma ora mi sento una vera canadese e credo di essermi inserita nell’ambiente quasi del tutto». Unica italiana fra le sue coetanee, Angelica ha prediletto lo studio dell’inglese e dei programmi informatici, il cui approccio avviene tramite dibattiti, creazione di loghi, ricerche e scambi di idee, tutti elementi che portano la ragazza, dopo il primo dei tre mesi di soggiorno all’estero, ad esprimersi in merito ai punti deboli della scuola canadese dicendo «Non ne ho ancora trovati». Anzi, una peculiarità della scuola canadese che la studentessa proporrebbe alla scuola italiana è l’esperienza di volontariato, da sostituire alle ore che da noi si dedicano all’Alternanza scuola-lavoro: servire presso una mensa di senzatetto ha ricordato ad Angelica quanto appagante sia mettere il proprio tempo a disposizione degli altri. Ma non è solo il sistema scolastico a mostrarsi diverso: dal racconto della giovane studentessa emerge che in Canada è poco sviluppato il settore primario; in compenso, l’imponenza dei grattacieli del centro di Toronto, promette numerosi e variegati sbocchi lavorativi, più di quanti la ragazza ne immaginasse. «Le città cosmopolite sono le mete preferite dei giovani italiani, che vi si trasferiscono perché nel loro Paese non trovano ciò che stanno cercando, ciò che soddisfi le loro ambizioni. Tutti i ragazzi, si sa, hanno grandi aspettative per il futuro e vedono nelle metropoli, specialmente in quelle americane, i luoghi ideali per realizzarsi. Io che sto vivendo in prima persona il confronto, attraverso un’esperienza cui aspiravo sin da piccola, sono favorevolmente impressionata dal Canada e dalle risorse che ha da offrire». E del futuro di Angelica? Ancora nulla è deciso, ma, vista la calorosa accoglienza ricevuta dalla famiglia presso cui è ospite e la fiducia riposta nelle potenzialità dei giovani, la possibilità di fare carriera all’estero non è certo fuori discussione. «Non spaventatevi all’idea della novità: adattarsi è più facile di quanto sembra»: questo il consiglio di Angelica che, seppur nostalgica delle prelibatezze italiane e delle persone a lei care, si è affacciata ad un’esperienza che porterà la gioventù lontano, l’Italia non si sa dove.