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Sensazioni, una mostra di Gianluca de Cosmo a Molfetta
19 aprile 2014

MOLFETTA - Moderne, lo sguardo rivolto alle tendenze dell'arte contemporanea, e al contempo permeate della migliore tradizione pittorica italiana ed europea le "Sensazioni" del pittore Gianluca de Cosmo, esposte presso lo spazio Fashion Art by Arte 54 (unità 58) del Fashion Outlet District di Molfetta, sotto l'egida di "54 Arte Contemporanea", rappresentata dall'artista e gallerista Franco Valente.

Allievo di Natale Addamiano, il giovane de Cosmo si è laureato in pittura a Brera e persegue un itinerario artistico personalissimo. Affermatosi quale pittore di figura, egli si esprime con eleganza e padronanza nel dominio della ritrattistica, come ha dimostrato nei giorni dell'allestimento, ritraendo, con sicurezza di tratto e rapidità d'esecuzione, alcune figure femminili. L'inaugurazione è stata presieduta dal premio Nobel per la pace 1985 Francisco Gnisci Bruno e da Gianni Antonio Palumbo. L'artista, presente al vernissage, ha dedicato l'esposizione alla memoria di sua madre.

De Cosmo spazia tra vari generi; nella natura morta, ama raffigurare libri che costruiscono lo spazio, spesso accostati per affinità cromatiche. Non di rado, l'artista ammicca al pubblico colto, come quando rende visibile, tra i classici, una copia della virgiliana Eneide e allora sembra voler rammentare che la tradizione non possa essere accantonata come un fastidioso fardello. Per questo, conduce i suoi studi su tele ottocentesche, realizzando un omaggio a Francesco Paolo Michetti, che all'impronta verista sovrappone l'aura en rêve tipica di de Cosmo, con il gusto dell'indefinito.

E così si dipana la sua creatività, che indugia su particolari architettonici delle cattedrali pugliesi, soprattutto murgiane, isolandone e ricontestualizzandone i dettagli, in un'attitudine postmodernista.

 Costante la ricerca della bellezza, nelle ballerine come nei violinisti effigiati nel momento d'inizio di un saggio, tra la stasi e la concentrazione che precedono l'inizio di un'esecuzione. Le prove più moderne tendono ad abbandonare l'intimismo, la sognante introspezione delle figure femminili pennellate nelle "passioni romantiche", per soffermarsi su scampoli d'urbana quotidianità.

Un gruppo di giovani siede sulla scalinata all'ombra della cattedrale altamurana; lo sguardo punta su dettagli d'abbigliamento, come le calzature, connota alcune figure e altre lascia irrisolte, quasi abbacinate dalla luce e smaterializzate. L'intento è che sia l'osservatore a definire linee, completare profili, cooperare idealmente con l'artista al compimento della tela.

Quando poi l'attenzione si posa su una galleria, il grigiore dell'asfalto dialoga con la muratura, mentre le macchine e le figure umane in sosta divengono quasi presenze fantasmatiche, perché di consistenza inafferrabile.

Un percorso che muove dalla fedeltà al reale, sempre rivisitato in intima trasfigurazione, per pervenire a una sintesi, in cui al pubblico è riservato un ruolo tutt'altro che passivo. Su tutto un profondo "sentimento del tempo", che anima la consapevolezza dell'artista che quei corpi che ammira e ricama, o solo abbozza, sulla tela saranno inesorabilmente rimodellati dal fluire delle stagioni.

© Riproduzione riservata

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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